Tesi etd-06222016-110521 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
LOMBARDI, GIULIA
URN
etd-06222016-110521
Titolo
UTILITA' CLINICA DEL TEST QUANTIFERON-TB GOLD IN-TUBE PER LA DIAGNOSI DI TUBERCOLOSI NEI PAZIENTI PEDIATRICI
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA
Relatori
relatore Prof. Garzelli, Carlo
Parole chiave
- diagnosi
- età
- pazienti pediatrici
- quantiferon-TB
- tubercolosi
Data inizio appello
22/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La diagnosi di tubercolosi (TB) nei pazienti pediatrici è spesso difficile, perché l'infezione può essere asintomatica o presentare sintomi aspecifici e la malattia è generalmente paucibacillare. L'identificazione e il trattamento tempestivo dell’infezione tubercolare latente (ITBL) nei bambini rappresentano quindi un passo cruciale nel programma di controllo della tubercolosi pediatrica. A tal fine, il Test Cutaneo Tubercolinico (TCT) è ancora convenzionalmente utilizzato nonostante i suoi limiti. I nuovi test immunologici basati sul rilascio di Interferon-γ (IFN-γ), quale il test Quantiferon-TB Gold In-Tube (QFT-IT) utilizzato in questo studio, presentano diversi vantaggi, tra cui un controllo (Mitogeno) della reattività immunitaria del paziente; tuttavia il loro valore diagnostico nei bambini è ancora oggi oggetto di dibattito.
Scopo di questo studio è stato valutare le performance diagnostiche del test QFT-IT, in confronto con il TCT, in un'ampia coorte di bambini sottoposti a screening per infezione tubercolare in un’area italiana a bassa incidenza di tubercolosi, ma con alti flussi migratori.
E’ stata condotta un'analisi retrospettiva qualitativa e quantitativa dei risultati del test QFT-IT eseguito su 517 bambini di età compresa tra 0 e 16 anni valutati presso l'Unità di Pediatria del Policlinico Universitario S. Orsola-Malpighi di Bologna durante un periodo di 5 anni. Trecentottantaquattro bambini (74,3%) erano stati testati anche con il TCT. I risultati e la concordanza tra i 2 test sono stati analizzati in base alla vaccinazione con BCG, al Paese di origine, al motivo dello screening, alla diagnosi e all’età.
Nella popolazione in studio l’età media era di 5,4 ± 4,0 anni e 288 (55,7%) bambini erano di sesso maschile. Novantotto (19,0%) bambini erano nati in Paesi a media/alta endemia per TB; dei 412 (79,7%) bambini nati in Italia, 197 (38,1%) erano nati da famiglie immigrate da Paesi a media/alta endemia tubercolare.
I bambini erano stati sottoposti allo screening per infezione tubercolare per diversi motivi: 176 (34,1%) per sospetto clinico di tubercolosi attiva, 258 (49,9%) per screening dei contatti, 42 (8,1%) per recente immigrazione da Paesi endemici per TB e 11 (2,1%) per screening pre-terapia immunosoppressiva. A questi, sono stati aggiunti 30 (5,8%) bambini come controlli negativi.
In base alla diagnosi finale, i bambini sono stati classificati in 5 gruppi diagnostici: TB attiva (n=45, 8,7%), infezione tubercolare latente (n=38, 7,4%), TB esclusa con diagnosi alternativa (n=159, 30,7%), esposizione (n=245, 47,4%) e controlli negativi (n=30, 5,8%). In funzione dell’età, i bambini sono stati suddivisi in 4 fasce: 109 (21,1%) bambini tra 0 e 1,9 anni, 173 (33,5%) tra 2 e 4,9 anni, 154 (29,8%) tra 5 e 9,9 anni, 81 (15,6%) tra 10 e 16 anni.
