Tesi etd-06242024-190453 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IANNUCCI, GENNARO
URN
etd-06242024-190453
Titolo
PERQUISIZIONI E ISPEZIONI. PROBLEMI ESEGETICI NELL’APPLICAZIONE DELLE NORME DEL CODICE DI PROCEDURA PENALE
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE DEL GOVERNO E DELL'AMMINISTRAZIONE DEL MARE
Relatori
relatore Filosa, Angelo
Parole chiave
- Perquisizioni e ispezioni
Data inizio appello
19/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/07/2094
Riassunto
Le perquisizioni e le ispezioni rappresentano strumenti fondamentali all'interno del panorama giuridico, utilizzati dalle autorità competenti per indagare, vigilare e garantire il rispetto delle norme legali. La distinzione tra questi due concetti, apparentemente simili ma intrinsecamente differenti, costituisce un aspetto di grande rilevanza nel contesto giuridico. La presente tesi si propone di analizzare in profondità la differenza tra perquisizioni e ispezioni, esplorando le sfaccettature concettuali, procedurali e pratiche che caratterizzano ciascuna di queste pratiche. Attraverso un'indagine approfondita, si mira a fornire chiarezza su come tali strumenti vengano impiegati, in quale contesto e con quali finalità. La scelta di affrontare questo tema non è casuale, poiché la comprensione accurata delle perquisizioni e delle ispezioni è fondamentale per garantire il rispetto dei diritti individuali, evitando abusi e assicurando una corretta applicazione delle leggi. Inoltre, il dibattito su questa distinzione è sempre più rilevante in un contesto normativo in evoluzione, con continue sfide e nuove interpretazioni emergenti.
Attraverso l'analisi di contesti legali nazionali e internazionali, l'esplorazione della giurisprudenza e l'approfondimento delle procedure coinvolte, questa tesi si prefigge di offrire una panoramica esaustiva della differenza tra perquisizioni e ispezioni, nonché delle problematiche emergenti dall’applicazione del Codice di Procedura Penale. In tal modo, si mira a contribuire al dibattito giuridico e a fornire una risorsa utile per coloro che operano nel campo del diritto, per gli studiosi e per chiunque sia interessato a comprendere a fondo la complessità di tali strumenti giuridici.
Nel contesto di tale analisi, si presterà particolare attenzione alle funzioni del Corpo delle Capitanerie di Porto, un'istituzione di rilevanza strategica che, nel contesto marittimo, svolge un ruolo cruciale nell'applicazione delle norme e nella tutela degli interessi nazionali. La scelta di dedicare uno spazio significativo a questo Corpo non è casuale, poiché esso rappresenta un esempio emblematico di un'istituzione incaricata di esercitare sia perquisizioni che ispezioni in un contesto particolarmente complesso. Infatti, l’art. 1235 c.n. attribuisce al Corpo delle capitanerie di porto funzioni di polizia giudiziaria con riferimento ai reati previsti dal Codice della navigazione e anche rispetto ai reati comuni, previsti dal Codice penale, laddove quei reati siano commessi nell’ambito portuale e, in quell’ambito portuale, manchi un ufficio di pubblica sicurezza. In questo contesto, la Sentenza della 5^ sez. della Cassazione Penale n. 1080 del 13/01/2023 ha rappresentato un punto di svolta significativo, in quanto sancisce, in modo definitivo, che il personale del corpo delle Capitanerie di porto, su delega della Procura della Repubblica, può svolgere indagini di polizia giudiziaria anche per i reati comuni senza che tale facoltà incontri limiti fissati alla competenza per materia fissata dall’art. 1235 c.n..
Attraverso l'analisi di contesti legali nazionali e internazionali, l'esplorazione della giurisprudenza e l'approfondimento delle procedure coinvolte, questa tesi si prefigge di offrire una panoramica esaustiva della differenza tra perquisizioni e ispezioni, nonché delle problematiche emergenti dall’applicazione del Codice di Procedura Penale. In tal modo, si mira a contribuire al dibattito giuridico e a fornire una risorsa utile per coloro che operano nel campo del diritto, per gli studiosi e per chiunque sia interessato a comprendere a fondo la complessità di tali strumenti giuridici.
Nel contesto di tale analisi, si presterà particolare attenzione alle funzioni del Corpo delle Capitanerie di Porto, un'istituzione di rilevanza strategica che, nel contesto marittimo, svolge un ruolo cruciale nell'applicazione delle norme e nella tutela degli interessi nazionali. La scelta di dedicare uno spazio significativo a questo Corpo non è casuale, poiché esso rappresenta un esempio emblematico di un'istituzione incaricata di esercitare sia perquisizioni che ispezioni in un contesto particolarmente complesso. Infatti, l’art. 1235 c.n. attribuisce al Corpo delle capitanerie di porto funzioni di polizia giudiziaria con riferimento ai reati previsti dal Codice della navigazione e anche rispetto ai reati comuni, previsti dal Codice penale, laddove quei reati siano commessi nell’ambito portuale e, in quell’ambito portuale, manchi un ufficio di pubblica sicurezza. In questo contesto, la Sentenza della 5^ sez. della Cassazione Penale n. 1080 del 13/01/2023 ha rappresentato un punto di svolta significativo, in quanto sancisce, in modo definitivo, che il personale del corpo delle Capitanerie di porto, su delega della Procura della Repubblica, può svolgere indagini di polizia giudiziaria anche per i reati comuni senza che tale facoltà incontri limiti fissati alla competenza per materia fissata dall’art. 1235 c.n..
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