logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06202013-173210


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MONTI, YURI
URN
etd-06202013-173210
Titolo
La natura anti-concorrenziale del marchio che gode di rinomanza: profili di rilevanza antitrust
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Dott.ssa Kutufà, Ilaria
Parole chiave
  • concorrenza
  • proprietà industriale
  • proprietà intellettuale
Data inizio appello
08/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2053
Riassunto
L'intervento legislativo del 1992 rappresenta un momento di profonda riconsiderazione della figura del marchio. Tra le innovazioni più importanti, spicca sicuramente il marchio che gode di rinomanza, figura che ha confermato la innovativa centralità del marchio stesso nel quadro
economico e che ha scardinato una delle colonne portanti della disciplina: il principio di specialità. Il riconoscimento esplicito della funzione attrattivo-suggestiva del segno distintivo per eccellenza ha fatto da incubatrice alla fattispecie del marchio rinomato; ed un marchio che sia in grado di “catturare” pubblico è, parlando in termini antitrust, idoneo a generare market power, sia attuale – nel settore merceologico coperto dal segno – che potenziale – nel/i settore/i sui cui si potrà espandere il medesimo segno. Se il market power viene lasciato svilupparsi incondizionatamente, sottratto com'è ai limiti (principio di specialità) e correttivi (capacità distintiva, decadenza) tipici previsti dal Codice della proprietà industriale, è inevitabile che riversi i suoi esiti negativi sul piano degli equilibri di mercato. La tutela ampliata della funzione suggestiva rischia quindi di divenire un “alibi” dietro cui celare la volontà di avvicinarsi a posizioni di stampo monopolistico. Per poter contenere queste spinte, la direzione più rapida e certa da intraprendere sembrerebbe dunque quella di ricollocare in posizione centrale la funzione distintiva del marchio, oltre ad un ritorno alla valorizzazione di una competizione “sui meriti” e non “sulla suggestione”.
File