Tesi etd-06272025-174625 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ILLARIO, CARLO SIMONE
URN
etd-06272025-174625
Titolo
Analisi e ottimizzazione di impianti di essiccamento di matrici organiche ad alto tenore di solidi
Dipartimento
INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
Corso di studi
INGEGNERIA CHIMICA
Relatori
relatore Prof.ssa Brunazzi, Elisabetta
relatore Ing. Paoletti, Emiliano
controrelatore Prof. Nicolella, Cristiano
relatore Ing. Paoletti, Emiliano
controrelatore Prof. Nicolella, Cristiano
Parole chiave
- essiccamento
- essiccamento indiretto
- essiccatore
- essiccatore a dischi rotanti
Data inizio appello
15/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2065
Riassunto
L'essiccamento di matrici organiche ad alto tenore di solidi è un processo che mira alla riduzione del contenuto di umidità di materiali organici, come digestato, fanghi di depurazione, scarti agroindustriali o rifiuti organici, per ridurne il volume, facilitandone di conseguenza la gestione, il trasporto e lo smaltimento o per prepararli ad ulteriori trattamenti. Questo processo può essere realizzato attraverso diverse tecnologie, sia termiche che non termiche, a seconda delle specifiche esigenze e delle caratteristiche della matrice da trattare.
In questo lavoro viene trattato il funzionamento di un impianto pilota che presenta come cuore del processo un essiccatore a dischi rotanti, il cui principio di funzionamento sfrutta uno scambio indiretto di calore tra il fluido caldo di processo e la matrice organica da essiccare.
L’impianto pilota è costituito di tre sezioni logisticamente indipendenti ma processisticamente connesse per svolgere le tre funzioni fondamentali del processo: essiccazione della matrice organica umida, condensazione dell’evaporato prodotto e successiva rimozione come liquido, generazione del calore da trasmettere all’essiccatore sotto forma di fluido di processo.
Nella prima sezione è presente l’essiccatore a dischi rotanti, in cui viene caricata la matrice organica con un elevato tenore di umidità ed esce come fango palabile.
Nella seconda sezione arriva l’evaporato prodotto nella sezione precedente e viene prima condensato e poi sottoraffreddato in un aerocondensatore, per poi essere raccolto in un serbatoio e scaricato, mentre gli incondensabili vengono convogliati in un filtro a carboni per la rimozione delle sostanze odorigene.
Nella terza sezione si ha la produzione del fluido caldo di processo, che può essere vapore saturo prodotto da un generatore di vapore ed alimentato direttamente all’interno dell’albero passante all’interno dell’essiccatore per poi distribuirsi nei dischi rotanti, o acqua calda nel caso in cui si operi sottovuoto, usando il vapore prodotto dal generatore di vapore per scaldare l’acqua e sfruttando quindi solo il calore sensibile nel processo di essiccamento. La particolarità di questa sezione è che sia costituita da un ciclo chiuso, poiché il fluido caldo di processo, una volta uscito dall’essiccatore, viene raccolto in un pozzo caldo per poi essere alimentato nuovamente al generatore di calore.
L’obiettivo del lavoro è quello di analizzare tale processo ed ottimizzarlo tramite la conduzione di una campagna di prove sperimentali, andando ad agire su quelle che sono le condizioni operative, per arrivare in fine ad una caratterizzazione tramite l’ottenimento del coefficiente globale di scambio termico e degli indici di prestazione.
L’ottenimento e l’elaborazione dei dati raccolti durante la campagna di prove sperimentali è fondamentale per poter confrontare le prestazioni di tale tecnologia con altre dello stesso tipo e analizzare quelli che potrebbero essere i miglioramenti da effettuare al fine di introdurre un nuovo prodotto sul mercato.
L’impianto pilota è situato presso lo stabilimento Italcol Spa a Castelfiorentino, ed è stato progettato dalla società RAFT srl sulla base del progetto di ricerca ZERO DRY.
