Tesi etd-06222024-165038 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CARLI, SARA
URN
etd-06222024-165038
Titolo
La valutazione dei crediti in bilancio: un confronto tra Principi contabili nazionali e internazionali
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Allegrini, Marco
Parole chiave
- Crediti
Data inizio appello
15/07/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’attuale framework legislativo-contabile per la redazione del bilancio d’esercizio e consolidato è contraddistinto da un elevato grado di tecnicismo e complessità. In sostanza, un’entità italiana deve redigere il proprio bilancio applicando due diversi set di Principi contabili – su base obbligatoria o facoltativa – a seconda delle proprie caratteristiche peculiari: tendenzialmente, un’impresa quotata dovrà redigere il bilancio in base ai Principi contabili internazionali emanati dallo IASB (International Accounting Standard Board), mentre se è non quotata dovrà adottare i Principi contabili nazionali emanati dall’OIC (Organismo Italiano di Contabilità) ad integrazione ed interpretazione delle norme di legge contenute nel Codice civile (artt. 2423 ss.). Se è vero, dunque, che ad oggi esistono ancora due diversi Standard setter per la redazione del bilancio, è anche vero che la Comunità Europea persegue da sempre l’obiettivo della creazione di un linguaggio contabile comune, ai fini della comparabilità dei bilanci delle imprese a livello europeo; sono state intraprese molte azioni in tal senso: dall’emanazione del Regolamento 1606/2002 che estende l’adozione degli IAS alle imprese italiane quotate (in luogo degli OIC), alla più recente direttiva 2013/34/UE (che sostituisce le precedenti IV e VII direttiva) emanata per migliorare la portata informativa del bilancio, nonché avvicinare le regole contenute negli OIC a quelle degli IAS. Il legislatore italiano, in questo ambito, si è sempre adeguato a ciò che avveniva a livello sovranazionale, recependo le direttive e dando attuazione ai regolamenti e modificando di volta in volta le regole interne che disciplinano la redazione del bilancio (articoli del Codice civile e Principi contabili OIC). Tuttavia, sebbene da più parti si sostenga che il D.Lgs. 139/2015 – di attuazione della direttiva 2013/34/UE – abbia contribuito ad accorciare le distanze tra i due set di Principi contabili, su alcuni temi specifici le differenze non solo permangono, ma appaiono addirittura accentuate; infatti, il Bilancio OIC segue ancora schemi e finalità molto diversi rispetto al Bilancio IAS, e ciò si ripercuote inevitabilmente sulle modalità di presentazione delle performances dell’entità, e quindi sulla percezione che di essa hanno i suoi stakeholders (creditori sociali, investitori, banche etc.).
Alla luce delle sopraccitate considerazioni, il presente contributo ha l’obiettivo di confrontare i due Standard setter (OIC e IAS/IFRS), per evidenziarne le differenze e le analogie in punto di rappresentazione, valutazione, e informativa resa sulle poste contabili che compongono il bilancio d’esercizio; tale analisi non sarà generalizzata, ma riguarderà una specifica area del bilancio, cioè quella inerente i Crediti: in particolare, finanziari e commerciali.
Attualmente, il Principio contabile nazionale per la valutazione dei Crediti in bilancio è l’OIC 15 «Crediti», mentre a livello internazionale abbiamo l’IFRS 9 «Strumenti finanziari» che nasce – in sostituzione del previgente IAS 39 – per essere applicato dalle banche dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, ma in realtà si rende applicabile a tutte le imprese che sono tenute a redigere il Bilancio IAS. L’IFRS 9, tuttavia, detta solo i criteri di valutazione dei Crediti e pertanto, deve essere integrato con lo IAS 32 (che contiene una serie di definizioni) e con l’IFRS 7 riguardante le informazioni integrative da fornire nelle Note al bilancio. La peculiarità dei predetti Principi internazionali è che non riguardano specificamente i Crediti, bensì gli Strumenti finanziari in generale, che ricomprendendo al loro interno le Attività finanziarie, di cui i Crediti sono una fattispecie. In altri termini, a livello internazionale la regolamentazione dei Crediti non è né unitaria né specifica, ma è disseminata in più documenti inerenti gli Strumenti finanziari (a differenza di quanto avviene a livello nazionale); inoltre, le predette regole sono rivolte indifferentemente sia agli enti creditizi e finanziari (es. le banche) dove gli Strumenti finanziari sono l’oggetto tipico della loro attività, sia alle imprese commerciali e industriali IAS adopter dove solitamente le attività finanziarie sono frutto di operazioni più semplici e tipizzate.
Al fine di evidenziare le differenze e le analogie sulla valutazione dei Crediti nel Bilancio d’esercizio in base ai due Set di Principi contabili (nazionali ed internazionali), sarà utilizzato un approccio sia teorico che empirico.
In particolare, nel Capitolo 1 vedremo quali sono le regole contabili interne che disciplinano la valutazione dei Crediti in Bilancio (Codice civile e il Principio contabile nazionale OIC 15), così come modificati dalla riforma del 2015, ponendo l’attenzione sul criterio del costo ammortizzato.
