Tesi etd-06272023-103724 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DAGHINI, ELEONORA
URN
etd-06272023-103724
Titolo
Valutazione della degenerazione delle cellule ganglionari retiniche in due modelli murini di neurodegenerazione
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Prof. Dal Monte, Massimo
Parole chiave
- ALS
- malattia di Alzheimer
- neurodegeneration
- neurodegenerazione
- retina
Data inizio appello
24/10/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/10/2093
Riassunto
La malattia di Alzheimer (AD) e la sclerosi laterale amiotrofica (ALS) rappresentano due patologie neurodegenerative che sono, ad oggi, tra le maggiori cause di morbilità e di disabilità. In particolare, l’AD è il tipo più diffuso di demenza ed è caratterizzata sia da forme sporadiche che familiari ad insorgenza precoce. La maggior parte dei casi di malattia familiare di Alzheimer (FAD) sono associati a mutazioni autosomiche dominanti nei geni che codificano per la proteina precursore dell'amiloide (APP), per la presenilina 1 (PSEN1) e per la presenilina 2, implicati nel fisiologico processo di sintesi e proteolisi delle β-amiloidi (Aβ). Queste mutazioni comportano un’aumentata processazione dell’APP, con conseguente deposizione e aggregazione extracellulare di Aβ, le principali costituenti delle cosiddette placche amiloidi.
Un altro elemento patogenetico è rappresentato dai grovigli neurofibrillari intraneuronali, che si vengono a formare in seguito a meccanismi di iperfosforilazione della proteina associata ai microtubuli tau. Tutti questi elementi, nell'insieme, contribuiscono in modo significativo all’alterazione del metabolismo cellulare a livello neuronale, provocando infiammazione, stress ossidativo, citotossicità, morte neuronale e declino cognitivo associato. Questa condizione viene riprodotta nel modello murino transgenico 5xFAD che presenta cinque mutazioni specifiche, di cui tre nel gene umano dell’APP e due nel gene umano della PSEN1, che comportano un’insorgenza più rapida della malattia.
La ALS, invece, rappresenta una malattia neurodegenerativa progressiva e potenzialmente fatale, caratterizzata da atrofia muscolare neurogena e paralisi dovute alla perdita dei motoneuroni corticali e spinali. Una delle cause alla base della sua patogenesi è rappresentata da mutazioni autosomiche dominanti nel gene della superossido dismutasi 1 (SOD1), che codifica per un importante enzima antiossidante cellulare. Per studiare le caratteristiche di questa patologia è stato selezionato il modello murino transgenico SOD1G93A che esprime una forma mutante del gene umano. Questa condizione comporta un fenotipo simile a quello dell’uomo con degenerazione progressiva dei motoneuroni associata a morte neuronale, gliosi e accumulo di proteine mal ripiegate e ubiquitinate. Quest'ultimo processo, in particolare, sembrerebbe essere legato alla presenza di prodotti proteici SOD1 anomali, caratterizzati da una struttura instabile, perdita della funzione enzimatica e proni alla formazione di aggregati insolubili che risultano in condizioni di stress ossidativo e neurotossicità a livello di motoneuroni e cellule gliali.
Lo scopo di questa tesi è quello di caratterizzare le principali alterazioni strutturali, funzionali e molecolari a livello retinico in questi modelli murini, in linea con l’obiettivo finale di elaborare una terapia genica a RNA, che possa permettere di intervenire contro la neurodegenerazione in modelli animali di note patologie. In questo contesto, la retina viene utilizzata come modello di sistema nervoso centrale trattandosi, a tutti gli effetti, di una porzione integrale ma dislocata, e perciò di più facile accesso. Gli animali sono stati valutati periodicamente tramite elettroretinogramma e tomografia a coerenza ottica, al fine di evidenziare alterazioni funzionali e strutturali retiniche e poter così seguire il declino nel tempo. Allo stesso modo, sono state condotte analisi molecolari tramite Western Blot al fine di valutare l’espressione proteica dei principali marker associati a stress ossidativo, quali il fattore di trascrizione nucleare eritroide-2 (Nrf-2), la eme-ossigenasi 1 (HO-1), la NADPH chinone ossidoreduttasi, e del marker di disfunzione mitocondriale citocromo c (Cyt-c). Infine, sono stati analizzati anche i livelli di alcune proteine che risultano maggiormente espresse in condizioni di neuroinfiammazione come la proteina fibrillare acida della glia (GFAP), la molecola 1 dell'adattatore legante il calcio ionizzato (IBA-1), il fattore nucleare κB (NF-κB) e la sua forma fosforilata (pNF-κB).
