Tesi etd-06262024-233627 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DI RONZA, KEVIN
URN
etd-06262024-233627
Titolo
PENA DI MORTE E MORTE PER PENA
TRA ABIURE E FORME DI "SURROGAZIONE"
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Bresciani, Luca
Parole chiave
- consiglio d'europa
- corte costituzionale italiana
- corte europea dei diritti dell'uomo
- corte penale internazionale
- corte suprema americana
- ergastolo
- pena di morte
- stati uniti
Data inizio appello
15/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2094
Riassunto
L'elaborato ha l'obiettivo di mettere a confronto due pene comunemente considerate facce di una stessa medaglia: la pena di morte e l'ergastolo. La finalità ultima di questa tesi è indagare se effettivamente la pena capitale e la pena perpetua possano essere descritte come sanzioni connotate da un rapporto di equivalenza e alternatività oppure se, pur avendo tratti in comune, rappresentino istituti giuridici che nascono e resistono sulla base di esigenze completamente diverse tra loro.
Accanto al metodo puramente compilativo, si è cercato, nei limiti del possibile, di sviluppare il lavoro con un approccio quasi scientifico e sicuramente critico, analizzando la questione in tutte le sue sfaccettature e mantenendo una posizione neutrale, lasciando parlare le fonti accademiche e giurisprudenziali.
Il lavoro inizia, nel primo capitolo, con un'indagine sulla posizione che il diritto internazionale ha assunto nei confronti della pena di morte; in particolare, sono state prese in esame tre organizzazioni internazionali: l'ONU, il Consiglio d'Europa e la Corte Penale Internazionale.
Successivamente, si dedica una sezione al contesto italiano, spiegando le ragioni che, in Assemblea Costituente, portarono all'adozione del testo dell'art. 27 della Costituzione (modificato nel 2007 per eliminare l'eccezione delle leggi militari di guerra).
Nel secondo capitolo si passa all'analisi dell'ultimo ordinamento del mondo occidentale che ancora oggi ammette la pena di morte: gli Stati Uniti. Basandosi su dati statistici e normativi, si è cercato di risalire alle ragioni storiche e giuridiche che permettono di comprendere appieno l'attuale e complesso mosaico americano (sia a livello federale sia a livello statale).
Questo ha permesso di introdurre, nel terzo capitolo, il cuore del problema: cercare di trovare punti in comune o di discordia tra pena di morte ed ergastolo. Ciò è stato fatto, innanzitutto, mediante l'analisi di profili comparatistici, approfondendo tre esperienze particolari: gli Stati Uniti, dove la pena di morte convive con l'ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale (life sentence without parole); la Spagna, che ha introdotto una forma di pena detentiva di durata indeterminata ma soggetta a revisione (prisión permanente revisable); il Portogallo, dove non è prevista la comminazione di una pena perpetua.
Infine, nel quarto capitolo, si è cercato di individuare, sia all'interno della giurisprudenza della Corte di Strasburgo sia nelle sentenze più emblematiche della Corte Costituzionale italiana, i criteri utilizzati dalle due corti per vagliare la legittimità dell'ergastolo (sia nella sua forma semplice sia nella forma cosiddetta "ostativa").
Accanto al metodo puramente compilativo, si è cercato, nei limiti del possibile, di sviluppare il lavoro con un approccio quasi scientifico e sicuramente critico, analizzando la questione in tutte le sue sfaccettature e mantenendo una posizione neutrale, lasciando parlare le fonti accademiche e giurisprudenziali.
Il lavoro inizia, nel primo capitolo, con un'indagine sulla posizione che il diritto internazionale ha assunto nei confronti della pena di morte; in particolare, sono state prese in esame tre organizzazioni internazionali: l'ONU, il Consiglio d'Europa e la Corte Penale Internazionale.
Successivamente, si dedica una sezione al contesto italiano, spiegando le ragioni che, in Assemblea Costituente, portarono all'adozione del testo dell'art. 27 della Costituzione (modificato nel 2007 per eliminare l'eccezione delle leggi militari di guerra).
Nel secondo capitolo si passa all'analisi dell'ultimo ordinamento del mondo occidentale che ancora oggi ammette la pena di morte: gli Stati Uniti. Basandosi su dati statistici e normativi, si è cercato di risalire alle ragioni storiche e giuridiche che permettono di comprendere appieno l'attuale e complesso mosaico americano (sia a livello federale sia a livello statale).
Questo ha permesso di introdurre, nel terzo capitolo, il cuore del problema: cercare di trovare punti in comune o di discordia tra pena di morte ed ergastolo. Ciò è stato fatto, innanzitutto, mediante l'analisi di profili comparatistici, approfondendo tre esperienze particolari: gli Stati Uniti, dove la pena di morte convive con l'ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale (life sentence without parole); la Spagna, che ha introdotto una forma di pena detentiva di durata indeterminata ma soggetta a revisione (prisión permanente revisable); il Portogallo, dove non è prevista la comminazione di una pena perpetua.
Infine, nel quarto capitolo, si è cercato di individuare, sia all'interno della giurisprudenza della Corte di Strasburgo sia nelle sentenze più emblematiche della Corte Costituzionale italiana, i criteri utilizzati dalle due corti per vagliare la legittimità dell'ergastolo (sia nella sua forma semplice sia nella forma cosiddetta "ostativa").
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi non consultabile. |