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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06232025-161843


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DAVI, CARLOTTA CHIARA
URN
etd-06232025-161843
Titolo
Utilizzo di sostanze d'abuso nei soggetti affetti da disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof.ssa Citi, Valentina
Parole chiave
  • adhd
  • cocaina
  • sostanze d'abuso
  • sud
Data inizio appello
09/07/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), noto anche come disturbo ipercinetico, è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da disattenzione, iperattività e impulsività. Sebbene spesso venga diagnosticato durante l’infanzia, può persistere anche in età adulta e spesso si associa a numerose comorbidità psichiatriche. Tra queste, la SUD (disturbo da uso di sostanze) è una delle più rilevanti. In particolare, l’uso di cocaina risulta significativamente frequente tra i soggetti con ADHD e numerosi studi hanno evidenziato una relazione bidirezionale tra le due condizioni. L’ipotesi dell’automedicazione suggerisce che i pazienti con ADHD ricorrano a sostanze psicoattive, come la cocaina, per alleviare sintomi legati a disfunzioni dopaminergiche comuni in questi soggetti. Temporaneamente, il suo uso può dare sollievo da sensazioni di disorganizzazione, noia o irrequietezza interiore, tuttavia, questo effetto è breve e rischioso e può sfociare rapidamente in una dipendenza grave.
Studi di neuroimaging hanno mostrato anomalie nella trasmissione dopaminergica nelle vie della ricompensa nei pazienti con ADHD aventi ridotta attività dopaminergica nello striato e nel nucleo accumbens. La cocaina, come il metilfenidato, farmaco utilizzato nel trattamento dell’ADHD, agisce inibendo il reuptake della dopamina, aumentando temporaneamente i suoi livelli sinaptici e generando un effetto gratificante. Questa azione può compensare parzialmente i deficit neurobiologici dell’ADHD, spiegando in parte l’elevata prevalenza di consumo di cocaina in questi pazienti. Tuttavia, l’effetto è di breve durata e può portare a una spirale di abuso e dipendenza, aggravata da tratti impulsivi e comportamenti a rischio frequentemente osservati nei soggetti con ADHD.
Numerosi studi longitudinali e meta-analisi confermano che l’ADHD rappresenta un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di SUD, con tassi di comorbilità particolarmente elevati. In soggetti con ADHD, la prevalenza del disturbo da uso di cocaina può raggiungere il 25%, con l’ADHD che spesso precede l’insorgenza della dipendenza. I dati suggeriscono anche che nei pazienti dipendenti dalla cocaina la prevalenza dell’ADHD è molto superiore rispetto alla popolazione generale, con stime che variano tra il 15% e il 32%. Questa comorbilità è associata a una maggiore gravità della dipendenza, esiti terapeutici peggiori e una prognosi meno favorevole.
La presenza concomitante di ADHD e dipendenza da cocaina rappresenta una sfida clinica significativa poiché la comorbilità compromette l’efficacia dei trattamenti convenzionali e richiede strategie terapeutiche integrate e personalizzate. Interventi precoci, diagnosi accurate e approcci multimodali che combinano terapia farmacologica e psicoterapia sono fondamentali per migliorare la prognosi di questi pazienti.
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