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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07012022-150403


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
LEMMI, DAMIANO
URN
etd-07012022-150403
Titolo
Valutazione della ricostituzione immunologica in pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche: il ruolo del fenotipo immunologico avanzato e potenziali implicazioni cliniche.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Peroni, Diego
correlatore D'Elios, Sofia
correlatore Costagliola, Giorgio
Parole chiave
  • sottopopolazioni linfocitarie
  • ricostituzione immunologica
  • trapianto di cellule staminali emopoietiche
Data inizio appello
12/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2025
Riassunto
Introduzione.

ll trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE) è l'immunoterapia cellulare più utilizzata ed è un metodo consolidato per il trattamento di numerose patologie onco-ematologiche, immunologiche e metaboliche. Il TCSE è una procedura in più fasi che comprende il prelievo di cellule staminali ematopoietiche dal donatore, il trattamento del paziente con un regime di condizionamento, l'infusione di cellule staminali ematopoietiche e la successiva generazione di un nuovo sistema immunitario. L’aspetto fondamentale del paziente trapiantato su cui ci concentriamo in questo studio è la ricostituzione immune, ovvero il recupero del sistema immunitario dopo il TCSE, con un particolare focus sull’influenza della ricostituzione immune sul rischio di complicanze infettive e non, il rischio di ricaduta e la sopravvivenza globale.

Obiettivo della tesi.

Scopo di questa tesi è lo studio della ricostituzione immune con fenotipo immunologico avanzato, con particolare attenzione alle sue potenziali implicazioni cliniche. Questo studio si propone quindi di analizzare la cinetica di ricostituzione delle singole popolazioni linfocitarie avanzate e di valutarne i possibili utilizzi clinici come l’identificazione di marcatori immunologici associati all’autoimmunità, al rischio di ricaduta, alla GvHD e al rischio infettivo o la precisazione di una tempistica d’inizio delle vaccinazioni in pazienti trapiantati.

Materiali e metodi.

Sono stati inclusi 13 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche per patologie eterogenee. Sono stati effettuati prelievi di sangue a 3, 6 e 12 mesi dal TCSE per l’analisi del fenotipo immunologico mediante citofluorimetria. I dati ottenuti sono stati poi comparati con l’outcome clinico e trapiantologico dei pazienti.

Risultati.

La ricostituzione immune presenta diverse tappe ben definite che sono emerse dall’analisi dei dati di questo studio.
A 3 mesi si osserva un’espansione delle cellule T memory contenute nel graft a fronte di uno scarso recupero delle cellule T naïve, essendo quest’ultime prodotte dal timo, la cui funzione è deficitaria nei primi mesi post-trapianto. Si osserva anche un’inversione del rapporto CD4/CD8 secondario ad un recupero più rapido dei linfociti T CD8+.
A 6 mesi si osserva una ripresa della funzione timica e quindi un aumento delle cellule T naïve, con aumento del rapporto CD4/CD8.
A 12 mesi infine si conferma il trend positivo della ricostituzione immune, con ulteriore aumento delle cellule T naïve e del rapporto CD4/CD8. La ricostituzione delle cellule B è invece più lenta, potendo richiedere anche fino a 2 anni, e risulta quindi ancora incompleta nei pazienti analizzati.

Discussione.

Questo studio è uno dei pochi in letteratura a prendere in considerazione il fenotipo immunologico avanzato nel contesto della ricostituzione immune nel paziente pediatrico. Questo ci ha permesso di caratterizzare in maniera approfondita la ricostituzione immune stessa.
Abbiamo osservato come durante i primi 12 mesi successivi al trapianto di cellule staminali emopoietiche ci sia una graduale ripresa della funzione timica; come il rapporto CD4/CD8, inizialmente ridotto, aumenti progressivamente con il passare dei mesi; come la ricostituzione delle cellule B sia più lenta rispetto alle cellule T; come la ricostituzione immune in pazienti sottoposti a trapianto autologo sia effettivamente più rapida rispetto a quella in pazienti sottoposti a trapianto allogenico (soprattutto per quanto riguarda le cellule B) e come alterazioni di questo processo di ricostituzione immunologica influenzino il quadro clinico dei pazienti.
Infatti un paziente del nostro studio che ha avuto una ricostituzione immune eccessivamente rapida ha sviluppato autoimmunità, mentre un altro paziente, che ha avuto una ricostituzione immune ritardata, ha recidivato. Da tali risultati emerge quindi un potenziale ruolo della valutazione estesa della ricostituzione nell’identificazione di marcatori utili nell’identificazione precoce di pazienti a rischio di recidiva o patologia autoimmune.
Infine che l’analisi dei dati di ricostituzione di questo studio ha evidenziato un trend negativo di ricostituzione dei linfociti T reg di primo riscontro in letteratura, che necessiterà quindi di approfondimenti successivi al fine di determinarne le potenziali ragioni biologiche ed implicazioni cliniche.

Conclusioni.

In conclusione lo studio della ricostituzione immune con fenotipo immunologico avanzato ha permesso di identificare strategie che potranno influenzare la gestione globale del paziente trapiantato, per esempio disegnare su misura di ogni paziente un attento follow-up mirato per esempio ad un pronto rilievo di patologie autoimmuni, eventuali recidive o a scegliere il miglior timing per effettuare le vaccinazioni, importanti per proteggere il paziente da molte malattie infettive, in modo da avere la miglior risposta immunitaria, limitandone gli effetti avversi.


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