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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06202021-155941


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FALESSI, DAVIDE
URN
etd-06202021-155941
Titolo
William of Ockham's rejection of indivisibles in continuum
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Moriconi, Enrico
relatore Amerini, Fabrizio
Parole chiave
  • realism
  • nominalism
  • indivisibles
  • continuity
Data inizio appello
12/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2024
Riassunto
Il presente lavoro si propone di spiegare in che modo Guglielmo di Ockham confuti le posizioni realiste relative alla struttura della continuità e, più precisamente, relative al ruolo svolto dagli indivisibili all'interno del continuo. L'oggetto principale di questa tesi è pertanto l'opposizione tra la teoria di Ockham e la teoria realista sulla natura del continuo; controversia questa di indubbio rilievo nel Tardo Medioevo e all'interno della tradizione aristotelica.
La tesi delinea brevemente tutte le teorie medievali sugli indivisibili e sulla continuità tra XIII e XIV secolo; fornisce poi un'esposizione della teoria aristotelica da cui ricavano i loro principi fondamentali tanto il nominalismo quanto il realismo. La sezione principale è dedicata alla teoria di Ockham nella sua pars destruens e pars construens. Infine, nella conclusione sono presentate osservazioni generali sul realismo e sul nominalismo che possono essere dedotte da questo dibattito sul continuo.



The present work aims at explain how William of Ockham rejects the realist account of continuity and, more to the point, what is the role of indivisibles within continua. Therefore, the main subject of this thesis is the opposition between Ockham’s account and the realist one. This is a fundamental controversy in the Late Middle Age and within the Aristotelian tradition.
The work briefly outlines all the medieval accounts of indivisibles and continuity between XIII and XIV centuires; then it provides an explanation of the Aristotelian background as common starting point both of Nominalism and Realism. The main section is dedicated to Ockham's account in his pars destruens and pars construens. General features of Realism and Nominalism that can be deduced from this debate about continuity are set forth in the conclusion.
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