Tesi etd-06212024-091613 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FRANCHINI, FABIO
Indirizzo email
f.franchini4@studenti.unipi.it, franchinifabionewdrive@gmail.com
URN
etd-06212024-091613
Titolo
Caratterizzazione dei prodotti di ossidazione e dei sistemi antiossidanti nel plasma e in placche aterosclerotiche di pazienti sottoposti ad endoarterectomia carotidea
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Dott. Signore, Giovanni
relatore Dott.ssa Felice, Francesca
relatore Dott.ssa Felice, Francesca
Parole chiave
- aterosclerosi
- ROS
- stress ossidativo
Data inizio appello
22/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/07/2094
Riassunto
L’aterosclerosi é la base patogenetica delle malattie coronariche, cerebrali e del sistema vascolare periferico, ed è al primo posto nel mondo occidentale fra le cause di morbilitá e di mortalitá, dove causa circa la metá dei decessi.
La probabilitá di insorgenza dell’ aterosclerosi è determinata dalla combinazione di fattori di rischio modificabili (alti livelli di colesterolo, fumo, ipertensione, diabete) e non modificabili (ipercolisterolemia familiare, età, sesso).
Le arterie carotidi sono due grossi vasi sanguigni situati ai due lati del collo che, insieme alle arterie vertebrali, irrorano il sistema nervoso centrale e le strutture facciali.
Un loro restringimento, detto “stenosi carotidea”, può provocare un evento di ictus poiché, ostacolando il flusso sanguigno, riduce l’ apporto di ossigeno al cervello.
Le attuali linee guida prevedono che, in assenza di motivazioni ostative di tipo diverso, l'intervento chirurgico sia raccomandato quando l'occlusione della carotide coinvolge oltre il 70% del suo lume. Allo stesso modo, se anche l'occlusione è meno marcata in percentuale, ma il paziente presenta sintomi gravi come attacchi ischemici transitori (TIA), o ictus, allora la chirurgia è raccomandata. Se non ci sono sintomi gravi e l'occlusione è inferiore al 70%, l'intervento chirurgico non è considerato urgente.
Tuttavia, anche in questi ultimi casi si verificano talvolta eventi di rottura imprevista della placca aterosclerotica in pazienti asintomatici e sotto terapia medica ottimale. In questo contesto, la stabilità della placca è il fattore più importante nel determinare il rischio di eventi avversi.E’ evidente come le caratteristiche biochimiche della placca siano un fattore critico nel determinare la rottura. Queste caratteristiche non sono facilmente ottenibili tramite procedure diagnostiche convenzionali.
La letteratura è concorde nel considerare gli stati infiammatori come un fattore rilevante nel determinare la vulnerabilità della placca aterosclerotica, aumentando la sua instabilità strutturale, favorendo la formazione di trombi e aumentando lo stress ossidativo all'interno della placca stessa
Obiettivo del presente lavoro di tesi è stabilire se esista una connessione con potenziale diagnostico tra biomarkers plasmatici e tissutali coinvolti nella risposta allo stress ossidativo in soggetti sottoposti ad endoarteriectomia al fine di poter essere correlati allo stato redox e all’instabilitá di placca, per migliorare la diagnosi ed indirizzare la strategia terapeutica.
Mediante tecniche di western blotting è stata valutata l’espressione di enzimi correlati allo stato redox e infiammatorio a livello tissutale. Inoltre mediante analisi spettrofotometriche è stata valutata la presenza di marker di ossidazione e perossidazione lipidica a livello plasmatico, nonché la capacità antiossidante grazie ad un metodo fluorimetrico ottimizzato presso il nostro laboratorio.
La probabilitá di insorgenza dell’ aterosclerosi è determinata dalla combinazione di fattori di rischio modificabili (alti livelli di colesterolo, fumo, ipertensione, diabete) e non modificabili (ipercolisterolemia familiare, età, sesso).
Le arterie carotidi sono due grossi vasi sanguigni situati ai due lati del collo che, insieme alle arterie vertebrali, irrorano il sistema nervoso centrale e le strutture facciali.
Un loro restringimento, detto “stenosi carotidea”, può provocare un evento di ictus poiché, ostacolando il flusso sanguigno, riduce l’ apporto di ossigeno al cervello.
Le attuali linee guida prevedono che, in assenza di motivazioni ostative di tipo diverso, l'intervento chirurgico sia raccomandato quando l'occlusione della carotide coinvolge oltre il 70% del suo lume. Allo stesso modo, se anche l'occlusione è meno marcata in percentuale, ma il paziente presenta sintomi gravi come attacchi ischemici transitori (TIA), o ictus, allora la chirurgia è raccomandata. Se non ci sono sintomi gravi e l'occlusione è inferiore al 70%, l'intervento chirurgico non è considerato urgente.
Tuttavia, anche in questi ultimi casi si verificano talvolta eventi di rottura imprevista della placca aterosclerotica in pazienti asintomatici e sotto terapia medica ottimale. In questo contesto, la stabilità della placca è il fattore più importante nel determinare il rischio di eventi avversi.E’ evidente come le caratteristiche biochimiche della placca siano un fattore critico nel determinare la rottura. Queste caratteristiche non sono facilmente ottenibili tramite procedure diagnostiche convenzionali.
La letteratura è concorde nel considerare gli stati infiammatori come un fattore rilevante nel determinare la vulnerabilità della placca aterosclerotica, aumentando la sua instabilità strutturale, favorendo la formazione di trombi e aumentando lo stress ossidativo all'interno della placca stessa
Obiettivo del presente lavoro di tesi è stabilire se esista una connessione con potenziale diagnostico tra biomarkers plasmatici e tissutali coinvolti nella risposta allo stress ossidativo in soggetti sottoposti ad endoarteriectomia al fine di poter essere correlati allo stato redox e all’instabilitá di placca, per migliorare la diagnosi ed indirizzare la strategia terapeutica.
Mediante tecniche di western blotting è stata valutata l’espressione di enzimi correlati allo stato redox e infiammatorio a livello tissutale. Inoltre mediante analisi spettrofotometriche è stata valutata la presenza di marker di ossidazione e perossidazione lipidica a livello plasmatico, nonché la capacità antiossidante grazie ad un metodo fluorimetrico ottimizzato presso il nostro laboratorio.
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