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“La diversità può essere la cosa più difficile per una società con cui vivere e forse la cosa più pericolosa per una società senza”. (William Sloane Coffin)
Negli ultimi decenni la definizione di disabilità e la sua classificazione è stata la centro di un importante riflessione che ha condotto una revisione radicale del suo concetto stesso. Da un punto di vista sociale e individuale, si può pensare ad un disabile come una persona da assistere oppure come una persona a cui fornire le relazioni ambientali e gli strumenti per operare al meglio nella società. Di fondamentale importanza sono i concetti di Integrazione e Inclusione non solo nella società ma anche all’interno del contesto scolastico. L’inclusione non è più connessa solo alla disabilità ed ai bisogni educativi speciali, ma come principio che pone al centro la persona e la diversità come elemento costitutivo da valorizzare e non da contenere e ridurre.
L’interesse ad approfondire il tema dell’inclusione dei bambini con i bisogni speciali, nasce dalla mia esperienza lavorativa come educatrice, all’interno del contesto scolastico di una scuola primaria di Livorno. Nel mio elaborato ho fatto un’analisi comparativa tra il contesto scolastico italiano e quello tedesco. L’inclusione scolastica italiana analizza il problema da diverse prospettive politiche, disciplinari e dei vari strumenti che vengono utilizzati per integrare e realizzare dei percorsi per la personalizzazione, individuazione e differenziazione dei processi di educazione, istruzione e formazione, definiti ed attivati dalla scuola in funzione delle caratteristiche individuali.
Il contesto tedesco, invece, nonostante segue la stessa normativa europea, la cooperazione tra gli istituti speciali e scuole ordinarie rimane nettamente distinta.