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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06262024-104652


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GARRITANO, MARIA MICHELA
URN
etd-06262024-104652
Titolo
Ruolo dei Biomarkers Tomografici nell'Edema Maculare Secondario alle Occlusioni Venose Retiniche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Posarelli, Chiara
correlatore Prof. Figus, Michele
Parole chiave
  • Occlusioni
  • oct
  • retiniche
Data inizio appello
15/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2094
Riassunto
L’occlusione venosa retinica (RVO) rappresenta una delle principali malattie vascolari oculari, seconda solo alla retinopatia diabetica, ed è di rilevante interesse clinico e scientifico a causa delle serie implicazioni che può avere sulla qualità della vita dei pazienti. Questa condizione patologica, che può coinvolgere la vena centrale della retina (CRVO) o uno dei suoi rami (BRVO), ha una prevalenza mondiale dello 0.48%, con un rischio che aumenta progressivamente con l’età e distribuito equamente tra uomini e donne. L’RVO è generalmente causata da un’ostruzione del sistema venoso retinico dovuta a una formazione trombotica, e i suoi fattori di rischio includono l’ipertensione arteriosa, il fumo di sigaretta, l’uso di contraccettivi orali, anomalie della coagulazione, anticorpi anti-fosfolipidi e iperomocisteinemia. Specificamente, la BRVO è associata a diabete e trombofilia, mentre la CRVO è maggiormente correlata a glaucoma e apnee del sonno.

Le manifestazioni cliniche della CRVO includono edema del disco ottico, dilatazione e tortuosità delle vene retiniche, emorragie, essudati molli, edema retinico e mancanza di perfusione capillare in tutti e quattro i quadranti della retina. La BRVO presenta caratteristiche simili, ma confinate alla porzione del fondo oculare drenata dalla vena affetta. Le complicanze tardive della RVO possono includere neovascolarizzazione retinica, distacco trazionale della retina, rubeosi iridea e glaucoma neovascolare. La diagnosi e il monitoraggio dell’RVO si avvalgono di procedure come la retinografia, la fluoroangiografia e la tomografia a coerenza ottica (OCT), strumenti essenziali per valutare la risposta al trattamento e classificare la patologia.

Nella mia tesi, ho focalizzato l’attenzione sull’analisi dei markers tomografici mediante OCT a seguito di trattamenti farmacologici specifici, in particolare l'uso di impianti di desametasone a lento rilascio. Questo studio ha come obiettivo principale valutare l'efficacia del trattamento farmacologico attraverso l'analisi di parametri quali l’acuità visiva e i biomarcatori tomografici, al fine di caratterizzare meglio la prognosi visiva dei pazienti affetti da RVO. L’attenzione è stata rivolta alla relazione tra l’acuità visiva e i cambiamenti nei biomarkers tomografici post-trattamento, per determinare l’impatto del desametasone a lento rilascio sulla salute retinica e la qualità della vista.

Il trattamento farmacologico con desametasone a lento rilascio rappresenta una delle opzioni più promettenti nella gestione delle complicanze della RVO, come l'edema maculare e la neovascolarizzazione retinica. Il desametasone, un corticosteroide, viene somministrato mediante iniezioni intravitreali, consentendo un rilascio graduale del farmaco e garantendo un'azione antinfiammatoria prolungata. Questo trattamento mira a ridurre l'infiammazione e l'edema nella retina, migliorando così l'acuità visiva dei pazienti.

Nel contesto del mio studio, i markers tomografici valutati includono lo spessore retinico centrale, la presenza di fluido intraretinico o sottoretinico, e i cambiamenti nella struttura della retina osservati tramite OCT. Questi parametri sono cruciali per monitorare la risposta al trattamento e prevedere l'evoluzione della malattia. L'analisi dei dati ha mostrato che il trattamento con desametasone a lento rilascio può portare a una significativa riduzione dello spessore retinico e a un miglioramento dell'acuità visiva in molti pazienti, evidenziando la sua efficacia nel controllo delle complicanze della RVO.

La mia tesi esplora anche le implicazioni a lungo termine del trattamento, considerando i potenziali effetti collaterali e la necessità di trattamenti ripetuti. Il desametasone a lento rilascio, sebbene efficace, può comportare rischi come l'aumento della pressione intraoculare e lo sviluppo di cataratta, che devono essere attentamente monitorati durante il follow-up dei pazienti. Inoltre, lo studio sottolinea l'importanza di un approccio personalizzato nella gestione della RVO, tenendo conto delle specifiche condizioni cliniche di ciascun paziente e dei potenziali fattori di rischio associati.

In conclusione, la mia tesi dimostra che l'analisi dei markers tomografici mediante OCT è fondamentale per valutare l'efficacia del trattamento farmacologico nella RVO e per migliorare la prognosi visiva dei pazienti. Il desametasone a lento rilascio si è rivelato un'opzione terapeutica valida, capace di ridurre l'edema retinico e migliorare l'acuità visiva, contribuendo significativamente al miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia. Tuttavia, la gestione della RVO richiede un attento monitoraggio e un approccio terapeutico personalizzato, per garantire i migliori risultati possibili nel lungo termine.
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