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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06082019-165946


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MAZZEI, DARIO
URN
etd-06082019-165946
Titolo
IL RADDOPPIO DEI TERMINI NELL'ACCERTAMENTO TRIBUTARIO
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Zanotti, Nicolò
Parole chiave
  • raddoppio dei termini
  • accertamento tributario
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2089
Riassunto
Lo scopo di questa tesi è quello di approfondire l’istituto del raddoppio dei termini nell’accertamento tributario e la sua evoluzione giuridica.
L’istituto del raddoppio dei termini è stato introdotto con il Decreto Legislativo n. 233 del 4 luglio 2006 che ha previsto che in caso di violazione che comporta obbligo di denuncia, ai sensi dell’art 331 del codice di procedura penale, per uno dei reati previsti dal Decreto Legislativo n. 74 del 10 marzo 2000, i termini di accertamento a disposizione del fisco erano raddoppiati.
A seguito della introduzione del suddetto decreto l’istituto ha avuto delle forti critiche da parte della dottrina, la quale ravvisava un eccessivo potere discrezionale da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Non sono mancate nei successivi anni pronunce di merito di segno opposto che hanno alimentato un clima di scarsa sicurezza sull’interpretazione e utilizzo dell’istituto e che hanno condotto nel 2015 il legislatore a rivedere la materia. Tale intervento normativo non è stato tuttavia risolutivo e per questo motivo con la Legge di Stabilità 2016 (Legge n. 208 del 28 Dicembre 2015) è stata rivista completamente la materia.
Con tale intervento da un lato sono stati ampliati i termini di accertamento mentre dall’altro lato è stata abrogata la disciplina del raddoppio dei termini.
L’obbiettivo di questa tesi è dunque quello di approfondire la vita giuridica di un istituto controverso che a nemmeno 10 anni dalla sua introduzione nel sistema giuridico è stato rimosso a causa delle problematiche interpretative che aveva generato ma che continuerà anche nei prossimi anni, grazie alla norma transitoria, a generare effetti.
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