Tesi etd-06272021-171326 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MUCI, FRANCESCA
URN
etd-06272021-171326
Titolo
Manometria esofagea HRM vs Endoscopia: correlazione tra due differenti tecniche nella diagnosi di ernia iatale. Studio prospettico single center.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore de Bortoli, Nicola
Parole chiave
- ernia iatale
- manometria HRM
Data inizio appello
14/07/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
Background: L’endoscopia da sempre è considerata, nella pratica clinica, la tecnica di primo livello da utilizzare in presenza di sintomi da reflusso gastroesofageo (GERD). In caso di endoscopia negativa la presenza di ernia iatale (HH) viene utilizzata come surrogato di diagnosi di GERD. Pochi dati sono noti sull’efficacia diagnostica della metodica.
Scopo dello studio: Lo scopo principale di questo studio di tesi è stato quello di confrontare due diverse metodiche diagnostiche per fare diagnosi di HH, l’endoscopia superiore (EGD) e la manometria esofagea (HRM), al fine di individuare quale delle due mostrasse miglior performance. Lo scopo secondario dello studio è stato invece confrontare le misurazioni dell’estensione dell’HH rilevate mediante HRM con quelle rilevate in vivo nel corso di intervento chirurgico in una piccola coorte di pazienti.
Materiali e metodi: I pazienti inclusi nello studio lamentavano sintomi correlati a GERD ed era stata diagnosticata loro la presenza di HH tramite endoscopia. Tali soggetti sono stati sottoposti a HRM, MII-pH e Rx esofago-stomaco con mdc per riscontrare e misurare le dimensioni dell’HH.
Tramite endoscopia è stato possibile osservare la morfologia della EGJ e classificare l’HH in base ai cm di distanza tra EGJ e bordo prossimale dell’impronta crurale del diaframma.
L’esecuzione della HRM, tramite la valutazione della registrazione basale della EGJ e della peristalsi esofagea e mediante la localizzazione delle pressioni del LES e del CD, ha consentito la misurazione in cm della distanza tra le due componenti della EGJ e quindi anche la classificazione della morfologia della giunzione in base all’entità della separazione assiale tra LES e CD.
Mediante la MII-pH sono stati ottenuti i valori dell’esposizione esofagea all’acido (AET).
Infine con l’Rx esofago-stomaco con mdc si è osservata la EGJ (anello B) e l’aspetto radiologico è stato classificato in base alla distanza in cm dell’anello B dal bordo prossimale del diaframma.
Tutti i pazienti esaminati sono stati infine divisi in due sottogruppi in base al fatto che l’HH fosse stata diagnosticata con 2 metodiche (HRM e Rx) o solo con endoscopia superiore.
In un sottogruppo di pazienti è stata valutata la EGJ in vivo in corso di intervento chirurgico.
Risultati: Sono stati arruolati 151 pazienti (94 donne) con età media di 56.2±15.4 anni. All’endoscopia tutti presentavano HH ma solamente 34/151 (22.5%) presentavano esofagite erosiva. All’HRM il 72/151 (47.7%) dei soggetti aveva una EGJ di tipo III mentre alla MII-pH si è riscontrato un AET patologico in 68/151 (45%) dei casi e infine all’Rx esofago-stomaco con mdc è stata riscontrata la presenza di HH in 75/151 (49.7%) dei pazienti.
La lunghezza media della HH misurata tramite endoscopia era 5.4±2.6, quella misurata tramite HRM era 3.9±2.2 e quella misurata con Rx era 4±2.5. Nel sottogruppo di pazienti (12, 7 donne, con età media di 55.1 anni) in cui è stata valutata la EGJ in vivo, la misurazione era sovrapponibile a quella registrata con le 2 metodiche.
