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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06262025-143329


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MELANI, MATTEO
URN
etd-06262025-143329
Titolo
Attivazione della neuromodulazione ecografica splancnica per la gestione non invasiva della perfusione
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Corradi, Francesco
Parole chiave
  • cholinergic anti-inflammatory pathway (CAP)
  • neuromodulazione
  • RDRI
  • SDRI
Data inizio appello
15/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2028
Riassunto
Il Cholinergic Anti-inflammatory Pathway (CAP) è un circuito neuroimmunitario vagale-splenico che regola la risposta infiammatoria attraverso meccanismi riflessi a mediazione colinergica. La sua stimolazione è stata ampiamente studiata in modelli animali, mostrando effetti antinfiammatori sistemici e in alcuni contesti anche nefroprotettivi, in particolare, in caso di danno ischemico-riperfusivo. Tuttavia, nessuno studio ha finora valutato in ambito umano gli effetti della stimolazione del CAP sulla perfusione viscerale, né tantomeno ha esplorato l’utilizzo di trasduttori ecografici diagnostici come strumento di neuromodulazione non invasiva.
L’obiettivo di questo studio è stato valutare, per la prima volta, la possibilità di attivare il CAP nell’uomo sano mediante una stimolazione ultrasonica a bassa intensità (quella comunemente utilizzata in ambito diagnostico) diretta sulla milza, analizzandone gli effetti sulla perfusione splancnica, e nello specifico renale, come potenziale meccanismo fisiologico intermedio di protezione.
Otto volontari sani sono stati sottoposti ad una esposizione di ultrasuoni a bassa intensità a livello per un totale di 10 minuti, con l’obiettivo di modulare l’attività del nervo splenico e del circuito neuroimmunitario ad esso correlato. Sono stati registrati in due tempi (T0 e T10) i seguenti parametri: indice di resistenza splenico (SDRI) e renale (RDRI) tramite ecocolorDoppler, e saturazione corticale renale (So₂) mediante spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS). Durante la procedura è stato effettuato un monitoraggio continuo non invasivo tramite dispositivo ClearSight®.I risultati hanno mostrato una riduzione significativa sia del SDRI che del RDRI dopo la stimolazione, suggerendo un effetto vasodilatatorio acuto. L’ossimetria renale ha mostrato un incremento tendenziale, sebbene non statisticamente significativo. Non sono state osservate reazioni avverse.
Un aspetto centrale di questo studio è rappresentato dall’utilizzo degli ultrasuoni diagnostici come strumento di neuromodulazione. Sebbene gli ultrasuoni siano largamente impiegati in ambito clinico per fini diagnostici, le loro potenzialità nella modulazione del sistema nervoso autonomo e neuroimmune sono ancora poco esplorate, soprattutto nell’uomo. È noto che gli ultrasuoni possono influenzare l’attività neuronale attraverso meccanismi meccano-sensitivi, come la deformazione delle membrane cellulari, l’apertura di canali ionici sensibili alla pressione (es. canali TRP) e la modulazione della trasmissione sinaptica attraverso stimoli pulsati ad alta frequenza. Questo lavoro propone un nuovo paradigma in cui una stimolazione ultrasonica, mirata e controllata, potrebbe modulare l’attività di fibre nervose profonde in maniera selettiva, come quelle coinvolte nel CAP, aprendo la strada a future applicazioni terapeutiche, non invasive, accessibili e potenzialmente traslabili alla pratica clinica.
Questi dati preliminari indicano che la stimolazione del CAP mediante ultrasuoni ecografici diagnostici può indurre modificazioni acute della perfusione viscerale, in particolare a livello renale, suggerendo un possibile ruolo vascolare nei meccanismi di protezione mediati dal CAP. Questo approccio apre a nuovi scenari di ricerca e a un potenziale impiego clinico dell’ecografia non solo in ambito diagnostico, ma anche come strumento terapeutico di neuromodulazione non invasiva
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