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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07012025-105421


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ZAMBARDINO, EDOARDO
URN
etd-07012025-105421
Titolo
La cooperazione fiscale tra Amministrazioni Finanziarie ai fini dell'attuazione del rapporto tributario
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Boletto, Giulia
Parole chiave
  • accertamento dei tributi
  • cooperazione fiscale
  • Diritto tributario
  • ETACA
  • ETACA
  • ICAP
  • ICAP
  • OCSE
  • OECD
  • protection of taxpayer's rights
  • tax assessment
  • tax cooperation
  • tax law
  • tutela del contribuente
Data inizio appello
17/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2028
Riassunto
La disciplina della cooperazione fiscale tra Amministrazioni Finanziarie, nel contesto internazionale ed europeo, si fonda sull’adozione di strumenti e procedure finalizzati a promuovere la trasparenza, la certezza del diritto e la collaborazione tra le giurisdizioni. La crescente complessità dei fenomeni economici transnazionali e l’evoluzione della fiscalità internazionale hanno reso necessario lo sviluppo di una rete di cooperazione che consenta un’efficace amministrazione dei tributi, con particolare riguardo alla lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Tra gli istituti fondamentali che ne costituiscono l’ossatura, assume rilievo centrale la disciplina dello scambio di informazioni, che si articola in tre modalità principali: su richiesta, automatico e spontaneo. Ciascuna modalità risponde a esigenze specifiche, con l’obiettivo comune di rafforzare la cooperazione amministrativa e assicurare alle autorità fiscali l’accesso a informazioni rilevanti per una corretta imposizione. Nel panorama internazionale, il ruolo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) si colloca in posizione preminente, data la sua capacità di orientare, attraverso strumenti soft law, l’azione dei legislatori nazionali e sovranazionali. L’OCSE, sin dal secolo scorso, ha progressivamente strutturato un corpus di raccomandazioni, linee guida e modelli convenzionali finalizzati a disciplinare i rapporti tributari internazionali, ponendo attenzione alle problematiche connesse alla doppia imposizione e alla trasparenza fiscale. In questo contesto si collocano i Modelli di Convenzione contro le doppie imposizioni elaborati dall’OCSE, nei quali l’articolo 26 rappresenta la disposizione cardine per quanto riguarda lo scambio di informazioni tra Stati. Tale norma ha costituito, nel tempo, il fondamento giuridico per l’introduzione di prassi di cooperazione sempre più strutturate, diventando punto di riferimento per la redazione di convenzioni bilaterali e multilaterali in materia fiscale. Un altro strumento di fondamentale importanza sviluppato in ambito OCSE è il Common Reporting Standard (CRS), che rappresenta un sistema condiviso di scambio automatico di informazioni finanziarie tra le amministrazioni fiscali degli Stati aderenti. Il CRS costituisce un significativo passo in avanti verso una cooperazione trasparente e globale, basata su standard comuni di rendicontazione da parte delle istituzioni finanziarie, al fine di identificare correttamente i soggetti fiscalmente rilevanti e contrastare l’occultamento di redditi all’estero. L’OCSE continua inoltre a svolgere un ruolo attivo nell’elaborazione di studi settoriali e approfondimenti tecnici volti a migliorare la comprensione dei fenomeni fiscali complessi e a delineare best practices da adottare a livello internazionale. L’influenza esercitata dall’OCSE è stata accolta anche nell’azione normativa dell’Unione Europea, la quale, nel corso degli anni, ha perseguito l’obiettivo di allinearsi agli standard internazionali mediante l’adozione di una serie di direttive volte a disciplinare la cooperazione amministrativa tra gli Stati membri. In particolare, l’Unione ha avviato un processo di armonizzazione mediante la Direttiva 2011/16/UE, nota come DAC 1, che ha segnato l’inizio di una progressiva espansione della disciplina, giunta fino alla DAC 9. Ciascuna direttiva ha contribuito ad ampliare il campo di applicazione della cooperazione amministrativa, integrando nuove aree fiscali, estendendo i soggetti obbligati alla comunicazione e introducendo nuove modalità di scambio informativo. La normativa europea si distingue per la particolare attenzione rivolta alla tutela del contribuente, con la previsione di specifiche garanzie in sede di trasmissione e utilizzo delle informazioni. A tal fine, il legislatore europeo ha stabilito principi e criteri volti a garantire la proporzionalità dell’intervento amministrativo, la riservatezza