Tesi etd-06252024-151645 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BRESCIANI, GIULIA
URN
etd-06252024-151645
Titolo
Le affirmative actions nell’ordinamento degli Stati Uniti e nell’esperienza post-coloniale: un’indagine comparata.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Stradella, Elettra
Parole chiave
- affirmative actions
- affirmative actions
- esperienza post-coloniale
- ordinamento degli Stati Uniti
- post-colonial experience
- United States legal system
Data inizio appello
15/07/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel quadro del riequilibrio delle opportunità tra razza bianca e nera o tra donne e uomini e quindi dell’attuazione dell’eguaglianza sostanziale devono essere collocate anche le c.d. azioni positive, espressione con cui si fa riferimento a quelle misure dirette a compensare categorie in passato vittime di discriminazione.
L’espressione “azione positiva”, traduzione letterale dell’inglese “affirmative action” , è un’espressione che si riferisce ai tentativi di portare i membri di gruppi sottorappresentati, di solito gruppi che hanno subito discriminazioni, a un livello più elevato di partecipazione a qualche programma benefico.
Note anche come “discriminazioni alla rovescia”, le azioni positive sono volte a rimuovere le discriminazioni pregresse e ad impedire il realizzarsi di nuove, introducendo una sorta di trattamento privilegiato o preferenziale per il gruppo discriminato al fine di realizzare “una parità effettiva”.
Introdotte per la prima volta negli Stati Uniti, le affirmative actions furono previste inizialmente per contrastare la discriminazione razziale, nel presupposto che non fosse sufficiente garantire l’eguaglianza formale (equal protection under the law) intesa come parità di trattamento, ma che occorresse introdurre misure più radicali, come ad esempio il riservare una determinata percentuale di posti agli appartenenti alle minoranze nelle selezioni per l’accesso alle università.
Le azioni positive sono quindi basate su due presupposti: in primo luogo, quello di compensare le tradizionali diseguaglianze nella società e, in secondo luogo, quello di promuovere l’integrazione sociale per le minoranze svantaggiate. Sono, dunque, concepite come misure puntuali, con uno specifico ambito di intervento e con una natura provvisoria, da revocare una volta che le diseguaglianze siano state sanate.
Il loro obiettivo è quello di accelerare risultati che, attraverso misure ispirate all’eguaglianza formale o all’eguaglianza sostanziale di valenza più collettiva (come, ad esempio, il potenziamento di certi servizi sociali o la previsione di sussidi) potrebbero essere conseguiti molto più lentamente.
Il carattere generico della definizione di “azioni positive” fa sì che vi rientrino strumenti di varia natura: si va da quelle più “radicali” come la previsione di quote riservate (misura giudicata in alcuni ordinamenti - come negli Stati Uniti – incostituzionale per il suo forte impatto sul principio della parità di trattamento), all’introduzione di criteri preferenziali che tengano conto della razza o del genere a parità di merito o della sola razza/ del solo genere.
Gli studiosi distinguono nei vari ordinamenti fra: a) misure “soft” che valorizzano il merito delle persone di colore o delle donne e ne favoriscono la partecipazione alla vita sociale, economica e politica (specifiche politiche di reclutamento o di formazione); b) misure “intermedie” che valorizzano il merito oltre che tener conto della razza o del genere (come per esempio la previsione di corsie preferenziali a parità di merito); misure definite “hard” che, invece, si basano essenzialmente sulla razza/genere (come, per esempio, la riserva di posti o di quote, indipendentemente dal merito). Le quote rappresentano, dunque, un cambio di prospettiva, segnando il passaggio da una concezione liberale dell’eguaglianza (come parità delle chances) ad un’eguaglianza nei risultati nel presupposto che non sia di fatto perseguibile l’eguaglianza muovendo dalla parità di punti di partenza a causa degli ostacoli e delle barriere giuridiche, culturali e sociali ad oggi esistenti.
Le azioni positive sono, dunque, un caposaldo delle politiche di pari opportunità, uno strumento essenziale di realizzazione dell’eguaglianza sostanziale.
