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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06302025-144002


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ORI, MATTIA
URN
etd-06302025-144002
Titolo
Gestazione per altri, status filiationis e diritto alla genitorialità. L’esperienza italiana e quella tedesca a confronto
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Azzarri, Federico
correlatore Prof.ssa Puleio, Giulia
Parole chiave
  • diritto tedesco
  • genitorialità
  • german law
  • maternità surrogata
  • ordine pubblico
  • ordre public.
  • parenthood
  • surrogate motherhood
Data inizio appello
17/07/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi di laurea affronta il complesso tema della gestazione per altri (GPA), focalizzandosi sullo status filiationis del bambino nato attraverso tale tecnica e sul diritto alla genitorialità, con un confronto tra l’esperienza giuridica italiana e quella tedesca. L’elaborato parte dalla constatazione che il fenomeno della GPA, reso possibile dallo sviluppo delle tecnologie di procreazione medicalmente assistita, solleva importanti questioni giuridiche, etiche e sociali, e impone al diritto di affrontare nuove forme di genitorialità, spesso non previste dagli ordinamenti tradizionali.

In Italia, la GPA è vietata dalla legge 40/2004, che è stata recentemente inasprita con la legge 169/2024, estendendo la perseguibilità anche ai cittadini italiani che fanno ricorso a questa pratica all’estero. Questo approccio proibizionista ha portato la giurisprudenza italiana ad adottare un’interpretazione particolarmente rigida del concetto di ordine pubblico, considerandolo come ostacolo alla trascrizione degli atti di nascita formati all’estero che riconoscono genitori d’intenzione, soprattutto in casi di coppie omosessuali. Tale interpretazione si fonda sull’idea che la GPA offenda in modo intollerabile la dignità della donna, ritenendo la pratica sempre in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento.

Tuttavia, l’elaborato critica tale approccio ideologico e sottolinea come la giurisprudenza italiana sovrapponga impropriamente il piano del diritto penale a quello del diritto civile, con un uso para-penalistico della clausola di ordine pubblico. In particolare, si contesta l’automatismo con cui si nega la trascrizione degli atti di nascita esteri, senza una reale valutazione caso per caso degli interessi del minore, e si mette in luce come questa rigidità si traduca spesso in una negazione del diritto alla genitorialità, soprattutto per i genitori intenzionali non biologici.

Di contro, l’esperienza tedesca – anch’essa caratterizzata da un divieto interno alla GPA – si distingue per un approccio più aperto e bilanciato. Le corti tedesche separano in modo netto l’ordine pubblico interno da quello internazionale, ammettendo in molti casi la trascrizione degli atti di nascita formati all’estero, in particolare quando ciò risponde all’interesse superiore del minore. La giurisprudenza tedesca valorizza il concetto di dignità umana, ma lo interpreta in modo meno ideologico, riconoscendo implicitamente un Recht auf ein eigenes Kind, ovvero un diritto negativo alla genitorialità, da bilanciare con gli altri diritti costituzionali in gioco.

La tesi dedica ampio spazio anche al ruolo della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha avuto un impatto significativo nel delineare i contorni giuridici del tema. In varie pronunce (come Mennesson, Labassee, Paradiso e Campanelli), la Corte ha affermato che il rispetto della vita familiare impone agli Stati di riconoscere giuridicamente il legame affettivo e identitario tra il bambino nato da GPA e i suoi genitori d’intenzione, soprattutto se vi è un legame biologico con uno di essi. La CEDU ha anche indicato che, pur nel rispetto del margine di apprezzamento degli Stati, devono essere offerte soluzioni giuridiche effettive, rapide e certe, come l’adozione in casi particolari, purché non si traduca in un percorso incerto e discriminatorio.

Infine, l’elaborato si chiude con alcune riflessioni critiche sulla necessità per l’ordinamento italiano di superare l’attuale impasse legislativa e giurisprudenziale. Viene auspicata una regolazione normativa della GPA che, senza cadere in estremismi ideologici, sia in grado di bilanciare in modo effettivo e non astratto i diritti fondamentali di tutti i soggetti coinvolti: il bambino, la gestante e i genitori d’intenzione. In tal senso, si suggerisce l’adozione di un modello regolatorio “facoltizzante”, orientato alla tutela dei diritti fondamentali e ispirato al dialogo con le esperienze giuridiche straniere. La comparazione tra ordinamenti dimostra infatti che è possibile conciliare il rispetto della dignità della donna con il riconoscimento giuridico dei legami familiari derivanti da pratiche di GPA, contribuendo così a una concezione evolutiva e pluralista del diritto alla genitorialità.

This thesis addresses the complex issue of surrogacy, focusing on the legal status of children born through this technique (status filiationis) and the right to parenthood, comparing the Italian and German legal systems. The study begins by observing how advancements in reproductive technologies have prompted new legal challenges, requiring legal systems to acknowledge new family structures and forms of parenthood not foreseen by traditional law.

In Italy, surrogacy is strictly prohibited under Law 40/2004, recently reinforced by Law 169/2024, which criminalizes the practice even when carried out abroad by Italian citizens. This prohibitionist stance has led the Italian judiciary to interpret the concept of public order rigidly, using it to block the transcription of foreign birth certificates that recognize intended parents, particularly in the case of same-sex couples. The prevailing legal view treats surrogacy as inherently offensive to women's dignity and as violating fundamental principles of the national legal order.

The thesis criticizes this ideological and punitive approach, noting that Italian courts improperly apply criminal law logic to civil law matters. It argues that public order should not be used as an automatic barrier to recognizing the legal status of children born via surrogacy abroad. Instead, each case should be assessed individually, especially with regard to the child's best interests. The current rigidity often leads to the denial of the non-biological parent's right to legal parenthood.

Conversely, the German legal system—though it also prohibits surrogacy domestically—adopts a more balanced and pragmatic approach. German courts distinguish clearly between internal and international public order, and often allow the transcription of foreign birth certificates, especially when this serves the child’s best interests. German jurisprudence gives importance to human dignity but interprets it less ideologically. It implicitly acknowledges a negative right to parenthood (Recht auf ein eigenes Kind), which can be weighed against other constitutional rights, particularly the dignity of the surrogate.

The thesis also explores the role of the European Court of Human Rights, which has significantly shaped the legal discourse on this matter. In several landmark cases (e.g., Mennesson, Labassee, Paradiso and Campanelli), the Court has ruled that respect for family life under Article 8 of the ECHR requires states to legally recognize the parent-child bond established through surrogacy, especially when there is a biological link with one of the intended parents. The Court emphasized that states must offer effective, prompt, and reliable legal solutions—such as adoption—provided that these do not become overly burdensome or discriminatory.

In conclusion, the thesis calls on the Italian legal system to overcome its current legal deadlock by adopting a legislative framework that realistically addresses surrogacy without ideological bias. It proposes a regulatory model that balances the rights of all involved—the child, the surrogate, and the intended parents—while upholding constitutional and human rights. A comparative legal approach, as demonstrated by the German example, shows that it is possible to reconcile the protection of surrogate mothers’ dignity with the legal recognition of family ties established through surrogacy. Such an approach promotes an evolutionary and pluralistic understanding of the right to parenthood.
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