A conclusione di questo elaborato di tesi, si riscontra la presenza di alterazioni funzionali, strutturali e molecolari nel modello 5xFAD già a partire dai 6 mesi e alterazioni funzionali e molecolari nel modello SOD1 a 90 giorni di età. Nel complesso, questi risultati sottolineano come l’indagine retinica rappresenti un approccio valido per la valutazione di processi patologici e alterazioni associati a malattie neurodegenerative, anche a tempi precoci. Questo elemento si rivela essenziale per la successiva applicazione nell’ambito della sperimentazione di nuove terapie.
Un altro elemento patogenetico è rappresentato dai grovigli neurofibrillari intraneuronali, che si vengono a formare in seguito a meccanismi di iperfosforilazione della proteina associata ai microtubuli tau. Tutti questi elementi, nell'insieme, contribuiscono in modo significativo all’alterazione del metabolismo cellulare a livello neuronale, provocando infiammazione, stress ossidativo, citotossicità, morte neuronale e declino cognitivo associato. Questa condizione viene riprodotta nel modello murino transgenico 5xFAD che presenta cinque mutazioni specifiche, di cui tre nel gene umano dell’APP e due nel gene umano della PSEN1, che comportano un’insorgenza più rapida della malattia.
La ALS, invece, rappresenta una malattia neurodegenerativa progressiva e potenzialmente fatale, caratterizzata da atrofia muscolare neurogena e paralisi dovute alla perdita dei motoneuroni corticali e spinali. Una delle cause alla base della sua patogenesi è rappresentata da mutazioni autosomiche dominanti nel gene della superossido dismutasi 1 (SOD1), che codifica per un importante enzima antiossidante cellulare. Per studiare le caratteristiche di questa patologia è stato selezionato il modello murino transgenico SOD1G93A che esprime una forma mutante del gene umano. Questa condizione comporta un fenotipo simile a quello dell’uomo con degenerazione progressiva dei motoneuroni associata a morte neuronale, gliosi e accumulo di proteine mal ripiegate e ubiquitinate. Quest'ultimo processo, in particolare, sembrerebbe essere legato alla presenza di prodotti proteici SOD1 anomali, caratterizzati da una struttura instabile, perdita della funzione enzimatica e proni alla formazione di aggregati insolubili che risultano in condizioni di stress ossidativo e neurotossicità a livello di motoneuroni e cellule gliali.
Lo scopo di questa tesi è quello di caratterizzare le principali alterazioni strutturali, funzionali e molecolari a livello retinico in questi modelli murini, in linea con l’obiettivo finale di elaborare una terapia genica a RNA, che possa permettere di intervenire contro la neurodegenerazione in modelli animali di note patologie. In questo contesto, la retina viene utilizzata come modello di sistema nervoso centrale trattandosi, a tutti gli effetti, di una porzione integrale ma dislocata, e perciò di più facile accesso. Gli animali sono stati valutati periodicamente tramite elettroretinogramma e tomografia a coerenza ottica, al fine di evidenziare alterazioni funzionali e strutturali retiniche e poter così seguire il declino nel tempo. Allo stesso modo, sono state condotte analisi molecolari tramite Western Blot al fine di valutare l’espressione proteica dei principali marker associati a stress ossidativo, quali il fattore di trascrizione nucleare eritroide-2 (Nrf-2), la eme-ossigenasi 1 (HO-1), la NADPH chinone ossidoreduttasi, e del marker di disfunzione mitocondriale citocromo c (Cyt-c). Infine, sono stati analizzati anche i livelli di alcune proteine che risultano maggiormente espresse in condizioni di neuroinfiammazione come la proteina fibrillare acida della glia (GFAP), la molecola 1 dell'adattatore legante il calcio ionizzato (IBA-1), il fattore nucleare κB (NF-κB) e la sua forma fosforilata (pNF-κB).
A conclusione di questo elaborato di tesi, si riscontra la presenza di alterazioni funzionali, strutturali e molecolari nel modello 5xFAD già a partire dai 6 mesi e alterazioni funzionali e molecolari nel modello SOD1 a 90 giorni di età. Nel complesso, questi risultati sottolineano come l’indagine retinica rappresenti un approccio valido per la valutazione di processi patologici e alterazioni associati a malattie neurodegenerative, anche a tempi precoci. Questo elemento si rivela essenziale per la successiva applicazione nell’ambito della sperimentazione di nuove terapie.
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