Tesi etd-06292022-160021 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CANDILERI, GIUSEPPE
URN
etd-06292022-160021
Titolo
Outcome e sierologia anti SARS-Cov-2 nel neonato, in rapporto allo stato infettivo/vaccinale materno: studio monocentrico retrospettivo osservazionale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Filippi, Luca
correlatore Prof. Cuttano, Armando
correlatore Dott.ssa Lorenzoni, Francesca
correlatore Prof. Cuttano, Armando
correlatore Dott.ssa Lorenzoni, Francesca
Parole chiave
- Covid-19 and pregnancy
- neonatal outcome
- vaccino mRNA
Data inizio appello
12/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2025
Riassunto
La malattia da COVID 19 contratta durante la gravidanza, secondo alcuni studi relativi alla prima ondata pandemica, sembra rappresentare una condizione a maggior rischio di complicanze della gravidanza ed essere associato ad un outcome neonatale peggiore rispetto alla popolazione sana, specie per alcuni aspetti come il peso alla nascita, l’età gestazionale e la durata della degenza. Tuttavia, tali complicanze sono associate principalmente a forme di malattia materna grave. Tra i nati da donne vaccinate in gravidanza non sono stati individuati trend preoccupanti circa l’EG, il peso alla nascita e patologie diagnosticate dopo il parto. La trasmissione verticale dell’infezione sembra un evento raro, mentre il passaggio transplacentare degli anticorpi diretti contro il virus di norma avviene sia dopo infezione pregressa della madre che a seguito della vaccinazione.
Lo scopo di questo progetto di tesi è di approfondire la conoscenza circa la trasmissione madre neonato dell’infezione da SARS-Cov-2, sul ruolo protettivo della risposta anticorpale materna indotta dalla vaccinazione o dalla pregressa infezione, e valutare lo stato di salute dei bambini nati da donne che si sono vaccinate e/o hanno contratto l’infezione da SARS-Cov-2 durante la gravidanza o al momento del parto.
A tal fine abbiamo reclutato 252 donne con i rispettivi neonati, così distribuiti tra 4 gruppi di diade madre-neonato: 94 neonati da madre con pregresso Covid 19 (gruppo 1a), 43 neonati da madre con Covid 19 (2a) al momento del parto, 60 neonati da madre vaccinata (3a) e 55 neonati del gruppo di controllo (4a). Abbiamo voluto confrontare diversi parametri relativi all’auxologia, al decorso ospedaliero e alla sierologia del neonato, tra 3 gruppi considerabili come possibili fattori di rischio (e/o di protezione per quanto concerne i nati da vaccinate) rispetto a una popolazione non esposta a tali fattori. Per gran parte dei fattori considerati, non sono emerse significative differenze, ma per alcune variabili, si sono ottenuti risultati diversi nel gruppo dei nati da donne che hanno contratto l’infezione da SARS-Cov-2 durante la gravidanza (1a). Dal nostro studio è emerso che, se da un lato l’infezione in gravidanza influisce negativamente sul peso alla nascita, non ha effetti tali da compromettere significativamente la salute del neonato e portare alla necessità di supporto medico avanzato, almeno nella maggioranza dei casi analizzati. La media del centile di peso alla nascita è stata infatti significativamente più bassa nel gruppo 1 a rispetto al controllo, mentre l’incidenza di SGA in questo gruppo è stata più alta del controllo di circa l’8% senza raggiungere però una significatività statistica.
Invece, in nessuno dei gruppi, si sono riscontrate differenze significative per quanto riguarda l’indice di Apgar a 5 minuti, le necessità rianimatorie al parto, gli episodi di ipoglicemia durante la degenza, il tipo di allattamento adottato e nella valutazione complessiva del decorso presso UO di Neonatologia. I parametri clinici neonatali che sembrano risentire maggiormente dell’infezione materna durante la gravidanza sono la necessità di fototerapia nel trattamento dell’ittero neonatale (17% contro 3,6% nel gruppo di controllo) e il distress respiratorio (8,5%), ma questa evidenza va ulteriormente indagata su campioni più ampi e tenendo in considerazione altri possibili fattori di rischio.
