Tesi etd-06272025-112044 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PIERRO, ALESSIA
URN
etd-06272025-112044
Titolo
Il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura tra regole, prassi e riforme in discussione
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Campanelli, Giuseppe
Parole chiave
- consiglio superiore della magistratura
- prassi di astensione dal voto
- vice presidente
Data inizio appello
17/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2065
Riassunto
Il presente lavoro di tesi si prefigge l'obiettivo di analizzare nel dettaglio la figura istituzionale del Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, non soltanto dal punto di vista normativo e regolamentare ma anche, e soprattutto, alla luce delle tendenze che, in concreto, caratterizzano la figura in esame.
Il primo capitolo è dedicato all’analisi complessiva del Consiglio Superiore della Magistratura. La trattazione prende avvio da una ricostruzione storica – condotta in chiave critica – dei precedenti dell’attuale organo di governo autonomo della magistratura, susseguitesi in Italia prima dell’entrata in vigore della Costituzione. Particolare attenzione è riservata all’ordinamento giudiziario Grandi del 1941, caratterizzato da una marcata soggezione della magistratura al potere esecutivo, con conseguente compressione dell’autonomia ed indipendenza dell’ordine giudiziario. Successivamente, partendo dalla ricostruzione del dibattito in seno all’Assemblea Costituente, si esamina la composizione attuale del CSM, mettendo in luce, tra le altre cose, le criticità, persistenti nel tempo, che caratterizzano il sistema di elezione dei membri togati. Oltre alla composizione del plenum, il capitolo si sofferma sull’organizzazione interna dell’organo, analizzando le principali articolazioni che ne supportano l’attività: il Comitato di Presidenza, la Sezione Disciplinare e il complesso sistema delle Commissioni Referenti. In chiusura, si affronta il tema delle funzioni costituzionalmente attribuite al Consiglio Superiore della Magistratura, muovendo dall’art. 105 Cost.
Il secondo capitolo è dedicato a un’analisi approfondita del ruolo del Vice Presidente all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura. In apertura, viene offerto un inquadramento generale degli uffici di vicepresidenza presenti all’interno degli organi collegiali operanti nell’ordinamento italiano, al fine di fornire un utile termine di confronto. La trattazione si concentra poi sulla procedura di elezione, di rango secondario, del Vice Presidente, che viene esaminata non soltanto dal punto di vista regolamentare, ma anche delle proposte di riforma che l’hanno interessata. Tra queste, particolare attenzione è riservata all’introduzione delle candidature alla vigilia della elezione, avanzata da ultimo dalla Commissione Luciani. Di tale proposta vengono analizzati i punti di forza, le criticità e le ragioni che ne hanno impedito l’adozione. Segue un esame delle funzioni “proprie” del Vice Presidente e delle problematiche ad esse connesse. Da qui, partendo dall’istituto della delega del Presidente della Repubblica al Vice Presidente, si opera una distinzione tra le funzioni delegate e le funzioni di vicariato esercitate in luogo del Capo dello Stato. Il capitolo si conclude con una rassegna delle principali posizioni dottrinali in ordine al ruolo svolto dal Vice Presidente, sia in rapporto al Presidente della Repubblica, sia in relazione agli altri consiglieri.
Il terzo, e ultimo, capitolo ha ad oggetto un’analisi, svolta in chiave fortemente critica, della prassi di astensione dal voto seguita, nel corso degli anni, dalla quasi totalità dei Presidenti e dei Vice Presidenti del Consiglio Superiore della Magistratura. L’indagine prende avvio dalla disciplina relativa alla presidenza della seduta plenaria, soffermandosi, in particolare, sulla portata del voto eventualmente esercitato dal presidente di seduta. Il capitolo, poi, si concentra poi sull’analisi della vicepresidenza Pinelli, con particolare riguardo alla nomina del nuovo Procuratore di Firenze, che costituisce il primo, non giustificato, strappo alla prassi di astensione osservata dallo stesso Vice Presidente Pinelli fin dal momento del suo insediamento.
Il primo capitolo è dedicato all’analisi complessiva del Consiglio Superiore della Magistratura. La trattazione prende avvio da una ricostruzione storica – condotta in chiave critica – dei precedenti dell’attuale organo di governo autonomo della magistratura, susseguitesi in Italia prima dell’entrata in vigore della Costituzione. Particolare attenzione è riservata all’ordinamento giudiziario Grandi del 1941, caratterizzato da una marcata soggezione della magistratura al potere esecutivo, con conseguente compressione dell’autonomia ed indipendenza dell’ordine giudiziario. Successivamente, partendo dalla ricostruzione del dibattito in seno all’Assemblea Costituente, si esamina la composizione attuale del CSM, mettendo in luce, tra le altre cose, le criticità, persistenti nel tempo, che caratterizzano il sistema di elezione dei membri togati. Oltre alla composizione del plenum, il capitolo si sofferma sull’organizzazione interna dell’organo, analizzando le principali articolazioni che ne supportano l’attività: il Comitato di Presidenza, la Sezione Disciplinare e il complesso sistema delle Commissioni Referenti. In chiusura, si affronta il tema delle funzioni costituzionalmente attribuite al Consiglio Superiore della Magistratura, muovendo dall’art. 105 Cost.
Il secondo capitolo è dedicato a un’analisi approfondita del ruolo del Vice Presidente all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura. In apertura, viene offerto un inquadramento generale degli uffici di vicepresidenza presenti all’interno degli organi collegiali operanti nell’ordinamento italiano, al fine di fornire un utile termine di confronto. La trattazione si concentra poi sulla procedura di elezione, di rango secondario, del Vice Presidente, che viene esaminata non soltanto dal punto di vista regolamentare, ma anche delle proposte di riforma che l’hanno interessata. Tra queste, particolare attenzione è riservata all’introduzione delle candidature alla vigilia della elezione, avanzata da ultimo dalla Commissione Luciani. Di tale proposta vengono analizzati i punti di forza, le criticità e le ragioni che ne hanno impedito l’adozione. Segue un esame delle funzioni “proprie” del Vice Presidente e delle problematiche ad esse connesse. Da qui, partendo dall’istituto della delega del Presidente della Repubblica al Vice Presidente, si opera una distinzione tra le funzioni delegate e le funzioni di vicariato esercitate in luogo del Capo dello Stato. Il capitolo si conclude con una rassegna delle principali posizioni dottrinali in ordine al ruolo svolto dal Vice Presidente, sia in rapporto al Presidente della Repubblica, sia in relazione agli altri consiglieri.
Il terzo, e ultimo, capitolo ha ad oggetto un’analisi, svolta in chiave fortemente critica, della prassi di astensione dal voto seguita, nel corso degli anni, dalla quasi totalità dei Presidenti e dei Vice Presidenti del Consiglio Superiore della Magistratura. L’indagine prende avvio dalla disciplina relativa alla presidenza della seduta plenaria, soffermandosi, in particolare, sulla portata del voto eventualmente esercitato dal presidente di seduta. Il capitolo, poi, si concentra poi sull’analisi della vicepresidenza Pinelli, con particolare riguardo alla nomina del nuovo Procuratore di Firenze, che costituisce il primo, non giustificato, strappo alla prassi di astensione osservata dallo stesso Vice Presidente Pinelli fin dal momento del suo insediamento.
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