Nel totale, il test QFT-IT è risultato positivo in 79 (15,3%) bambini, negativo in 418 (80,8%) e indeterminato in 20 (3,9%). Tra i 384 bambini testati anche con il TCT, 76 sono risultati positivi (19,8%), 290 (75,5%) negativi e 18 (4,7%) intermedi.
La concordanza totale tra i due test è stata dell’89,9% ed è risultata statisticamente influenzata dalla vaccinazione con BCG (p<0,0001). Il test QFT-IT ha rilevato i casi di ITBL meglio del TCT con una concordanza tra i due test che si è dimostrata bassa (33,3%-73,3%) in tutte le fasce d'età. La sensibilità per la diagnosi di TB attiva nei bambini sintomatici è risultata maggiore per il QFT-IT rispetto al TCT (93,3% vs 86,5%), soprattutto nei bambini < 2 anni, mentre la specificità è risultata elevata per entrambi i test, rispettivamente 99,3% e 98,9%.
L’analisi quantitativa dei risultati del test QFT-IT ha evidenziato che i valori di IFN-ɣ in risposta al controllo negativo sono stati statisticamente più alti nei casi di TB attiva (p<0,0001). Le mediane dei valori di IFN-ɣ in risposta agli antigeni specifici di MTB sono risultate rispettivamente 6,63 e 3,39 UI IFN-ɣ/ml nei casi di TB attiva e di ITBL; tuttavia questa differenza non era statisticamente significativa.
I pochi (3,9%) casi risultati indeterminati al test QFT-IT non erano associati alla diagnosi di infezione tubercolare né attiva né latente, ma sono stati riscontrati nei bambini dove la diagnosi di TB era stata esclusa (p<0,0001). Ciò è stato confermato dall’analisi quantitativa dei valori di IFN-ɣ in risposta al Mitogeno risultati più bassi nei bambini con diagnosi alternativa alla TB. Sebbene i valori di IFN-ɣ in risposta al Mitogeno siano risultati crescere in maniera statisticamente significativa all'aumentare dell’età (p=0,0002), tuttavia i risultati indeterminati non erano distribuiti differentemente tra i gruppi di età, avallando l’utilizzo del test QFT-IT anche nei bambini più piccoli.
In conclusione, i risultati ottenuti hanno evidenziato le migliori performance del test QFT-IT rispetto al TCT nella diagnosi di ITBL e TB attiva. La bassa percentuale di risultati indeterminati al test QFT-IT dimostra che nella pratica clinica le preoccupazioni relative all’utilizzo di tale test nei bambini a causa del loro sistema immunitario immaturo non ne limitano l’uso. Questo studio incoraggia quindi l'uso preferenziale del test QFT-IT come strumento di supporto per la diagnosi e la gestione della tubercolosi in una popolazione a rischio quale quella pediatrica.
Scopo di questo studio è stato valutare le performance diagnostiche del test QFT-IT, in confronto con il TCT, in un'ampia coorte di bambini sottoposti a screening per infezione tubercolare in un’area italiana a bassa incidenza di tubercolosi, ma con alti flussi migratori.
E’ stata condotta un'analisi retrospettiva qualitativa e quantitativa dei risultati del test QFT-IT eseguito su 517 bambini di età compresa tra 0 e 16 anni valutati presso l'Unità di Pediatria del Policlinico Universitario S. Orsola-Malpighi di Bologna durante un periodo di 5 anni. Trecentottantaquattro bambini (74,3%) erano stati testati anche con il TCT. I risultati e la concordanza tra i 2 test sono stati analizzati in base alla vaccinazione con BCG, al Paese di origine, al motivo dello screening, alla diagnosi e all’età.
Nella popolazione in studio l’età media era di 5,4 ± 4,0 anni e 288 (55,7%) bambini erano di sesso maschile. Novantotto (19,0%) bambini erano nati in Paesi a media/alta endemia per TB; dei 412 (79,7%) bambini nati in Italia, 197 (38,1%) erano nati da famiglie immigrate da Paesi a media/alta endemia tubercolare.
