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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06192024-221754


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
TUFILLI, VALENTINA
URN
etd-06192024-221754
Titolo
Malattia di Parkinson e asse intestino-cervello: nuove prospettive sul microbiota intestinale
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Calderone, Vincenzo
Parole chiave
  • asse intestino-cervello
  • bidirectional communication
  • comunicazione bidirezionale
  • disbiosi intestinale
  • gut dysbiosis
  • gut microbiota
  • gut-brain axis
  • human probiotic infusion (HPI)
  • infusione probiotici umani (HPI)
  • malattia di Parkinson
  • microbiota intestinale
  • oral probiotics
  • Parkinson's disease
  • probiotici orali
Data inizio appello
10/07/2024
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che coinvolge il sistema extrapiramidale. È caratterizzata principalmente da sintomi motori, quali tremore, rigidità e bradicinesia, ma sono presenti anche sintomi che coinvolgono la sfera cognitivo-affettiva o che coinvolgono distretti periferici, tra cui l’apparato gastrointestinale.
Le attuali strategie di trattamento farmacologico, quali Levodopa, farmaci agonisti dopaminergici, inibitori della monoamminossidasi B (MAO-B), inibitori della catecol-O-metiltransferasi (COMT), antagonisti muscarinici e Amantadina, hanno come target il miglioramento della qualità della vita del paziente ma non la risoluzione della malattia. Negli ultimi anni, gli studi relativi al ruolo fisiopatologico dell’asse intestino-cervello si sono rivelati di fondamentale importanza, definendo il microbiota intestinale un possibile protagonista nella patogenesi e nella progressione della malattia di Parkinson.
L’asse intestino-cervello-microbiota comunica in modo bidirezionale attraverso vie neurali, endocrine e immunitarie. La disbiosi intestinale provoca, attraverso diversi meccanismi, l’attivazione e la cronicizzazione di stati infiammatori, sia locali a livello intestinale che sistemici, che potrebbero avere possibili conseguenze sull’innesco o comunque la facilitazione di processi neuroinfiammatori potenzialmente co-responsabili di malattie neurodegenerative.
Sulla base di ciò, la tesi ha l’obiettivo di valutare il ruolo dei probiotici orali e dell’infusione di probiotici umani (HPI) nel trattamento della malattia di Parkinson attraverso lo studio di trials clinici e letteratura scientifica. La terapia mediante infusione di probiotici umani (HPI) è il trattamento che significativamente migliora l’irregolarità dell’alvo e i sintomi motori. Anche l’utilizzo di probiotici per via orale ha prodotto miglioramenti significativi sugli aspetti discinetici, nella disfunzione gastrointestinale, nell’ansia e nella depressione nei pazienti affetti da malattia di Parkinson.
In conclusione, l’asse intestino-cervello sembra giocare un ruolo fondamentale nella malattia di Parkinson e nella sua eziopatogenesi. Tuttavia, sono necessari ulteriori trials clinici randomizzati su larga scala, per studiare il coinvolgimento del tratto gastrointestinale che potrebbe essere alla base di questa malattia e gli effetti a breve e a lungo termine del trattamento probiotico sui sintomi motori e non motori che la contraddistinguono. La modulazione del microbiota intestinale potrebbe quindi rappresentare una promettente prospettiva terapeutica per la malattia di Parkinson e impostare un trattamento che agisca in modo appropriato sul microbiota e che corregga una condizione disbiotica, potrebbe significativamente migliorare la qualità della vita dei pazienti parkinsoniani.

Parkinson’s disease is a neurodegenerative disorder that involves the extrapyramidal system. It is mainly characterized by motor symptoms, such as tremor, stiffness and bradykinesia, but there are also symptoms involving the cognitive-affective sphere or involving peripheral districts, including the gastrointestinal tract. Current drug treatment strategies, such as Levodopa, dopaminergic agonist drugs, monoamine oxidase B inhibitors (MAO-B), catechol-O-methyltransferase (COMT) inhibitors, muscarinic antagonists and Amantadine, aim to improve patients’ quality of life rather than cure the disease target the improvement of the patient’s quality of life but not the resolution of the disease. In recent years, studies on the pathophysiological role of the gut-brain axis have proved to be of fundamental importance, defining the intestinal microbiota as a possible protagonist in the pathogenesis and progression of Parkinson’s disease.
The gut-brain-microbiota axis communicates bidirectionally through neural, endocrine and immune pathways. Intestinal dysbiosis causes, through different mechanisms, the activation and chronicization of inflammatory states, both local intestinal and systemic, that could have possible consequences on the trigger or in any case the facilitation of neuroinflammatory processes potentially co-responsible for neurodegenerative diseases.
Based on this, the thesis aims to evaluate the role of oral probiotics and the infusion of human probiotics (HPI) in the treatment of Parkinson’s disease through the study of clinical trials and scientific literature. Human probiotic infusion (HPI) therapy is the treatment that significantly improves Alvo irregularity and motor symptoms. The use of probiotics orally has also produced significant improvements in the dyskinetic aspects, gastrointestinal dysfunction, anxiety and depression in patients with Parkinson’s disease.
In conclusion, the gut-brain axis seems to play a fundamental role in Parkinson’s disease and its etiopathogenesis. However, further large-scale randomized clinical trials are needed, to study the involvement of the gastrointestinal tract that could be the basis of this disease and the short-term and long-term effects of probiotic treatment on motor and non-motor symptoms that distinguish it. Modulation of the gut microbiota could therefore represent a promising therapeutic prospect for Parkinson’s disease and set up a treatment that acts appropriately on the microbiota and corrects a dysiotic condition, could significantly improve the quality of life of Parkinson’s patients.
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