dei dati trasmessi e il rispetto dei diritti fondamentali dei soggetti interessati. Tuttavia, è opportuno rilevare che permangono differenze tra l’impostazione dell’OCSE, caratterizzata da un approccio volontaristico e tecnico, e quella dell’Unione Europea, incentrata su atti normativi vincolanti e su una maggiore uniformità procedurale. Queste differenze si riflettono anche nelle modalità con cui viene attuato lo scambio di informazioni e nei meccanismi di tutela previsti in favore dei contribuenti. Oltre allo scambio di informazioni, la cooperazione fiscale multilaterale si sviluppa anche attraverso programmi collaborativi volti a instaurare un rapporto di fiducia tra Amministrazioni Finanziarie e grandi contribuenti. In questo contesto, assumono particolare rilievo due programmi distinti ma complementari: l’International Compliance Assurance Programme (ICAP), promosso dall’OCSE, e l’European Tax Compliance Assurance (ETACA), sviluppato dalla Commissione Europea. Entrambi si rivolgono alle imprese multinazionali che operano in più giurisdizioni, offrendo loro la possibilità di partecipare volontariamente a un processo di valutazione preventiva del rischio fiscale, in collaborazione con le Amministrazioni Finanziarie coinvolte. Questi programmi si fondano sul principio della trasparenza e sulla condivisione anticipata delle informazioni, con l’obiettivo di ridurre l’incertezza giuridica, prevenire conflitti fiscali e promuovere la certezza del diritto. ICAP ed ETACA, pur presentando analogie strutturali, si inseriscono in contesti normativi differenti e rispondono a finalità specifiche. ICAP opera su base multilaterale, con il coinvolgimento di autorità fiscali di diversi Paesi, e si basa su un approccio risk-based, volto a individuare le aree fiscali a maggiore esposizione e ad assicurare una gestione efficiente del rischio. ETACA, invece, si colloca all’interno del quadro giuridico dell’Unione Europea e mira a garantire la coerenza dell’azione amministrativa tra gli Stati membri, rafforzando al contempo la fiducia tra contribuenti e autorità fiscali. L’efficacia di tali programmi dipende dalla loro capacità di integrarsi con gli strumenti giuridici esistenti e di rispondere alle esigenze delle imprese, senza compromettere le prerogative degli Stati in materia tributaria. La complementarità tra ICAP, ETACA e gli strumenti già esistenti in materia di cooperazione fiscale rappresenta un aspetto centrale da approfondire, in quanto consente di valutare la coerenza del sistema multilivello e la sua capacità di adattarsi alle peculiarità dei diversi ordinamenti. È necessario, infatti, comprendere in che modo i principi ispiratori di questi programmi si armonizzino con le garanzie previste a livello nazionale e internazionale, tenendo conto delle diversità normative e delle differenti tradizioni giuridiche. In tale prospettiva, l’analisi del principio del legittimo affidamento assume particolare importanza, in quanto rappresenta una garanzia fondamentale per il contribuente nell’ambito dei rapporti con l’Amministrazione Finanziaria. Il principio del legittimo affidamento, quale espressione del più ampio principio della certezza del diritto, impone che il contribuente possa fare affidamento su un comportamento coerente, trasparente e prevedibile da parte dell’Amministrazione. Tale principio assume declinazioni diverse nei contesti internazionale, europeo e nazionale, ma costituisce un elemento imprescindibile per la legittimazione dei meccanismi di cooperazione e per la tutela dei diritti dei soggetti coinvolti. L’analisi delle garanzie già esistenti, delle possibili integrazioni e dei profili critici ancora presenti nel quadro normativo vigente consente di valutare il grado di effettività delle tutele offerte al contribuente e di individuare le aree in cui un intervento normativo o interpretativo potrebbe risultare opportuno. La cooperazione fiscale internazionale ed europea rappresenta un ambito in continua evoluzione, caratterizzato da una crescente interconnessione tra le giurisdizioni e da un progressivo consolidamento degli strumenti volti a garantire una corretta imposizione. Lo sviluppo di meccanismi di scambio informativo, l’adozione di standard condivisi e la promozione di programmi collaborativi come ICAP ed ETACA testimoniano l’impegno delle autorità fiscali nel perseguire un sistema tributario più equo, trasparente ed efficiente. Tuttavia, la piena realizzazione di questi obiettivi richiede un’attenta considerazione degli equilibri tra esigenze di controllo, sovranità fiscale e tutela dei diritti dei contribuenti, nel rispetto dei principi fondamentali che regolano l’ordinamento giuridico di riferimento.

