Tesi etd-06192018-142458 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BASCHERINI, BENEDETTA
URN
etd-06192018-142458
Titolo
AMILOIDOSI DA TRANSTIRETINA: LA RICERCA DOPO IL TAFAMIDIS; NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI DAL 2012 AD OGGI
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof.ssa Nencetti, Susanna
correlatore Prof.ssa Orlandini, Elisabetta
correlatore Prof.ssa Orlandini, Elisabetta
Parole chiave
- AG10
- antibodies
- anticorpi
- antisense
- crosslinkers
- doxiciclina
- fibroblasti
- fibroblasts
- mangosteen
- mangostina
- oligonucleotides
- oligonucleotidi antisenso
- siRNA
- stabilization
- tetramer
- tolcapone
- TUDCA
Data inizio appello
11/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2088
Riassunto
Nell’amiloidosi da transtiretina,non sono solo le fibrille di tessuto amiloide a indurre il danneggiamento tissutale (compressione diretta, ostruzione e diminuzione della circolazione in determinati distretti), perché tali agglomerati non sono di per sé tossici. La vera componente tossica del processo di amiloidogenesi è rappresentata dagli oligomeri o monomeri a basso peso molecolare che si formano a partire dalla proteina: essi inducono l’ingresso di calcio nelle cellule e causano tossicità con questo squilibrio ionico; inoltre inducono l’espressione di un recettore detto RAGE o “per la glicazione avanzata” che causa aumento dello stress ossidativo a livello del reticolo endoplasmatico e dell’apoptosi caspasi-dipendente. Di conseguenza, attualmente, la ricerca sta andando in una direzione diversa rispetto a quanto avvenuto in precedenza. Al momento ci si sta interessando alla sintesi di piccole molecole che abbiano l’obiettivo o di stabilizzare la proteina in maniera più forte rispetto alle precedenti, oppure quello di andare ad attaccare gli intermedi prefibrillari e gli oligomeri tossici, a ridurre o addirittura eliminare la produzione della proteina direttamente a livello genetico, e a creare un meccanismo per cui una proteina eventualmente anomala o misfolded sia eliminata non appena si forma senza poter quindi andare a formare l’amiloide (aumento della clearence). In questo modo si mira a stabilizzare il più possibile la progressione della patologia. Inoltre, date le evidenti correlazioni tra tutti vari tipi di amiloidosi, si ha la speranza che le nuove terapie in fase di studio possano essere utilizzate non solo per questa specifica malattia ma anche per tutte quelle che abbiano alla base analoghi meccanismi molecolari.
File
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