Conclusioni: I risultati di questo lavoro di tesi confermano che l’HRM è una tecnica estremamente precisa nel diagnosticare l’HH e dimostrano che questa tecnica ha una performance nettamente superiore all’endoscopia, che invece sovrastima la diagnosi e le dimensioni dell’HH. Confrontando HRM e radiologia con bario è invece è emerso che queste due tecniche permettono di fare diagnosi di HH in modo quasi sovrapponibile, ma la HRM non espone il paziente a radiazioni. Questo studio ha inoltre confermato che solo i pazienti con HH avevano un profilo fisiopatologico compatibile con GERD conclamata.
Scopo dello studio: Lo scopo principale di questo studio di tesi è stato quello di confrontare due diverse metodiche diagnostiche per fare diagnosi di HH, l’endoscopia superiore (EGD) e la manometria esofagea (HRM), al fine di individuare quale delle due mostrasse miglior performance. Lo scopo secondario dello studio è stato invece confrontare le misurazioni dell’estensione dell’HH rilevate mediante HRM con quelle rilevate in vivo nel corso di intervento chirurgico in una piccola coorte di pazienti.
Materiali e metodi: I pazienti inclusi nello studio lamentavano sintomi correlati a GERD ed era stata diagnosticata loro la presenza di HH tramite endoscopia. Tali soggetti sono stati sottoposti a HRM, MII-pH e Rx esofago-stomaco con mdc per riscontrare e misurare le dimensioni dell’HH.
Tramite endoscopia è stato possibile osservare la morfologia della EGJ e classificare l’HH in base ai cm di distanza tra EGJ e bordo prossimale dell’impronta crurale del diaframma.
L’esecuzione della HRM, tramite la valutazione della registrazione basale della EGJ e della peristalsi esofagea e mediante la localizzazione delle pressioni del LES e del CD, ha consentito la misurazione in cm della distanza tra le due componenti della EGJ e quindi anche la classificazione della morfologia della giunzione in base all’entità della separazione assiale tra LES e CD.
Mediante la MII-pH sono stati ottenuti i valori dell’esposizione esofagea all’acido (AET).
Infine con l’Rx esofago-stomaco con mdc si è osservata la EGJ (anello B) e l’aspetto radiologico è stato classificato in base alla distanza in cm dell’anello B dal bordo prossimale del diaframma.
Tutti i pazienti esaminati sono stati infine divisi in due sottogruppi in base al fatto che l’HH fosse stata diagnosticata con 2 metodiche (HRM e Rx) o solo con endoscopia superiore.
In un sottogruppo di pazienti è stata valutata la EGJ in vivo in corso di intervento chirurgico.
Risultati: Sono stati arruolati 151 pazienti (94 donne) con età media di 56.2±15.4 anni. All’endoscopia tutti presentavano HH ma solamente 34/151 (22.5%) presentavano esofagite erosiva. All’HRM il 72/151 (47.7%) dei soggetti aveva una EGJ di tipo III mentre alla MII-pH si è riscontrato un AET patologico in 68/151 (45%) dei casi e infine all’Rx esofago-stomaco con mdc è stata riscontrata la presenza di HH in 75/151 (49.7%) dei pazienti.
La lunghezza media della HH misurata tramite endoscopia era 5.4±2.6, quella misurata tramite HRM era 3.9±2.2 e quella misurata con Rx era 4±2.5. Nel sottogruppo di pazienti (12, 7 donne, con età media di 55.1 anni) in cui è stata valutata la EGJ in vivo, la misurazione era sovrapponibile a quella registrata con le 2 metodiche.
Conclusioni: I risultati di questo lavoro di tesi confermano che l’HRM è una tecnica estremamente precisa nel diagnosticare l’HH e dimostrano che questa tecnica ha una performance nettamente superiore all’endoscopia, che invece sovrastima la diagnosi e le dimensioni dell’HH. Confrontando HRM e radiologia con bario è invece è emerso che queste due tecniche permettono di fare diagnosi di HH in modo quasi sovrapponibile, ma la HRM non espone il paziente a radiazioni. Questo studio ha inoltre confermato che solo i pazienti con HH avevano un profilo fisiopatologico compatibile con GERD conclamata.
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