logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06212016-151158


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IAROSSI, MARIA
URN
etd-06212016-151158
Titolo
FLUTTUAZIONI PLEISTOCENICHE DELLA CALOTTA EST-ANTARTICA: nuove età di esposizione di depositi e superfici di erosione glaciale nella Terra Vittoria settentrionale ottenute da radionuclidi cosmogenici.
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Baroni, Carlo
correlatore Prof.ssa Salvatore, Maria Cristina
Parole chiave
  • Terra Vittoria settentrionale
  • surface exposure dating
  • età di esposizione
  • Antartide
Data inizio appello
14/07/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/07/2025
Riassunto
Come rilevato dall’IPCC (2007, 2013), il riscaldamento climatico è un fenomeno di estrema attualità, con rilevanti implicazioni ambientali, sociali ed economiche. Il sistema glaciale antartico è estremamente sensibile ai cambiamenti climatici e ha significativamente condizionato l’evoluzione delle forme del rilievo, lasciando evidenze che consentono di approfondire le nostre conoscenze sulle variazioni glaciali avvenute nel passato e sulla definizione dei tempi di risposta dei ghiacciai antartici, anche al fine di contribuire con dati quantitativi alla modellizzazione di scenari futuri.
In questo studio vengono presentate nuove età di esposizione di depositi e superfici di erosione glaciale della Terra Vittoria (Antartide Orientale), ottenute misurando la concentrazione di 3He cosmogenico presente nei minerali delle rocce studiate. Il lavoro svolto intende contribuire alla ricostruzione delle fasi principali della storia glaciale regionale, prendendo in considerazione anche l’evoluzione delle forme del rilievo riconosciute tramite indagini geomorfologiche e geologico-glaciali effettuate in precedenza.
I campioni utilizzati per la realizzazione di questa tesi sono stati prelevati nel corso della XXV spedizione del PNRA (Prof. C. Baroni, Prof.ssa M.C. Salvatore).
In particolare, lo studio ha riguardato il M. Kring, un nunatak che emerge dal bacino di alimentazione del Ghiacciaio David, i nunatak Sequence Hills – Illusion Hills e Vantage Hills situati in prossimità dell’ice divide tra il Ghiacciaio Rennick, il Ghiacciaio Campbell e il Priestley Névé, al margine della calotta estantartica.
La preparazione dei campioni per la misura della concentrazione dell’3He cosmogenico, è stata effettuata presso i laboratori del SUERC (Scottish Universities Environmental Research Centre), Università di Glasgow (UK), sotto la guida del Prof. Fin Stuart e della Dott.ssa Luigia Di Nicola. La concentrazione dell’3He cosmogenico misurata è stata utilizzata per calcolare le età di esposizione tramite il calcolatore online CRONUScalc.
Nel bacino del Ghiacciaio David (un ghiacciaio di sbocco che drena la calotta orientale) i risultati ottenuti al M. Kring mostrano che, negli ultimi 550 ka, la calotta non avrebbe registrato espansioni tali da superare la cima del nunatak (1930 m). Ne deriva che nel Pleistocene medio-superiore la calotta orientale, in questo settore, non ha mai registrato incrementi di spessore superiori a 300 m rispetto alla superficie attuale.
Nella stessa zona, la calotta ha registrato un’avanzata intorno a 40-42 ka deponendo un till che documenta un innalzamento della superficie glaciale non superiore a 100 m rispetto alla superficie attuale.
Più complessa è, invece, la situazione nell’alto bacino del Ghiacciaio Rennick, dove i massi erratici campionati hanno fornito età di esposizione diverse, suggerendo una storia di esposizione multipla legata al succedersi di più fluttuazioni glaciali che, nel corso del Pleistocene (tra 1380 ka e 18 ka), avrebbero ripetutamente interessato l’area di indagine. Lo spessore massimo raggiunto dalla calotta antartica orientale, in questa zona, nel corso dell’ultimo massimo glaciale non ha superato 100 m rispetto alla superficie attuale. Questi dati potranno essere ulteriormente rafforzati applicando analisi multi-nuclide che, rispetto all’applicazione di un nuclide singolo, consentono di ottenere tutte le informazioni necessarie per interpretare storie di esposizione complessa in aree dalle caratteristiche singolari come quelle del continente antartico.
File