RAFT srl, società di engineering operante nei settori ambientale ed energetico, intende introdurre sul mercato questo nuovo prodotto, ovvero un impianto di essiccamento indiretto che presenta elementi di innovazione nell’assenza di produzione di emissioni gassose nocive e/o odorigene né reflui acquosi, con consumi energetici minimizzati. Tale tecnologia costituisce ad oggi un unicum nel panorama del trattamento di rifiuti e potrebbe rivoluzionare tale settore, apportando importanti miglioramenti nella soluzione di una delle problematiche più importanti a livello ambientale in ambito sia regionale che nazionale.
In questo lavoro viene trattato il funzionamento di un impianto pilota che presenta come cuore del processo un essiccatore a dischi rotanti, il cui principio di funzionamento sfrutta uno scambio indiretto di calore tra il fluido caldo di processo e la matrice organica da essiccare.
L’impianto pilota è costituito di tre sezioni logisticamente indipendenti ma processisticamente connesse per svolgere le tre funzioni fondamentali del processo: essiccazione della matrice organica umida, condensazione dell’evaporato prodotto e successiva rimozione come liquido, generazione del calore da trasmettere all’essiccatore sotto forma di fluido di processo.
Nella prima sezione è presente l’essiccatore a dischi rotanti, in cui viene caricata la matrice organica con un elevato tenore di umidità ed esce come fango palabile.
Nella seconda sezione arriva l’evaporato prodotto nella sezione precedente e viene prima condensato e poi sottoraffreddato in un aerocondensatore, per poi essere raccolto in un serbatoio e scaricato, mentre gli incondensabili vengono convogliati in un filtro a carboni per la rimozione delle sostanze odorigene.
Nella terza sezione si ha la produzione del fluido caldo di processo, che può essere vapore saturo prodotto da un generatore di vapore ed alimentato direttamente all’interno dell’albero passante all’interno dell’essiccatore per poi distribuirsi nei dischi rotanti, o acqua calda nel caso in cui si operi sottovuoto, usando il vapore prodotto dal generatore di vapore per scaldare l’acqua e sfruttando quindi solo il calore sensibile nel processo di essiccamento. La particolarità di questa sezione è che sia costituita da un ciclo chiuso, poiché il fluido caldo di processo, una volta uscito dall’essiccatore, viene raccolto in un pozzo caldo per poi essere alimentato nuovamente al generatore di calore.
L’obiettivo del lavoro è quello di analizzare tale processo ed ottimizzarlo tramite la conduzione di una campagna di prove sperimentali, andando ad agire su quelle che sono le condizioni operative, per arrivare in fine ad una caratterizzazione tramite l’ottenimento del coefficiente globale di scambio termico e degli indici di prestazione.
L’ottenimento e l’elaborazione dei dati raccolti durante la campagna di prove sperimentali è fondamentale per poter confrontare le prestazioni di tale tecnologia con altre dello stesso tipo e analizzare quelli che potrebbero essere i miglioramenti da effettuare al fine di introdurre un nuovo prodotto sul mercato.
L’impianto pilota è situato presso lo stabilimento Italcol Spa a Castelfiorentino, ed è stato progettato dalla società RAFT srl sulla base del progetto di ricerca ZERO DRY.
RAFT srl, società di engineering operante nei settori ambientale ed energetico, intende introdurre sul mercato questo nuovo prodotto, ovvero un impianto di essiccamento indiretto che presenta elementi di innovazione nell’assenza di produzione di emissioni gassose nocive e/o odorigene né reflui acquosi, con consumi energetici minimizzati. Tale tecnologia costituisce ad oggi un unicum nel panorama del trattamento di rifiuti e potrebbe rivoluzionare tale settore, apportando importanti miglioramenti nella soluzione di una delle problematiche più importanti a livello ambientale in ambito sia regionale che nazionale.
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