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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06152024-174919


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TOBIO, CAMILLA
URN
etd-06152024-174919
Titolo
Studio topografico del territorio bellunese: i paesaggi in prospettiva diacronica
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Menchelli, Simonetta
Parole chiave
  • paesaggi
  • prospettiva diacronica
  • studio topografico
  • territorio bellunese
Data inizio appello
05/07/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
### Abstract

Questa tesi esplora il territorio bellunese attraverso uno studio topografico e un'analisi diacronica dei paesaggi, considerando l'evoluzione nel tempo. La ricerca, suddivisa in cinque capitoli, esamina il rapporto tra l'uomo e l'ambiente dalla preistoria ai tempi contemporanei, culminando con il disastro del Vajont.
Il primo capitolo descrive il paesaggio fisico, analizzando morfologia, geologia, idrografia e clima del territorio. Situato nelle Dolomiti, il territorio bellunese presenta paesaggi che variano dalle alte vette alle vallate fluviali, con un clima che cambia significativamente con l'altitudine. Queste caratteristiche hanno influenzato insediamenti umani, pratiche agricole e infrastrutture. Il rilievo montuoso, con le sue sfide e risorse, ha determinato lo sviluppo di particolari strategie di adattamento umano nel corso dei millenni.
Il secondo capitolo analizza il periodo preistorico e protostorico. Studi archeologici ricostruiscono come le prime comunità umane si sono insediate e hanno interagito con il territorio, esaminando tecniche di sussistenza, insediamenti e sfruttamento delle risorse naturali. La caccia, la raccolta e le prime forme di agricoltura e allevamento vengono esaminate per comprendere come queste attività abbiano influenzato il paesaggio e la società dell'epoca. Si evidenzia l'importanza delle risorse naturali nella formazione delle prime comunità stabili e nella loro evoluzione socio-economica.
Il terzo capitolo si concentra sull'età romana. Durante questo periodo, il territorio bellunese fu integrato nella vasta rete di comunicazioni e infrastrutture dell'Impero Romano. Le strade romane, i ponti e gli insediamenti fortificati testimoniano l'importanza strategica della regione. Si analizzano le modalità di sfruttamento delle risorse naturali, l'organizzazione territoriale e le dinamiche socio-economiche dell'epoca. Questo capitolo evidenzia come l'integrazione nell'Impero Romano abbia influenzato il paesaggio e le strutture insediative del territorio bellunese, portando a significativi cambiamenti nella gestione delle risorse e nell'urbanizzazione.
Il quarto capitolo tratta dell'età medievale e moderna, analizzando cambiamenti dal Medioevo al XVIII secolo. Durante il medioevo, le dinamiche insediative e l'organizzazione del territorio subirono ulteriori trasformazioni. L'analisi delle strutture feudali, dei castelli medioevali rivela come il controllo del territorio e le relazioni di potere fossero strettamente legati alla morfologia e alle risorse ambientali. Nell'età moderna, il territorio bellunese vide l'espansione delle attività agricole e l'incremento delle infrastrutture legate all'estrazione delle risorse naturali, come il legno. Le trasformazioni socio-economiche portarono alla nascita di nuovi centri abitati e allo sviluppo di una complessa rete di vie di comunicazione. Le politiche di gestione del territorio e le prime forme di tutela ambientale emergono come temi cruciali in questo periodo, prefigurando le dinamiche che avrebbero caratterizzato l'epoca successiva.
Il quinto capitolo è dedicato all'età contemporanea, dal XIX al XX secolo, fino al disastro del Vajont. La rivoluzione industriale portò significativi cambiamenti nel territorio bellunese. L'introduzione di nuove tecnologie agricole, l'espansione delle infrastrutture di trasporto e lo sviluppo dell'industria, in particolare quella del legno e dell'energia idroelettrica, modificarono profondamente il paesaggio. L'urbanizzazione e la crescita demografica determinarono un nuovo assetto del territorio, con impatti rilevanti sull'ambiente naturale. Il disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, causato dal crollo di una frana nel bacino artificiale, che travolse i paesi sottostanti provocando la morte di circa 2000 persone, rappresenta un punto di svolta nella storia del rapporto tra l'uomo e l'ambiente. L'analisi si focalizza sulle cause del disastro, attribuibili sia a fattori naturali sia a gravi errori umani, e sulle sue implicazioni per la gestione del territorio e la prevenzione dei rischi ambientali.
Nel complesso, questa tesi mira a fornire una comprensione integrata del territorio bellunese, considerando non solo gli aspetti fisici e naturali, ma anche le dinamiche storiche, sociali ed economiche che hanno modellato il paesaggio nel corso del tempo. Attraverso l'analisi delle fonti edite, emergono i complessi intrecci tra l'ambiente naturale e le attività umane, rivelando come il territorio sia stato plasmato da un continuo dialogo tra natura e cultura.
La ricerca evidenzia l'importanza di un approccio interdisciplinare per comprendere le trasformazioni paesaggistiche e le sfide contemporanee legate alla gestione del territorio e alla sostenibilità ambientale. Il caso del Vajont, in particolare, sottolinea la necessità di integrare conoscenze storiche e ambientali per una pianificazione responsabile, volta a prevenire catastrofi future e a proteggere le fragilità del territorio. Lo studio del Vajont offre lezioni preziose per il futuro, evidenziando la necessità di una maggiore consapevolezza e prudenza nella gestione delle risorse naturali e nelle opere ingegneristiche.
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