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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06082025-185516


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ANTONELLI, ALESSANDRO
URN
etd-06082025-185516
Titolo
I poteri istruttori dell'Amministrazione finanziaria, le recenti modifiche della riforma tributaria.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof.ssa Bellé, Brunella
Parole chiave
  • indagini finanziarie
  • poteri istruttori
  • processo verbale di constatazione
  • riforma tributaria
Data inizio appello
27/06/2025
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’attuale contesto in cui si trovano ad operare le imprese è caratterizzato da continui cambiamenti legislativi in materia tributaria, cambi di direzione sugli obiettivi perseguiti dal legislatore e continui aggiornamenti della normativa fiscale per cercare di adattarsi alle esigenze economiche, politiche e sociali del momento. Tali cambiamenti, sebbene necessari, possono generare varie incertezze e importanti difficoltà interpretative comportando quindi, per le imprese, i contribuenti, e tutti i professionisti del settore, la necessità di affrontare costanti sfide di aggiornamento al fine di evitare la mancata attuazione delle nuove disposizioni e riducendo la percentuale di errori.
Malgrado la maggior parte delle imprese di grandi dimensioni sia particolarmente attenta ad adottare, nei confronti dei continui cambiamenti legislativi, un approccio proattivo, capace di ridurre il rischio di contestazioni e sanzioni grazie ad adeguate strategie fiscali, la maggior parte delle PMI applicano, al contrario, un approccio reattivo nei confronti dei cambiamenti normativi. Per le PMI, le quali per altro sono la tipologia di imprese che compongono maggiormente il tessuto imprenditoriale italiano, risulta più difficile attuare adeguate strategie fiscali in grado di prevenire ed attuare tutti i cambiamenti che via via si susseguono, risultando così sistematicamente maggiormente sottoposte a controlli e verifiche da parte degli enti accertatori.
Da tutto questo ne discende dunque che, ad oggi, l’attività di controllo attuata dagli organi accertatori, in particolare Guardia di Finanza e Agenzia Entrate, risulti essere particolarmente frequente dato che le condizioni sopra descritte favoriscono l’esercizio dei poteri ispettivi.
E’ proprio quest’ultimo argomento, l’esercizio dei poteri ispettivi da parte degli uffici accertatori, che vuole rappresentare il principale movente del presente elaborato, all’interno del quale l’obiettivo è quello di affrontare l’esercizio di tali poteri da entrambe le prospettive, sia da parte dell’ufficio che li applica sia da parte dei contribuenti che invece tali poteri li subiscono. Introducendo l’argomento viene esposto quali siano i fondamenti di tali poteri, e quali le finalità che questi devono conseguire, specificando come l’attività svolta dall’amministrazione finanziaria sia volta contemporaneamente ad un fine specifico, ovvero l’accertamento e la riscossione dei tributi, ed uno generico, il quale consiste nel raggiungimento dell’imparzialità nei confronti di quei soggetti ai quali si riferiscono le attività ispettive. Infatti, l’Amministrazione Finanziaria non solo deve contribuire alla formazione di un sistema tributario basato sulla progressività e sul principio di capacità contributiva, ma deve anche esercitare la propria attività in modo imparziale, seguendo i principi di trasparenza e buon andamento. Entrando poi più nello specifico viene spiegato come tali poteri siano finalizzati al controllo dell’adempimento dell’obbligazione tributaria e degli altri obblighi fiscali riconosciuti in capo al contribuente, e come questi abbiano insita la capacità di far emettere eventuali atti impositivi e di irrogare sanzioni nel caso in cui vengano riscontrati inadempimenti. Successivamente entrerà più nel merito specificando come i poteri si dividano in controllo automatico, controllo formale e controllo sostanziale. L’elaborato prosegue poi affrontando un altro tema, se si vuole fondamentale all’interno delle attività di accertamento, ovvero quello delle indagini finanziarie le quali rappresentano uno strumento istruttorio che attribuisce all'Amministrazione Finanziaria il potere di acquisire elementi probatori rilevanti per l’attività di controllo. Questi elementi si riferiscono ai rapporti, sia continuativi che occasionali, intrattenuti dal contribuente oggetto di verifica con gli intermediari finanziari. In merito a tale argomento vari sono le tematiche che verranno affrontate, come l’autorizzazione necessaria al fine di effettuare la verifica, tutto il tema delle presunzioni con la prova contraria a carico del contribuente, ma anche la possibile estensione che le indagini bancarie possono avere verso quei soggetti vicini al contribuente oggetto di indagini, con l’obiettivo di monitorare analiticamente ogni singola transazione, anche nei casi in cui non vi sia coincidenza tra l'intestatario del rapporto e il contribuente oggetto di verifica, permettendo quindi di estendere l'accertamento anche ai conti correnti intestati a soggetti terzi.

Una volta capito quali siano questi poteri e come questi vengono attuati, analizzando dunque il tema oggetto di tesi dalla parte dell’ufficio accertatore che li detiene, era secondo me opportuno spostare l’attenzione verso gli effetti che si producono conseguentemente l’esercizio di tali poteri, mettendosi quindi dalla parte del contribuente che li subisce. All’interno del terzo capitolo, infatti, l’argomento di riferimento è rappresentato dal processo verbale di constatazione, che rappresenta sì quel documento all’interno del quale vengono riassunte tutte le attività ispettive effettuate nei confronti del contribuente, ma anche il punto di partenza per l’irrogazione degli atti successivi. Ciò detto, dunque, per il contribuente sta a significare non solo un possibile elemento di vulnerabilità, ma anche un possibile strumento di tutela, dato che, se da un lato può contenere informazioni pregiudizievoli, dall’altro, se i diritti riconosciuti dall'ordinamento in favore di quest’ultimo vengono adeguatamente esercitati, il PVC può costituire un utile strumento difensivo nell’ambito del contenzioso tributario. Continuando ad analizzare il tema nelle sue fasi successive, sempre dalla parte del contribuente, un aspetto con importanza rilevante è sicuramente quello del contraddittorio, dato che rappresenta la fase precedente all’emissione dell’atto impositivo nella quale Amministrazione finanziaria e contribuente si confrontano ed aprono tra di loro un dialogo ove possibile, per far sì che quest’ultimo diventi parte attiva del procedimento al quale è sottoposto. Così facendo il contribuente ha la possibilità di conoscere ciò che gli è stato contestato e quali sono le irregolarità fiscali che ha commesso al fine di impostare una difesa anticipata rispetto ad un eventuale successivo ricorso davanti al giudice tributario. Il tema del contraddittorio, oltre ad essere analizzato sotto profilo del percorso che lo ha portato all’approvazione, con l’introduzione dell’articolo 6-bis dello Statuto dei diritti del Contribuente, verrà arricchito di ulteriori argomenti ad esso riferibili. Questi, lo schema d’atto, ovvero una comunicazione formale preliminare capace di riportare dettagliatamente le ragioni e i dati probatori che stanno alla base dell’accertamento tributario permettendo, quindi, al contribuente di farsi un’idea sulle ragioni e sulle motivazioni in possesso dell’ufficio accertatore; l’accertamento con adesione; la motivazione dei provvedimenti tributari ed infine l’istituto dell’autotutela spiegato sulla base delle modifiche apportate dalla riforma tributaria.
A conclusione del presente elaborato, con l’obiettivo di dare un risvolto pratico a tutto quanto affrontato, viene proposta la disamina di un caso pratico, avente un oggettivo riscontro, il quale ci permette di prendere contezza di cosa, nella realtà accade veramente.
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