Tesi etd-06152014-161155 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
NOSEI, VALENTINA
URN
etd-06152014-161155
Titolo
Ruolo delle protesi metalliche autoespandibili nel trattamento delle occlusioni neoplastiche del colon.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
GASTROENTEROLOGIA
Relatori
relatore Prof. Marchi, Santino
Parole chiave
- endoscopia
- occlusione intestinale acuta
- SEMS
- tumore colon-retto
Data inizio appello
10/07/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
INTRODUZIONE
L’occlusione intestinale acuta è la prima manifestazione clinica di cancro colo-rettale nel 8-29% dei casi. Essa comporta complicanze come la disidratazione, shock ipovolemico, danno renale e polmonare, perforazione intestinale; il paziente va quindi rapidamente trattato. In emergenza l’intervento chirurgico prevede una colostomia decompressiva e successivo reintervento per le ricanalizzazione.
Con l’introduzione delle protesi metalliche autoespandibili (SEMS, Self Expandible Metal Stent), è stato possibile trattare in urgenza questi pazienti, evitando la decompressione chirurgica e la creazione di una stomia, e favorendo, dopo la stabilizzazione clinica del paziente e la stadiazione di malattia, un intervento one-stage, che prevede in unica soluzione la resezione colica e la successiva anastomosi.
Oggi l’uso dei SEMS trova impiego sia come trattamento pre-operatorio (bridge to surgery), sia come palliazione nei pazienti non suscettibili di intervento chirurgico per malattia avanzata e/o comorbilità.
Le controindicazioni di tale metodica sono la presenza di perforazione intestinale, di carcinosi peritoneale, stenosi del retto basse.
Le complicanze possono essere: perforazione intestinale, sanguinamento, migrazione dello stent, ri-ostruzione, tenesmo e incontinenza nelle stenosi del retto.
I dati in letteratura dimostrano che l’utilizzo di SEMS è efficace per il trattamento delle occlusioni neoplastiche del colon sia come bridge to surgery che a scopo palliativo.
SCOPO DELLO STUDIO
Lo scopo di questo studio retrospettivo è la valutazione del ruolo delle protesi autoespandibili metalliche nel trattamento delle stenosi neoplastiche del colon, sia a scopo palliativo che come “bridge to surgery”.
PAZIENTI E METODI
Da gennaio 2006 ad aprile 2014 nel reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva del P.O. di La Spezia 107 pazienti con stenosi maligna del colon sono stati trattati mediante posizionamento di SEMS. L’età media dei pazienti era di 79 anni (range 44-99), di cui 69 uomini (64,5%) e 38 donne (35,5%). Tre di essi (2,8%) presentavano un stenosi ab-estrinseco, mentre gli altri 105 (98,1%) un tumore primitivo del colon (adenocarcinoma); la localizzazione della stenosi era in 12 (11,2%) di essi al retto, 3 (2,8%) alla giunzione retto-sigma, 57 (53,3%) al sigma, 16 (15%) al discendente, 8 ( 7,5%) alla flessura splenica, 9 (8,4%) al trasverso, 1 (0,9%) alla flessura epatica e 1 (0,9%) a livello dell’anastomosi ileo-colica di un pregresso intervento di resezione (tab. 1).
Sono stati posizionati SEMS tipo TTS (through the scope) in 99 pazienti (92.5%) e tipo OTW (over the wire) in 8 pazienti (7.5%). 68 pazienti (63.5%) sono stati trattati come “bridge to surgery”, 39 pazienti (36.4%) a scopo palliativo.
RISULTATI
Nel 93,5% dei pazienti trattati è stato raggiunto il successo clinico (ricanalizzazione intestinale con risoluzione dei sintomi occlusivi in tempi brevi); il successo tecnico (corretta espansione dello stent a cavallo della stenosi) si è ottenuto nel 97% dei pazienti.
La percentuale totale delle complicanze verificatesi è del 13%; esse sono: perforazione intestinale, dislocazione e ri-occlusione della protesi. Nessuna di esse ha determinato il decesso dei pazienti.
Dai dati dello studio possiamo affermare che l’utilizzo di SEMS nelle stenosi neoplastiche del colon è una metodica efficace e sicura, in particolare quando eseguita secondo le sue precise indicazioni e da endoscopisti esperti. Il poter eseguire l’intervento chirurgico in elezione con paziente stabile clinicamente, ha permesso, inoltre, la resezione intestinale con confezione immediata dell’anastomosi, evitando quindi la colostomia e le sue complicanze ed un secondo intervento chirurgico per la ricanalizzazione.