I bambini erano stati sottoposti allo screening per infezione tubercolare per diversi motivi: 176 (34,1%) per sospetto clinico di tubercolosi attiva, 258 (49,9%) per screening dei contatti, 42 (8,1%) per recente immigrazione da Paesi endemici per TB e 11 (2,1%) per screening pre-terapia immunosoppressiva. A questi, sono stati aggiunti 30 (5,8%) bambini come controlli negativi.
In base alla diagnosi finale, i bambini sono stati classificati in 5 gruppi diagnostici: TB attiva (n=45, 8,7%), infezione tubercolare latente (n=38, 7,4%), TB esclusa con diagnosi alternativa (n=159, 30,7%), esposizione (n=245, 47,4%) e controlli negativi (n=30, 5,8%). In funzione dell’età, i bambini sono stati suddivisi in 4 fasce: 109 (21,1%) bambini tra 0 e 1,9 anni, 173 (33,5%) tra 2 e 4,9 anni, 154 (29,8%) tra 5 e 9,9 anni, 81 (15,6%) tra 10 e 16 anni.
Nel totale, il test QFT-IT è risultato positivo in 79 (15,3%) bambini, negativo in 418 (80,8%) e indeterminato in 20 (3,9%). Tra i 384 bambini testati anche con il TCT, 76 sono risultati positivi (19,8%), 290 (75,5%) negativi e 18 (4,7%) intermedi.
La concordanza totale tra i due test è stata dell’89,9% ed è risultata statisticamente influenzata dalla vaccinazione con BCG (p<0,0001). Il test QFT-IT ha rilevato i casi di ITBL meglio del TCT con una concordanza tra i due test che si è dimostrata bassa (33,3%-73,3%) in tutte le fasce d'età. La sensibilità per la diagnosi di TB attiva nei bambini sintomatici è risultata maggiore per il QFT-IT rispetto al TCT (93,3% vs 86,5%), soprattutto nei bambini < 2 anni, mentre la specificità è risultata elevata per entrambi i test, rispettivamente 99,3% e 98,9%.
L’analisi quantitativa dei risultati del test QFT-IT ha evidenziato che i valori di IFN-ɣ in risposta al controllo negativo sono stati statisticamente più alti nei casi di TB attiva (p<0,0001). Le mediane dei valori di IFN-ɣ in risposta agli antigeni specifici di MTB sono risultate rispettivamente 6,63 e 3,39 UI IFN-ɣ/ml nei casi di TB attiva e di ITBL; tuttavia questa differenza non era statisticamente significativa.
I pochi (3,9%) casi risultati indeterminati al test QFT-IT non erano associati alla diagnosi di infezione tubercolare né attiva né latente, ma sono stati riscontrati nei bambini dove la diagnosi di TB era stata esclusa (p<0,0001). Ciò è stato confermato dall’analisi quantitativa dei valori di IFN-ɣ in risposta al Mitogeno risultati più bassi nei bambini con diagnosi alternativa alla TB. Sebbene i valori di IFN-ɣ in risposta al Mitogeno siano risultati crescere in maniera statisticamente significativa all'aumentare dell’età (p=0,0002), tuttavia i risultati indeterminati non erano distribuiti differentemente tra i gruppi di età, avallando l’utilizzo del test QFT-IT anche nei bambini più piccoli.
In conclusione, i risultati ottenuti hanno evidenziato le migliori performance del test QFT-IT rispetto al TCT nella diagnosi di ITBL e TB attiva. La bassa percentuale di risultati indeterminati al test QFT-IT dimostra che nella pratica clinica le preoccupazioni relative all’utilizzo di tale test nei bambini a causa del loro sistema immunitario immaturo non ne limitano l’uso. Questo studio incoraggia quindi l'uso preferenziale del test QFT-IT come strumento di supporto per la diagnosi e la gestione della tubercolosi in una popolazione a rischio quale quella pediatrica.
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