In the context of the rebalancing of opportunities between white and black race or between women and men and therefore of the implementation of substantial equality must also be placed c.d. affirmative actions, this is the expression used to refer to measures aimed at compensating categories of victims of discrimination in the past.
The expression "positive action", literal translation of the English "Affirmative action", is an expression that refers to attempts to bring members of under-represented groups, usually groups that have suffered discrimination, a higher level of participation in some charitable programme.
Also known as "reverse discrimination", positive actions are aimed at removing past discrimination and preventing the emergence of new ones, introducing a kind of privileged or preferential treatment for the discriminated group in order to achieve "an effective equality".
Introduced for the first time in the United States, Affirmative actions were initially planned to combat racial discrimination, on the assumption that it was not enough to guarantee formal equality (equal protection under the law) equal treatment, but that more radical measures should be introduced, such as reserving a certain percentage of posts for members of minorities in university selection procedures.
Affirmative actions are therefore based on two assumptions: firstly, that of compensating for traditional inequalities in society and, secondly, that of promoting social integration for disadvantaged minorities. They are, therefore, conceived as specific measures, with a specific scope of intervention and a temporary nature, to be lifted once inequalities have been remedied. Their aim is to accelerate results that, through measures inspired by formal equality or substantial equality of more collective value (such as, for example, the strengthening of certain social services or the provision of subsidies) could be achieved much more slowly.
The generic nature of the definition of "affirmative actions" means that there are instruments of various kinds: ranging from the most "radical" such as the provision of reserved quotas (a measure considered unconstitutional in certain legal systems - as in the United States - because of its strong impact on the principle of equal treatment) the introduction of preferential criteria which take account of race or gender on equal merit or race alone/ gender only. Scholars distinguish in the various legal systems between: a) "soft" measures that enhance the merit of black people or women and encourage their participation in social, economic and political life (specific recruitment or training policies); b) "intermediate" measures that value merit as well as taking into account race or gender (such as the provision of preferential lanes with equal merit); measures defined "hard" that, instead, are based essentially on race/ gender (such as, for example, the reserve of posts or allowances, regardless of merit).
The quotas represent, therefore, a change of perspective, marking the passage from a liberal conception of equality (as equality of chances) equality in the results on the assumption that equality cannot in fact be pursued by moving from equal starting points to existing legal, cultural and social barriers and barriers.
Affirmative actions are, therefore, a cornerstone of equal opportunities policies, an essential instrument for achieving substantial equality.
L’espressione “azione positiva”, traduzione letterale dell’inglese “affirmative action” , è un’espressione che si riferisce ai tentativi di portare i membri di gruppi sottorappresentati, di solito gruppi che hanno subito discriminazioni, a un livello più elevato di partecipazione a qualche programma benefico.
Note anche come “discriminazioni alla rovescia”, le azioni positive sono volte a rimuovere le discriminazioni pregresse e ad impedire il realizzarsi di nuove, introducendo una sorta di trattamento privilegiato o preferenziale per il gruppo discriminato al fine di realizzare “una parità effettiva”.
Introdotte per la prima volta negli Stati Uniti, le affirmative actions furono previste inizialmente per contrastare la discriminazione razziale, nel presupposto che non fosse sufficiente garantire l’eguaglianza formale (equal protection under the law) intesa come parità di trattamento, ma che occorresse introdurre misure più radicali, come ad esempio il riservare una determinata percentuale di posti agli appartenenti alle minoranze nelle selezioni per l’accesso alle università.
Le azioni positive sono quindi basate su due presupposti: in primo luogo, quello di compensare le tradizionali diseguaglianze nella società e, in secondo luogo, quello di promuovere l’integrazione sociale per le minoranze svantaggiate. Sono, dunque, concepite come misure puntuali, con uno specifico ambito di intervento e con una natura provvisoria, da revocare una volta che le diseguaglianze siano state sanate.
Il loro obiettivo è quello di accelerare risultati che, attraverso misure ispirate all’eguaglianza formale o all’eguaglianza sostanziale di valenza più collettiva (come, ad esempio, il potenziamento di certi servizi sociali o la previsione di sussidi) potrebbero essere conseguiti molto più lentamente.
