Tesi etd-06162025-181533 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CARNESECCHI, CAMILLA
URN
etd-06162025-181533
Titolo
L'istituto della mediazione familiare nei casi di separazione e violenza domestica
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Murgo, Caterina
Parole chiave
- mediazione familiare
- violenza domestica
Data inizio appello
17/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2065
Riassunto
La mediazione familiare si delinea quale strumento di risoluzione alternativa delle controversie (ADR), precipuamente orientato alla gestione consensuale dei dissidi insorgenti nell'alveo delle relazioni familiari, con particolare enfasi nei contesti di separazione e divorzio. La sua attuazione, tuttavia, si rivela problematica laddove affiorino dinamiche di violenza domestica, le quali, per loro intrinseca natura, sovvertono radicalmente l'equilibrio tra le parti e inficiano le condizioni minime indispensabili per un confronto paritario e schietto. Il presente elaborato si propone di scandagliare l'istituto della mediazione familiare sotto il profilo storico, giuridico e comparatistico. Successivamente, si addentra nell'esame della complessa realtà della violenza domestica, analizzandone le molteplici manifestazioni e le conseguenze deleterie sulle vittime, con una specifica attenzione rivolta alla figura del minore e al fenomeno della violenza assistita, in correlazione al principio del superiore interesse del minore, solennemente sancito a livello internazionale. Il cardine dell'intera trattazione risiede nell'analisi del divieto di mediazione nei casi di violenza domestica, disposizione esplicitamente contemplata dalla Convenzione di Istanbul quale presidio a tutela delle vittime e dispositivo atto a prevenire la vittimizzazione secondaria. Attraverso un'accurata disamina di studi empirici e ricerche sul campo, vengono illuminati i rischi intrinseci all'impiego della mediazione in contesti pervasi da abusi, contrapposti ai benefici riscontrabili in ambiti relazionali non conflittuali. A completamento dell'analisi, vengono prese in considerazione alcune figure affini, quali il coordinatore genitoriale e il consulente tecnico d'ufficio, valutate alla luce della loro efficacia e idoneità nei percorsi di protezione e nella gestione dei conflitti familiari. L'obiettivo ultimo di questa tesi è quello di contribuire a una riflessione critica sull'applicazione della mediazione familiare nei casi di violenza, proponendo una visione che ponga in primissimo piano la tutela della persona offesa e la perentoria esigenza di strumenti realmente incisivi nella gestione dei conflitti familiari in ambito giudiziario.
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