Sugli aspetti laboratoristici, la più importante evidenza emersa è la rarità della trasmissione verticale che non è stata documentata in nessuno dei 43 neonati del gruppo 2a testati, (con TNF, ricerca del genoma virale e delle IgM anti-Spike su sangue cordonale). La positività anticorpale nei neonati di cui disponevamo della sierologia, è stata nettamente più alta nel gruppo 1 (66,7%) e nel gruppo 3 (100%), rispetto al gruppo 2 (32%), tuttavia ulteriori indagini sono necessarie per comprendere il ruolo protettivo per il neonato degli anticorpi antenatali.
Molte delle evidenze circa l’infezione da SARS-Cov-2 nella diade madre-neonato non sono definitive, e questo stesso studio proseguirà per valutare gli effetti a lungo termine sulla salute neonatale e pediatrica e per analizzare in maniera più dettagliata gli aspetti relativi alla sierologia.
Lo scopo di questo progetto di tesi è di approfondire la conoscenza circa la trasmissione madre neonato dell’infezione da SARS-Cov-2, sul ruolo protettivo della risposta anticorpale materna indotta dalla vaccinazione o dalla pregressa infezione, e valutare lo stato di salute dei bambini nati da donne che si sono vaccinate e/o hanno contratto l’infezione da SARS-Cov-2 durante la gravidanza o al momento del parto.
A tal fine abbiamo reclutato 252 donne con i rispettivi neonati, così distribuiti tra 4 gruppi di diade madre-neonato: 94 neonati da madre con pregresso Covid 19 (gruppo 1a), 43 neonati da madre con Covid 19 (2a) al momento del parto, 60 neonati da madre vaccinata (3a) e 55 neonati del gruppo di controllo (4a). Abbiamo voluto confrontare diversi parametri relativi all’auxologia, al decorso ospedaliero e alla sierologia del neonato, tra 3 gruppi considerabili come possibili fattori di rischio (e/o di protezione per quanto concerne i nati da vaccinate) rispetto a una popolazione non esposta a tali fattori. Per gran parte dei fattori considerati, non sono emerse significative differenze, ma per alcune variabili, si sono ottenuti risultati diversi nel gruppo dei nati da donne che hanno contratto l’infezione da SARS-Cov-2 durante la gravidanza (1a). Dal nostro studio è emerso che, se da un lato l’infezione in gravidanza influisce negativamente sul peso alla nascita, non ha effetti tali da compromettere significativamente la salute del neonato e portare alla necessità di supporto medico avanzato, almeno nella maggioranza dei casi analizzati. La media del centile di peso alla nascita è stata infatti significativamente più bassa nel gruppo 1 a rispetto al controllo, mentre l’incidenza di SGA in questo gruppo è stata più alta del controllo di circa l’8% senza raggiungere però una significatività statistica.
Invece, in nessuno dei gruppi, si sono riscontrate differenze significative per quanto riguarda l’indice di Apgar a 5 minuti, le necessità rianimatorie al parto, gli episodi di ipoglicemia durante la degenza, il tipo di allattamento adottato e nella valutazione complessiva del decorso presso UO di Neonatologia. I parametri clinici neonatali che sembrano risentire maggiormente dell’infezione materna durante la gravidanza sono la necessità di fototerapia nel trattamento dell’ittero neonatale (17% contro 3,6% nel gruppo di controllo) e il distress respiratorio (8,5%), ma questa evidenza va ulteriormente indagata su campioni più ampi e tenendo in considerazione altri possibili fattori di rischio.
Sugli aspetti laboratoristici, la più importante evidenza emersa è la rarità della trasmissione verticale che non è stata documentata in nessuno dei 43 neonati del gruppo 2a testati, (con TNF, ricerca del genoma virale e delle IgM anti-Spike su sangue cordonale). La positività anticorpale nei neonati di cui disponevamo della sierologia, è stata nettamente più alta nel gruppo 1 (66,7%) e nel gruppo 3 (100%), rispetto al gruppo 2 (32%), tuttavia ulteriori indagini sono necessarie per comprendere il ruolo protettivo per il neonato degli anticorpi antenatali.
Molte delle evidenze circa l’infezione da SARS-Cov-2 nella diade madre-neonato non sono definitive, e questo stesso studio proseguirà per valutare gli effetti a lungo termine sulla salute neonatale e pediatrica e per analizzare in maniera più dettagliata gli aspetti relativi alla sierologia.
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