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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06082016-123245


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BILIA, MARIKA
Indirizzo email
biliamarika@gmail.com
URN
etd-06082016-123245
Titolo
"Sprecarsi irreparabilmente a scrivere". Siro Angeli nella poesia del Novecento italiano
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Prof.ssa Guidotti, Angela
correlatore Prof. Pacca, Vinicio
Parole chiave
  • città-campagna
  • esilio
  • Giorgio Caproni
  • metapoesia
  • poesia del Novecento
  • Siro Angeli
Data inizio appello
27/06/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/06/2025
Riassunto
La tesi offre un profilo dello scrittore carnico Siro Angeli (Cesclans, 27/09/1913 – Tolmezzo, 22/08/1991), figura poliedrica della nostra cultura novecentesca. Il capitolo iniziale tratta della biografia dell'autore, intrecciata alla sua produzione di drammaturgo, poeta in italiano e in friulano, sceneggiatore, dirigente Rai, attore in Maria Zef e infine romanziere nell'ultima fase della sua vita. Il connubio di vita e opere è d'altra parte la cifra stessa della sua scrittura, votata a un forte autobiografismo: sia sul fronte del teatro che su quello della poesia è possibile scorgere la trasposizione limpida degli accadimenti della sua esistenza. La sua stessa origine carnica è non solo oggetto della “trilogia” teatrale eponima, ma anche la radice da cui germoglia un fraseggiare scabro e uno sguardo costantemente nostalgico verso la natura, i cui elementi sono spesso il punto di partenza per riflessioni sulla vita dell'uomo. Angeli lascia infatti il suo luogo di elezione quando è ancora giovane per studiare alla Scuola Normale di Pisa. Compiuti gli studi, abiterà per lungo tempo a Roma, una città in cui gli risulterà difficile ambientarsi per i suoi ritmi frenetici, per la sua edificazione convulsa e oppressiva, per il traffico soffocante. Questo senso di disagio si spiega con il suo amore per i luoghi dell'infanzia, il cui ricordo scatta ogni qual volta la città lascia affiorare dal grigiore che la avvolge rare oasi che conservano un lontano ricordo della natura (l'erba che cresce tra i sassi ne è un'immagine efficace, assurta al ruolo di topos per la frequenza delle sue occorrenze).
In questo lavoro si esaminano le singole raccolte poetiche in italiano, nel tentativo di cogliere gli aspetti stilistici e tematici predominanti e di individuare la maturazione dello scrittore nel corso della sua lunga carriera, che si protrae dal 1938, l'anno della pubblicazione de Il fiume va, al 1990, quando esce un'edizione rivista de Il grillo della Suburra presso la casa editrice Scheiwiller. L'idea è quella di determinare le linee che guidano la poetica dell'autore, desunte dalle sue stesse liriche: Siro Angeli rimane infatti ancorato ad una concezione della poesia di matrice simbolista, ma non può evitare di essere condizionato dagli sviluppi della società di massa, che rendono il ruolo del poeta sempre più marginale. Si è cercato poi di inquadrare l'autore all'interno del panorama letterario del Novecento e di individuare le sue principali ascendenze, trovando molte affinità con Ungaretti, Montale e Caproni. In questo lavoro si vuole riflettere anche sulle ragioni per cui il nome di Siro Angeli sembra, quantomeno al di fuori dei confini del Friuli, essere caduto nell'oblio, malgrado esordi promettenti, recensioni positive ed una forte ricezione immediata.
È sembrato utile poi focalizzarsi su un'opera in particolare, il poemetto Il grillo della Suburra, il quale se per certi versi può essere considerato un “a parte” nella produzione dell'autore, per altri rispecchia il suo temperamento e la sua visione del mondo. All'analisi del testo e ad una disamina degli interventi più significativi compiuti attraverso le varie redazioni dell'opera – lungo il solco già tracciato da Nicola Corbelli -, segue una sezione che tenta di ricostruire il sodalizio tra Siro Angeli e Giorgio Caproni, legati da un'amicizia di vecchia data oltre che da affinità letterarie. A partire da questa considerazione si sono evidenziate sia le convergenze fra i due autori all'interno del testo del poemetto, sia i diversi approdi connaturati alla loro ugualmente diversa origine. A offrire spunti di riflessione è la diversa regionalità dei due poeti: una regionalità marittima, quella di Caproni, una regionalità montanara quella di Angeli, entrambe calate entro un contesto di vita metropolitana, repressivo e incalzante. Il tema dell'esilio dai luoghi radicati nel cuore e nel ricordo, la descrizione della massa amorfa degli uomini inseriti in un circolo vizioso regolato dagli orari dei mezzi pubblici e dagli impegni lavorativi, la rappresentazione di un paesaggio dai connotati infernali sono i punti nodali su cui prevalentemente si sviluppa l'analisi.
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