Il carattere generico della definizione di “azioni positive” fa sì che vi rientrino strumenti di varia natura: si va da quelle più “radicali” come la previsione di quote riservate (misura giudicata in alcuni ordinamenti - come negli Stati Uniti – incostituzionale per il suo forte impatto sul principio della parità di trattamento), all’introduzione di criteri preferenziali che tengano conto della razza o del genere a parità di merito o della sola razza/ del solo genere.
Gli studiosi distinguono nei vari ordinamenti fra: a) misure “soft” che valorizzano il merito delle persone di colore o delle donne e ne favoriscono la partecipazione alla vita sociale, economica e politica (specifiche politiche di reclutamento o di formazione); b) misure “intermedie” che valorizzano il merito oltre che tener conto della razza o del genere (come per esempio la previsione di corsie preferenziali a parità di merito); misure definite “hard” che, invece, si basano essenzialmente sulla razza/genere (come, per esempio, la riserva di posti o di quote, indipendentemente dal merito). Le quote rappresentano, dunque, un cambio di prospettiva, segnando il passaggio da una concezione liberale dell’eguaglianza (come parità delle chances) ad un’eguaglianza nei risultati nel presupposto che non sia di fatto perseguibile l’eguaglianza muovendo dalla parità di punti di partenza a causa degli ostacoli e delle barriere giuridiche, culturali e sociali ad oggi esistenti.
Le azioni positive sono, dunque, un caposaldo delle politiche di pari opportunità, uno strumento essenziale di realizzazione dell’eguaglianza sostanziale.
In the context of the rebalancing of opportunities between white and black race or between women and men and therefore of the implementation of substantial equality must also be placed c.d. affirmative actions, this is the expression used to refer to measures aimed at compensating categories of victims of discrimination in the past.
The expression "positive action", literal translation of the English "Affirmative action", is an expression that refers to attempts to bring members of under-represented groups, usually groups that have suffered discrimination, a higher level of participation in some charitable programme.
Also known as "reverse discrimination", positive actions are aimed at removing past discrimination and preventing the emergence of new ones, introducing a kind of privileged or preferential treatment for the discriminated group in order to achieve "an effective equality".
Introduced for the first time in the United States, Affirmative actions were initially planned to combat racial discrimination, on the assumption that it was not enough to guarantee formal equality (equal protection under the law) equal treatment, but that more radical measures should be introduced, such as reserving a certain percentage of posts for members of minorities in university selection procedures.
Affirmative actions are therefore based on two assumptions: firstly, that of compensating for traditional inequalities in society and, secondly, that of promoting social integration for disadvantaged minorities. They are, therefore, conceived as specific measures, with a specific scope of intervention and a temporary nature, to be lifted once inequalities have been remedied. Their aim is to accelerate results that, through measures inspired by formal equality or substantial equality of more collective value (such as, for example, the strengthening of certain social services or the provision of subsidies) could be achieved much more slowly.
The generic nature of the definition of "affirmative actions" means that there are instruments of various kinds: ranging from the most "radical" such as the provision of reserved quotas (a measure considered unconstitutional in certain legal systems - as in the United States - because of its strong impact on the principle of equal treatment) the introduction of preferential criteria which take account of race or gender on equal merit or race alone/ gender only. Scholars distinguish in the various legal systems between: a) "soft" measures that enhance the merit of black people or women and encourage their participation in social, economic and political life (specific recruitment or training policies); b) "intermediate" measures that value merit as well as taking into account race or gender (such as the provision of preferential lanes with equal merit); measures defined "hard" that, instead, are based essentially on race/ gender (such as, for example, the reserve of posts or allowances, regardless of merit).
The quotas represent, therefore, a change of perspective, marking the passage from a liberal conception of equality (as equality of chances) equality in the results on the assumption that equality cannot in fact be pursued by moving from equal starting points to existing legal, cultural and social barriers and barriers.
Affirmative actions are, therefore, a cornerstone of equal opportunities policies, an essential instrument for achieving substantial equality.
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