Nel Capitolo 2 faremo una panoramica dei Principi contabili internazionali che disciplinano gli Strumenti finanziari, al cui interno troviamo i Crediti come tipologia di Attività finanziaria: inizieremo con l’ormai superato IAS 39, facendo riferimento anche ai collegamenti con lo IAS 32, e spiegando quali ragioni hanno portato lo IASB a intraprendere il lungo percorso che ha portato alla sua sostituzione con l’IFRS 9; vedremo poi cosa richiede l’IFRS 7 alle imprese IAS adopter in tema di informazioni integrative da fornire nelle Note al bilancio in tema di Strumenti finanziari.
Inoltre, nei primi due Capitoli vedremo le differenze e le analogie con riferimento agli effetti fiscali derivanti dall’applicazione delle regole contabili in tema di svalutazione e cancellazione del Credito.
Infine, il Capitolo 3 avrà ad oggetto un’analisi empirica finalizzata a comprendere in che modo e misura le regole sulla valutazione dei Crediti siano state messe in pratica da un campione di 20 società italiane tra quotate (dunque, IAS adopter) e non quotate (dunque, OIC adopter) appartenenti al settore delle utenze (public utilities) e a quello della moda.
Si farà poi un confronto finale tra la valutazione dei Crediti in base ai due Standard setter, alla luce delle evidenze teoriche ed empiriche esaminate, per capire se il loro avvicinamento in un’ottica di armonizzazione contabile sia, ad oggi, più apparente che sostanziale.
Alla luce delle sopraccitate considerazioni, il presente contributo ha l’obiettivo di confrontare i due Standard setter (OIC e IAS/IFRS), per evidenziarne le differenze e le analogie in punto di rappresentazione, valutazione, e informativa resa sulle poste contabili che compongono il bilancio d’esercizio; tale analisi non sarà generalizzata, ma riguarderà una specifica area del bilancio, cioè quella inerente i Crediti: in particolare, finanziari e commerciali.
Attualmente, il Principio contabile nazionale per la valutazione dei Crediti in bilancio è l’OIC 15 «Crediti», mentre a livello internazionale abbiamo l’IFRS 9 «Strumenti finanziari» che nasce – in sostituzione del previgente IAS 39 – per essere applicato dalle banche dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, ma in realtà si rende applicabile a tutte le imprese che sono tenute a redigere il Bilancio IAS. L’IFRS 9, tuttavia, detta solo i criteri di valutazione dei Crediti e pertanto, deve essere integrato con lo IAS 32 (che contiene una serie di definizioni) e con l’IFRS 7 riguardante le informazioni integrative da fornire nelle Note al bilancio. La peculiarità dei predetti Principi internazionali è che non riguardano specificamente i Crediti, bensì gli Strumenti finanziari in generale, che ricomprendendo al loro interno le Attività finanziarie, di cui i Crediti sono una fattispecie. In altri termini, a livello internazionale la regolamentazione dei Crediti non è né unitaria né specifica, ma è disseminata in più documenti inerenti gli Strumenti finanziari (a differenza di quanto avviene a livello nazionale); inoltre, le predette regole sono rivolte indifferentemente sia agli enti creditizi e finanziari (es. le banche) dove gli Strumenti finanziari sono l’oggetto tipico della loro attività, sia alle imprese commerciali e industriali IAS adopter dove solitamente le attività finanziarie sono frutto di operazioni più semplici e tipizzate.
Al fine di evidenziare le differenze e le analogie sulla valutazione dei Crediti nel Bilancio d’esercizio in base ai due Set di Principi contabili (nazionali ed internazionali), sarà utilizzato un approccio sia teorico che empirico.
In particolare, nel Capitolo 1 vedremo quali sono le regole contabili interne che disciplinano la valutazione dei Crediti in Bilancio (Codice civile e il Principio contabile nazionale OIC 15), così come modificati dalla riforma del 2015, ponendo l’attenzione sul criterio del costo ammortizzato.
Nel Capitolo 2 faremo una panoramica dei Principi contabili internazionali che disciplinano gli Strumenti finanziari, al cui interno troviamo i Crediti come tipologia di Attività finanziaria: inizieremo con l’ormai superato IAS 39, facendo riferimento anche ai collegamenti con lo IAS 32, e spiegando quali ragioni hanno portato lo IASB a intraprendere il lungo percorso che ha portato alla sua sostituzione con l’IFRS 9; vedremo poi cosa richiede l’IFRS 7 alle imprese IAS adopter in tema di informazioni integrative da fornire nelle Note al bilancio in tema di Strumenti finanziari.
Inoltre, nei primi due Capitoli vedremo le differenze e le analogie con riferimento agli effetti fiscali derivanti dall’applicazione delle regole contabili in tema di svalutazione e cancellazione del Credito.
Infine, il Capitolo 3 avrà ad oggetto un’analisi empirica finalizzata a comprendere in che modo e misura le regole sulla valutazione dei Crediti siano state messe in pratica da un campione di 20 società italiane tra quotate (dunque, IAS adopter) e non quotate (dunque, OIC adopter) appartenenti al settore delle utenze (public utilities) e a quello della moda.
Si farà poi un confronto finale tra la valutazione dei Crediti in base ai due Standard setter, alla luce delle evidenze teoriche ed empiriche esaminate, per capire se il loro avvicinamento in un’ottica di armonizzazione contabile sia, ad oggi, più apparente che sostanziale.
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