CONCLUSIONI
L’utilizzo di SEMS nelle stenosi neoplastiche del colon è una metodica efficace e sicura, in particolare quando eseguita secondo le sue precise indicazioni e da endoscopisti esperti. Nei pazienti con trattamento “bridge to surgery”, questa metodica permette di eseguire un intervento one-stage e laparoscopico, evitando l’esecuzione di un stomia e le sue complicanze.
L’occlusione intestinale acuta è la prima manifestazione clinica di cancro colo-rettale nel 8-29% dei casi. Essa comporta complicanze come la disidratazione, shock ipovolemico, danno renale e polmonare, perforazione intestinale; il paziente va quindi rapidamente trattato. In emergenza l’intervento chirurgico prevede una colostomia decompressiva e successivo reintervento per le ricanalizzazione.
Con l’introduzione delle protesi metalliche autoespandibili (SEMS, Self Expandible Metal Stent), è stato possibile trattare in urgenza questi pazienti, evitando la decompressione chirurgica e la creazione di una stomia, e favorendo, dopo la stabilizzazione clinica del paziente e la stadiazione di malattia, un intervento one-stage, che prevede in unica soluzione la resezione colica e la successiva anastomosi.
Oggi l’uso dei SEMS trova impiego sia come trattamento pre-operatorio (bridge to surgery), sia come palliazione nei pazienti non suscettibili di intervento chirurgico per malattia avanzata e/o comorbilità.
Le controindicazioni di tale metodica sono la presenza di perforazione intestinale, di carcinosi peritoneale, stenosi del retto basse.
Le complicanze possono essere: perforazione intestinale, sanguinamento, migrazione dello stent, ri-ostruzione, tenesmo e incontinenza nelle stenosi del retto.
I dati in letteratura dimostrano che l’utilizzo di SEMS è efficace per il trattamento delle occlusioni neoplastiche del colon sia come bridge to surgery che a scopo palliativo.
SCOPO DELLO STUDIO
Lo scopo di questo studio retrospettivo è la valutazione del ruolo delle protesi autoespandibili metalliche nel trattamento delle stenosi neoplastiche del colon, sia a scopo palliativo che come “bridge to surgery”.
PAZIENTI E METODI
Da gennaio 2006 ad aprile 2014 nel reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva del P.O. di La Spezia 107 pazienti con stenosi maligna del colon sono stati trattati mediante posizionamento di SEMS. L’età media dei pazienti era di 79 anni (range 44-99), di cui 69 uomini (64,5%) e 38 donne (35,5%). Tre di essi (2,8%) presentavano un stenosi ab-estrinseco, mentre gli altri 105 (98,1%) un tumore primitivo del colon (adenocarcinoma); la localizzazione della stenosi era in 12 (11,2%) di essi al retto, 3 (2,8%) alla giunzione retto-sigma, 57 (53,3%) al sigma, 16 (15%) al discendente, 8 ( 7,5%) alla flessura splenica, 9 (8,4%) al trasverso, 1 (0,9%) alla flessura epatica e 1 (0,9%) a livello dell’anastomosi ileo-colica di un pregresso intervento di resezione (tab. 1).
Sono stati posizionati SEMS tipo TTS (through the scope) in 99 pazienti (92.5%) e tipo OTW (over the wire) in 8 pazienti (7.5%). 68 pazienti (63.5%) sono stati trattati come “bridge to surgery”, 39 pazienti (36.4%) a scopo palliativo.
RISULTATI
Nel 93,5% dei pazienti trattati è stato raggiunto il successo clinico (ricanalizzazione intestinale con risoluzione dei sintomi occlusivi in tempi brevi); il successo tecnico (corretta espansione dello stent a cavallo della stenosi) si è ottenuto nel 97% dei pazienti.
La percentuale totale delle complicanze verificatesi è del 13%; esse sono: perforazione intestinale, dislocazione e ri-occlusione della protesi. Nessuna di esse ha determinato il decesso dei pazienti.
Dai dati dello studio possiamo affermare che l’utilizzo di SEMS nelle stenosi neoplastiche del colon è una metodica efficace e sicura, in particolare quando eseguita secondo le sue precise indicazioni e da endoscopisti esperti. Il poter eseguire l’intervento chirurgico in elezione con paziente stabile clinicamente, ha permesso, inoltre, la resezione intestinale con confezione immediata dell’anastomosi, evitando quindi la colostomia e le sue complicanze ed un secondo intervento chirurgico per la ricanalizzazione.
CONCLUSIONI
L’utilizzo di SEMS nelle stenosi neoplastiche del colon è una metodica efficace e sicura, in particolare quando eseguita secondo le sue precise indicazioni e da endoscopisti esperti. Nei pazienti con trattamento “bridge to surgery”, questa metodica permette di eseguire un intervento one-stage e laparoscopico, evitando l’esecuzione di un stomia e le sue complicanze.
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