Tesi etd-06262024-153731 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAMPANI, VERONICA
URN
etd-06262024-153731
Titolo
Il benessere psicologico e relazionale dei giovani adulti con cardiomiopatia: un contributo di ricerca
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof.ssa Smorti, Martina
Parole chiave
- accettazione della malattia
- cardomiopatia
- relazione con i genitori
- stress
- supporto sociale
Data inizio appello
22/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/07/2027
Riassunto
Questo lavoro di tesi magistrale ha l’obiettivo di approfondire l’accettazione della malattia e il benessere psicologico e relazionale nei pazienti tardo adolescenti e giovani adulti affetti da cardiomiopatia.
Col termine cardiomiopatia si fa riferimento a un gruppo di malattie del muscolo cardiaco nelle quali il cuore, ridotto della sua efficienza, non riesce a pompare il sangue e a inviarlo alle varie parti del corpo. Sebbene possano essere classificate in modi diversi (si parla ad esempio di cardiomiopatia dilatativa, ipertrofica, restrittiva e aritmogena), le cardiomiopatie possono essere accomunate dalle possibili complicazioni fisiche come scompenso cardiaco, trombi, problemi alle valvole cardiache, aritmie e morte improvvisa. Per tale ragione alla diagnosi spesso il paziente va incontro a una limitazione alle attività fisiche, alla dieta e allo stile di vita per ridurre il rischio di complicanze e per migliorare la qualità della vita, oltre che a trattamenti di tipo farmacologico e clinico. La ricerca psicologica evidenzia in seguito alla diagnosi la presenza di ansia e stress non solo nel giovane paziente (bambino o adolescente) ma anche nella famiglia. Tali sintomi sembrano in relazione alle preoccupazioni per la patologia, alle frequenti visite mediche ed ospedalizzazioni richieste dalla condizione clinica e alle limitazioni fisiche imposte. Tuttavia, poco si sa del vissuto psicologico dei pazienti che si trovano nella transizione all’età adulta, un momento molto importante, non solo per il passaggio dalle cure pediatriche a quelle per adulti ma anche per le sfide evolutive tipiche di questa fase (ad esempio i cambiamenti fisici come la pubertà ed i cambiamenti ormonali, quelli cognitivi caratterizzati dallo sviluppo dal pensiero astratto, dell’identità e dell’autonomia, ed i cambiamenti emotivi contraddistinti da intense emozioni e dallo sviluppo dell’autoconsapevolezza).
Per tale motivo lo scopo della ricerca riportata nel presente elaborato di tesi era quello di indagare il benessere psicologico e relazionale e l’accettazione della malattia in un campione di tardo-adolescenti e giovani adulti con cardiomiopatia.
La ricerca ha coinvolto un campione di 68 giovani (54 maschi e 14 femmine) di età compresa fra i 16 ed i 30 anni affetti da cardiomiopatia reclutati presso l’Unità Cardiomiopatie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare una batteria di questionari mirati a rilevare: le caratteristiche sociodemografiche e cliniche; aspetti sociali legati alla relazione coi genitori (parenting ed invalidazione emotiva parentale) e al supporto sociale percepito; benessere psicologico (ansia, depressione); e accettazione della malattia. Inoltre, si è indagato come si sono modificate le relazioni con i familiari, gli amici ed il partner in seguito alla diagnosi di cardiomiopatia.
I risultati della ricerca indicano che i giovani mostrano una discreta accettazione della malattia, un buon livello di supporto sociale percepito, una buona relazione genitoriale (testimoniata da elevati livelli di cura e supporto all’autonomia, e bassi livelli di iperprotezione e invalidazione emotiva). Dal punto di vista psicologico riportano bassi livelli di sintomi ansiosi ma moderati livelli di sintomi depressivi, maggiori nelle femmine che nei maschi.
Indagando il rapporto con i genitori è emerso che la maggioranza del campione (53.2%) non ha riportato alcun cambiamento nel rapporto con essi; il 14.9% ha dichiarato più apprensione da parte dei genitori; il 23.4% ha rilevato una maggiore vicinanza ed unità con i genitori; il 4.3% ha dichiarato una maggiore tensione e rabbia ed infine il 4.3% ha dichiarato che, in seguito alla diagnosi ed alla conseguente apprensione iniziale, è tornato tutto alla normalità.
Per quanto riguarda invece il rapporto con gli amici, il 66% ha affermato che non è avvenuto nessun cambiamento nel rapporto, mentre il 18.8% ha dichiarato che dopo la diagnosi di cardiomiopatia è presente una maggiore vicinanza ed unità con gli amici. A tal proposito, vediamo che nella maggior parte dei casi non è presente un cambiamento del rapporto in quanto solo in pochi sono a conoscenza della patologia. Il 12.5% riferisce poi un cambiamento unicamente nelle attività che si svolgono insieme, ed infine il 2.1% ha rilevato un aumento di prepotenze.
Infine, per quanto concerne il rapporto con l’eventuale partner, emerge che il 70% del campione non riporta nessun cambiamento, spesso perché la diagnosi è avvenuta prima di intraprendere una relazione di coppia; il 7.4% riporta invece maggiore apprensione che può riguardare l’aspetto sessuale, ed infine il 22.2% riporta una maggiore unità e intimità emotiva col partner.
