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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06232025-083710


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
STRAMBI, CHIARA
URN
etd-06232025-083710
Titolo
Le concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo tra diritto nazionale e diritto dell'Unione Europea: evoluzione normativa, profili critici e prospettive di riforma
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Vuoto, Salvatore
Parole chiave
  • concessioni demaniali marittime
  • direttiva Bolkestein
Data inizio appello
17/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2065
Riassunto
La presente tesi esamina il tema delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo. Si tratta di una materia estremamente complessa, soprattutto a seguito dei vincoli imposti dall’Unione Europea, in particolare dalla Direttiva 2006/123/CE, nota come Direttiva Bolkestein. Questa, infatti, ha introdotto dei principi di liberalizzazione e concorrenza che hanno inciso, in maniera significativa, su un settore che, tradizionalmente, è governato da prassi amministrative consolidate e da una visione del demanio marittimo orientata alla stabilità delle concessioni.
L'elaborato si articola in quattro capitoli, ciascuno dei quali si concentra su un aspetto specifico.
Il primo capitolo esamina il regime giuridico delle concessioni demaniali marittime in Italia, a partire dalla natura e dalla classificazione dei beni pubblici, dedicando particolare attenzione al demanio marittimo. Vengono analizzati: il concetto di concessione, le relative procedure di assegnazione e i criteri di gara.
Sempre in questo capitolo, si ripercorre l’evoluzione storica della normativa, dal Codice della Navigazione del 1942 al D.L. 400/1993; si analizzano anche le leggi Galasso e Bucalossi, che hanno avuto un impatto importante sulla pianificazione e sull’uso del territorio costiero.
Vi si approfondisce, infine, il riparto delle competenze tra Stato, Regioni e Comuni, alla luce del decentramento amministrativo e della riforma Bassanini.
Il secondo capitolo si concentra sull’analisi della Direttiva 2006/123/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che ha introdotto una disciplina comune per il mercato interno dei servizi nell’Unione Europea. Essa si pone come obiettivo principale quello di favorire la libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi, andando così ad eliminare tutti quegli ostacoli giuridici e amministrativi che limitano l’accesso al mercato da parte dei prestatori di altri Stati membri.
Dopo una premessa sulle fonti e sugli effetti del diritto dell’Unione, il capitolo ripercorre il processo di elaborazione della Direttiva, il suo contenuto strutturale e le sue finalità. Si evidenzia il carattere orizzontale della disciplina, che mira ad incidere su diversi settori economici e professionali. La Direttiva impone agli Stati membri l’obbligo di semplificare le procedure autorizzative, di eliminare restrizioni ingiustificate e di garantire la trasparenza nei meccanismi di accesso ai servizi.
Vi si analizzano, inoltre, le eccezioni previste dalla Direttiva per motivi di interesse generale e i meccanismi di cooperazione amministrativa tra Stati membri.
La direttiva, però, ha incontrato forti resistenze all’interno del nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda l’interpretazione dell’articolo 12 e la sua applicabilità alle concessioni balneari.
Il terzo capitolo ripercorre le principali fasi attraverso cui lo Stato italiano ha cercato di conformarsi alla Direttiva Bolkestein, a partire dalla sua introduzione fino all’ultima riforma adottata nel 2024. Viene qui messo in luce un percorso caratterizzato da tensioni normative, tentativi di adeguamento, resistenze politiche e forti contrasti giurisprudenziali.
Dopo un iniziale prolungamento della durata delle concessioni (con la Legge Finanziaria del 2007), il legislatore è intervenuto con il D.L. 194/2009 e la legge di conversione del 2010, che da un lato abrogavano il diritto di insistenza, ma dall’altro mantenevano il sistema del rinnovo automatico. Questo ha portato all’apertura di due procedure d’infrazione nei confronti dell'Italia, da parte della Commissione Europea, che ha lamentato la mancata attuazione degli obblighi imposti dall’articolo 49 TFUE e dalla Direttiva 2006/123/CE.
Viene poi analizzata la famosa sentenza della Corte di Giustizia dell’UE nelle cause riunite Promoimpresa-Melis (2016). Questa ha chiarito che le concessioni demaniali sono delle autorizzazioni soggette al regime della Direttiva e che il rinnovo automatico o le proroghe generalizzate sono incompatibili con il diritto europeo. Il giudice nazionale, secondo la Corte, ha l’obbligo di disapplicare la normativa interna contrastante e di valutare, caso per caso, la scarsità della risorsa e l’interesse transfrontaliero della concessione.
Nonostante ciò, l’Italia ha continuato a prorogare le concessioni fino al 2033 con la Legge di Bilancio 2019, estensione confermata, poi, nel Decreto Rilancio (2020). Tali proroghe sono giustificate da ragioni economiche, sociali e ambientali. Le Regioni e i Comuni hanno applicato queste misure in modo disomogeneo, mentre la Corte costituzionale ha più volte annullato le leggi regionali che introducevano proroghe in contrasto con i principi della concorrenza.
Particolare attenzione, poi, viene dedicata alle sentenze gemelle del Consiglio di Stato del 9 novembre 2021 (nn. 17 e 18), che hanno riaffermato l’obbligo di procedura selettiva, confermando la supremazia del diritto dell’Unione Europea su quello interno.
Infine, il capitolo si chiude con l’analisi del decreto “Salva-infrazioni” del Governo Meloni, che cerca di conciliare la necessità di bandire nuove gare entro il 2027 con la previsione di meccanismi di indennizzo per i concessionari uscenti.
Nel quarto e ultimo capitolo viene esaminata in modo approfondito la situazione della Regione Toscana in materia di concessioni demaniali marittime. L’analisi si apre con l’esame della Legge Regionale n. 31 del 2016, che reca disposizioni urgenti in materia, e del relativo regolamento attuativo. Particolare attenzione è dedicata ad alcune pronunce del TAR Toscana, che offrono spunti interpretativi significativi, per poi concentrarsi sulla realtà amministrativa dei singoli Comuni. In particolare, viene approfondito il caso della Versilia, dove ogni amministrazione comunale ha adottato strategie differenti nell’attuazione della normativa, dando luogo a un quadro eterogeneo e frammentato.
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