The regulation of tax cooperation between Financial Administrations, in the international and European context, is based on the adoption of tools and procedures aimed at promoting transparency, legal certainty, and collaboration among jurisdictions. The increasing complexity of transnational economic phenomena and the evolution of international taxation have made it necessary to develop a network of cooperation that allows for effective tax administration, with particular attention to combating tax evasion and avoidance. Among the fundamental instruments that form the backbone of this system, the rules governing the exchange of information play a central role, structured into three main forms: upon request, automatic, and spontaneous. Each method responds to specific needs, with the common goal of strengthening administrative cooperation and ensuring that tax authorities have access to relevant information for proper taxation. In the international landscape, the role of the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) stands out due to its ability to guide the actions of national and supranational legislators through soft law instruments. Since the last century, the OECD has progressively structured a body of recommendations, guidelines, and model conventions aimed at regulating international tax relations, with a focus on issues related to double taxation and tax transparency. Within this framework are the OECD Model Conventions against double taxation, in which Article 26 is the key provision concerning the exchange of information between States. Over time, this article has served as the legal foundation for increasingly structured cooperation practices, becoming a reference point for drafting bilateral and multilateral tax treaties. Another crucial instrument developed within the OECD framework is the Common Reporting Standard (CRS), which represents a shared system for the automatic exchange of financial information between the tax administrations of participating States. The CRS marks a significant step forward toward transparent and global cooperation, based on common reporting standards by financial institutions, in order to correctly identify fiscally relevant subjects and prevent the concealment of income abroad. The OECD also continues to play an active role in producing sectoral studies and technical insights to enhance the understanding of complex tax phenomena and to define best practices to be adopted internationally. The influence exerted by the OECD has also been reflected in the legislative actions of the European Union, which, over the years, has pursued the goal of aligning with international standards through the adoption of a series of directives aimed at regulating administrative cooperation among Member States. In particular, the Union initiated a harmonization process through Directive 2011/16/EU, known as DAC 1, which marked the beginning of a progressive expansion of the rules, now reaching DAC 9. Each directive has contributed to broadening the scope of administrative cooperation, integrating new tax areas, extending the range of reporting entities, and introducing new methods of information exchange. European legislation is particularly notable for its attention to taxpayer protection, with specific safeguards in place during the transmission and use of information. To this end, the European legislator has established principles and criteria aimed at ensuring the proportionality of administrative intervention, the confidentiality of transmitted data, and the respect for the fundamental rights of affected individuals. However, it is worth noting that differences remain between the OECD’s approach—characterized by a voluntary and technical orientation—and that of the European Union, which focuses on binding legal acts and greater procedural uniformity. These differences are also reflected in the way information exchange is implemented and in the taxpayer protection mechanisms provided. Beyond the exchange of information, multilateral tax cooperation also develops through collaborative programs designed to establish a trust-based relationship between Financial Administrations and large taxpayers. In this context, two distinct but complementary programs are particularly significant: the International Compliance Assurance Programme (ICAP), promoted by the OECD, and the European Tax Compliance Assurance (ETACA), developed by the European Commission. Both target multinational enterprises operating in multiple jurisdictions, offering them the opportunity to voluntarily participate in a pre-assessment process of tax risk, in collaboration with the relevant Financial Administrations. These programs are based on the principles of transparency and early information sharing, with the goal of reducing legal uncertainty, preventing tax disputes, and promoting legal certainty. Although ICAP and ETACA share structural similarities, they operate within different regulatory frameworks and serve specific purposes. ICAP functions on a multilateral basis, involving tax authorities from multiple countries, and relies on a risk-based approach aimed at identifying high-risk tax areas and ensuring efficient risk management. ETACA, on the other hand, operates within the legal framework of the European Union and aims to ensure consistency in administrative actions among Member States, while also strengthening trust between taxpayers and tax authorities. The effectiveness of these programs depends on their ability to integrate with existing legal instruments and respond to the needs of businesses without undermining the sovereign powers of States in tax matters. The complementarity between ICAP, ETACA, and the already existing instruments of tax cooperation is a key aspect to explore, as it allows for an assessment of the coherence of the multilayered system and its ability to adapt to the peculiarities of different legal systems. It is necessary to understand how the guiding principles of these programs align with the safeguards provided at national and international levels, considering legal diversity and different legal traditions. In this regard, the analysis of the principle of legitimate expectation is particularly important, as it constitutes a fundamental safeguard for the taxpayer in their dealings with the Financial Administration. The principle of legitimate expectation, as an expression of the broader principle of legal certainty, requires that the taxpayer can rely on consistent, transparent, and predictable conduct from the Administration. This principle takes on different forms in international, European, and national contexts, but remains an essential element for legitimizing cooperation mechanisms and for protecting the rights of the parties involved. Analyzing the existing safeguards, potential improvements, and remaining critical issues in the current legal framework allows for an assessment of the effectiveness of the protections offered to taxpayers and for identifying areas where legal or interpretative intervention may be necessary. International and European tax cooperation is a constantly evolving field, marked by increasing interconnection among jurisdictions and by a gradual consolidation of tools aimed at ensuring proper taxation. The development of information exchange mechanisms, the adoption of shared standards, and the promotion of collaborative programs such as ICAP and ETACA demonstrate the commitment of tax authorities to building a fairer, more transparent, and more efficient tax system. However, the full achievement of these goals requires careful consideration of the balance between control needs, tax sovereignty, and the protection of taxpayer rights, in accordance with the fundamental principles governing the applicable legal framework.
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