I risultati appena descritti indicano che il supporto sociale sembra fondamentale nell’accettazione, ma è necessario rivedere il concetto di accettazione anche a livello sociale considerando i diversi risultati dei questionari e delle domande aperte.
Col termine cardiomiopatia si fa riferimento a un gruppo di malattie del muscolo cardiaco nelle quali il cuore, ridotto della sua efficienza, non riesce a pompare il sangue e a inviarlo alle varie parti del corpo. Sebbene possano essere classificate in modi diversi (si parla ad esempio di cardiomiopatia dilatativa, ipertrofica, restrittiva e aritmogena), le cardiomiopatie possono essere accomunate dalle possibili complicazioni fisiche come scompenso cardiaco, trombi, problemi alle valvole cardiache, aritmie e morte improvvisa. Per tale ragione alla diagnosi spesso il paziente va incontro a una limitazione alle attività fisiche, alla dieta e allo stile di vita per ridurre il rischio di complicanze e per migliorare la qualità della vita, oltre che a trattamenti di tipo farmacologico e clinico. La ricerca psicologica evidenzia in seguito alla diagnosi la presenza di ansia e stress non solo nel giovane paziente (bambino o adolescente) ma anche nella famiglia. Tali sintomi sembrano in relazione alle preoccupazioni per la patologia, alle frequenti visite mediche ed ospedalizzazioni richieste dalla condizione clinica e alle limitazioni fisiche imposte. Tuttavia, poco si sa del vissuto psicologico dei pazienti che si trovano nella transizione all’età adulta, un momento molto importante, non solo per il passaggio dalle cure pediatriche a quelle per adulti ma anche per le sfide evolutive tipiche di questa fase (ad esempio i cambiamenti fisici come la pubertà ed i cambiamenti ormonali, quelli cognitivi caratterizzati dallo sviluppo dal pensiero astratto, dell’identità e dell’autonomia, ed i cambiamenti emotivi contraddistinti da intense emozioni e dallo sviluppo dell’autoconsapevolezza).
Per tale motivo lo scopo della ricerca riportata nel presente elaborato di tesi era quello di indagare il benessere psicologico e relazionale e l’accettazione della malattia in un campione di tardo-adolescenti e giovani adulti con cardiomiopatia.
La ricerca ha coinvolto un campione di 68 giovani (54 maschi e 14 femmine) di età compresa fra i 16 ed i 30 anni affetti da cardiomiopatia reclutati presso l’Unità Cardiomiopatie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare una batteria di questionari mirati a rilevare: le caratteristiche sociodemografiche e cliniche; aspetti sociali legati alla relazione coi genitori (parenting ed invalidazione emotiva parentale) e al supporto sociale percepito; benessere psicologico (ansia, depressione); e accettazione della malattia. Inoltre, si è indagato come si sono modificate le relazioni con i familiari, gli amici ed il partner in seguito alla diagnosi di cardiomiopatia.
I risultati della ricerca indicano che i giovani mostrano una discreta accettazione della malattia, un buon livello di supporto sociale percepito, una buona relazione genitoriale (testimoniata da elevati livelli di cura e supporto all’autonomia, e bassi livelli di iperprotezione e invalidazione emotiva). Dal punto di vista psicologico riportano bassi livelli di sintomi ansiosi ma moderati livelli di sintomi depressivi, maggiori nelle femmine che nei maschi.
Indagando il rapporto con i genitori è emerso che la maggioranza del campione (53.2%) non ha riportato alcun cambiamento nel rapporto con essi; il 14.9% ha dichiarato più apprensione da parte dei genitori; il 23.4% ha rilevato una maggiore vicinanza ed unità con i genitori; il 4.3% ha dichiarato una maggiore tensione e rabbia ed infine il 4.3% ha dichiarato che, in seguito alla diagnosi ed alla conseguente apprensione iniziale, è tornato tutto alla normalità.
Per quanto riguarda invece il rapporto con gli amici, il 66% ha affermato che non è avvenuto nessun cambiamento nel rapporto, mentre il 18.8% ha dichiarato che dopo la diagnosi di cardiomiopatia è presente una maggiore vicinanza ed unità con gli amici. A tal proposito, vediamo che nella maggior parte dei casi non è presente un cambiamento del rapporto in quanto solo in pochi sono a conoscenza della patologia. Il 12.5% riferisce poi un cambiamento unicamente nelle attività che si svolgono insieme, ed infine il 2.1% ha rilevato un aumento di prepotenze.
Infine, per quanto concerne il rapporto con l’eventuale partner, emerge che il 70% del campione non riporta nessun cambiamento, spesso perché la diagnosi è avvenuta prima di intraprendere una relazione di coppia; il 7.4% riporta invece maggiore apprensione che può riguardare l’aspetto sessuale, ed infine il 22.2% riporta una maggiore unità e intimità emotiva col partner.
I risultati appena descritti indicano che il supporto sociale sembra fondamentale nell’accettazione, ma è necessario rivedere il concetto di accettazione anche a livello sociale considerando i diversi risultati dei questionari e delle domande aperte.
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