Tesi etd-06142009-204203 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
AGRESTI, STEFANO
URN
etd-06142009-204203
Titolo
Il concetto di sostanza in Leibniz e Wolff
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
FILOSOFIA
Relatori
Relatore Prof. Cavallo, Tomaso
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
01/07/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/07/2049
Riassunto
Oggetto di questa tesi è il confronto fra Leibniz e Wolff sul concetto di sostanza. Usualmente nella storiografia filosofica Wolff è stato accusato di aver ripreso e volgarizzato le idee leibniziane; mostreremo che questo è stato un pregiudizio che non regge alla luce di un confronto fra i due riguardo al concetto di sostanza da loro diversamente sviluppato. Preliminarmente ricostruiamo i rapporti che intrattennero alla luce dei contributi critici più recenti, a abbozziamo una storia della storiografia su di essi. Successivamente analizziamo il concetto di sostanza elaborato da Leibniz. Partiamo dal suo primo scritto giovanile dedicato al principio di individuazione e, dopo aver ricostruito le problematiche legate a tale concetto, analizziamo la proposta avanzata da Leibniz stesso, e sottolineiamo come contenga importanti elementi che saranno mantenuti nelle speculazioni successive. Nel terzo capitolo ci dedichiamo allo ricostruzione dello sviluppo del concetto di sostanza che Leibniz chiamerà monade. Mostriamo che Leibniz, influenzato dai suoi maestri, ha cercato di coniugare Aristotele con la scienza moderna, e che non ha accettato importanti idee cartesiane, proprio in opposizione alle quali in parte ha costruito il suo concetto di sostanza. Analizziamo inoltre aspetti di alcuni scritti giovanili di Leibniz, e riflessioni (sulla forza, sul criterio di verità e sulle relazioni) che sono poi confluite come determinazioni essenziali del suo concetto di sostanza. Dopo ciò cominciamo ad esporre la prima concezione compiuta della sostanza, quale emerge in scritti come il Discorso di Metafisica e la corrispondenza col gesuita Arnauld, a cui seguono paragrafi dedicati agli importanti saggi di dinamica e il Nuovo Sistema della Natura. Chiudiamo il capitolo analizzando le ultime opere che espongono la matura concezione della sostanza in Leibniz, quali la Monadologia e i Principi della Natura e della Grazia. Il quarto capitolo è invece dedicato all’analisi delle difficoltà interpretative dei concetti leibniziani, che riguardano sia le determinazioni della sostanza individuale, quali il principio degli indiscernibili e di individuazione nel Leibniz maturo, sia il problema delle sostanze composte. Riguardo a ciò analizziamo il concetto di materia nel Leibniz della concezione monadologica, e mostriamo come essa non sia più il sostrato della tradizione aristotelica, ma una funzione della forma, cosa che crea molti problemi, irrisolti, nel tentativo di dare una spiegazione coerente del suo sistema. Inoltre esponiamo i tentativi leibniziani di difendere la sostanzialità delle sostanze composte, e il grande problema rappresentato dall’emergere del concetto di vincolo sostanziale nella corrispondenza col gesuita Des Bosses. Infine vengono analizzate le principali odierne correnti interpretative unitarie del sistema leibniziano, quali il fenomenalismo, il realismo e la teoria delle percezioni confuse, riguardo alle quali prenderemo posizione per la corrente realista. Il quinto capitolo è dedicato a Wolff, e ricostruiamo il suo concetto di sostanza a partire da alcuni suoi scritti, ovvero la Metafisica Tedesca e l’Ontologia. Mostriamo come le determinazioni che avanza non corrispondano a quelle leibniziane, e che pertanto non si può sostenere che abbiano una concezione della sostanza comune. Gli obiettivi dei due filosofi, come mostriamo nelle conclusioni, sono infatti diversi, in quanto Leibniz si è prefisso di determinare i contenuti del concetto di monade, mentre Wolff si è interessato all’elaborazione di un metodo certo che potesse essere utile per produrre conoscenza feconda e salda in tutti i campi del sapere.
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