Tesi etd-06072025-151349 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RONCHI, MARIA MADDALENA
URN
etd-06072025-151349
Titolo
La tutela dei dati personali dei minori nel contesto digitale: profili giuridici e implicazioni conseguenti
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Vizzoni, Lavinia
Parole chiave
- dati personali
- privacy
- tutela del minore
Data inizio appello
07/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/07/2028
Riassunto
L’intento dello studio condotto è stato quello di riflettere, in primis sul diritto civile italiano,
come si è evoluto negli ultimi decenni, che ha portato a riconoscere sempre maggiore autonomia al minore, nelle sue scelte personali ed in quelle patrimoniali, nel rispetto del suo interesse, in quello di assumere decisioni di carattere personale circa le situazioni che lo riguardano, nonché nella possibilità di concludere negozi di carattere patrimoniale, ed anche nel contesto familiare. Dall’altra parte la riflessione si è incentrata sulla disciplina in materia di trattamento di dati personali, che tutela il minore ma nello stesso tempo corre il rischio di non valorizzare la sua capacità di discernimento. In tale contesto la crescente diffusione dei servizi digitali e dei social network ha portato alla luce nuovi rischi per la privacy, in particolare per i minori, categoria vulnerabile nell'ambito del trattamento illecito dei dati personali. Emerge una certa autonomia in capo al minore, esplicitata attraverso i principi del best interest of the child, dell’ascolto del minore e del riconoscimento della categoria dei “grandi minori”. Si nota che come si stia abbassando la soglia relativa alla capacità di agire del minore, sia ai fini del compimento di determinati atti giuridici, sia dell’ascolto della sua opinione in merito alle situazioni che lo riguardano. Si parla infatti di capacità di discernimento, anche ai fini della tutela della sua personalità. Il GDPR, Regolamento europeo per la protezione dei dati personali, ha stabilito che per il trattamento dei dati personali dei minori di sedici anni, è necessario il consenso dei genitori o tutore legale. Se il minore ha compiuto sedici anni può esprimere il consenso personale. L’Italia si è avvalsa dell’opportunità fornita dal GDPR di stabilire un’età diversa ed ha stabilito l’età di quattordici
anni per poter fornire il consenso al trattamento dei propri dati personali in relazione all’offerta di servizi della società dell’informazione. Con il GDPR il diritto alla protezione dei dati personali ingloba anche la privacy, intesa come riservatezza quindi come libera circolazione del dato e allo stesso tempo un rafforzamento dei diritti dell’interessato che deve poter sapere se i suoi dati sono usati e come vengono usati. Specie le disposizioni in materia di cyberbullismo evidenziano le tutele a disposizione del minore, tra cui la possibilità di ricorrere a misure di protezione direttamente nei confronti dei fornitori di servizi online. La diffusione delle tecnologie digitali ha posto nuove sfide, anche in relazione al diritto all’oblio, alla profilazione, all’identità digitale e alla responsabilità genitoriale. Il diritto all’oblio, assume un ruolo fondamentale per tutelare la possibilità di un nuovo inizio, specialmente per i minori e per coloro che, raggiunta la maggiore età, intendano eliminare tracce digitali del passato. Tuttavia, permangono limiti tecnici e giuridici alla sua piena attuazione nella Rete. Altrettanto rilevante è la questione della profilazione dei minori, pur non espressamente vietata dal GDPR ma fortemente limitata dai principi di trasparenza e tutela del miglior interesse del minore. In tali contesti, la responsabilità genitoriale si estende all’educazione digitale, con obblighi di vigilanza da parte dei genitori sull’uso delle tecnologie da parte dei figli, mentre fenomeni come lo sharenting sollevano questioni etiche e legali sulla pubblicazione online dei dati dei minori. Il quadro normativo, pur avanzato, richiede un costante aggiornamento per fronteggiare le rapide trasformazioni digitali e garantire una protezione effettiva dei soggetti più vulnerabili.
come si è evoluto negli ultimi decenni, che ha portato a riconoscere sempre maggiore autonomia al minore, nelle sue scelte personali ed in quelle patrimoniali, nel rispetto del suo interesse, in quello di assumere decisioni di carattere personale circa le situazioni che lo riguardano, nonché nella possibilità di concludere negozi di carattere patrimoniale, ed anche nel contesto familiare. Dall’altra parte la riflessione si è incentrata sulla disciplina in materia di trattamento di dati personali, che tutela il minore ma nello stesso tempo corre il rischio di non valorizzare la sua capacità di discernimento. In tale contesto la crescente diffusione dei servizi digitali e dei social network ha portato alla luce nuovi rischi per la privacy, in particolare per i minori, categoria vulnerabile nell'ambito del trattamento illecito dei dati personali. Emerge una certa autonomia in capo al minore, esplicitata attraverso i principi del best interest of the child, dell’ascolto del minore e del riconoscimento della categoria dei “grandi minori”. Si nota che come si stia abbassando la soglia relativa alla capacità di agire del minore, sia ai fini del compimento di determinati atti giuridici, sia dell’ascolto della sua opinione in merito alle situazioni che lo riguardano. Si parla infatti di capacità di discernimento, anche ai fini della tutela della sua personalità. Il GDPR, Regolamento europeo per la protezione dei dati personali, ha stabilito che per il trattamento dei dati personali dei minori di sedici anni, è necessario il consenso dei genitori o tutore legale. Se il minore ha compiuto sedici anni può esprimere il consenso personale. L’Italia si è avvalsa dell’opportunità fornita dal GDPR di stabilire un’età diversa ed ha stabilito l’età di quattordici
anni per poter fornire il consenso al trattamento dei propri dati personali in relazione all’offerta di servizi della società dell’informazione. Con il GDPR il diritto alla protezione dei dati personali ingloba anche la privacy, intesa come riservatezza quindi come libera circolazione del dato e allo stesso tempo un rafforzamento dei diritti dell’interessato che deve poter sapere se i suoi dati sono usati e come vengono usati. Specie le disposizioni in materia di cyberbullismo evidenziano le tutele a disposizione del minore, tra cui la possibilità di ricorrere a misure di protezione direttamente nei confronti dei fornitori di servizi online. La diffusione delle tecnologie digitali ha posto nuove sfide, anche in relazione al diritto all’oblio, alla profilazione, all’identità digitale e alla responsabilità genitoriale. Il diritto all’oblio, assume un ruolo fondamentale per tutelare la possibilità di un nuovo inizio, specialmente per i minori e per coloro che, raggiunta la maggiore età, intendano eliminare tracce digitali del passato. Tuttavia, permangono limiti tecnici e giuridici alla sua piena attuazione nella Rete. Altrettanto rilevante è la questione della profilazione dei minori, pur non espressamente vietata dal GDPR ma fortemente limitata dai principi di trasparenza e tutela del miglior interesse del minore. In tali contesti, la responsabilità genitoriale si estende all’educazione digitale, con obblighi di vigilanza da parte dei genitori sull’uso delle tecnologie da parte dei figli, mentre fenomeni come lo sharenting sollevano questioni etiche e legali sulla pubblicazione online dei dati dei minori. Il quadro normativo, pur avanzato, richiede un costante aggiornamento per fronteggiare le rapide trasformazioni digitali e garantire una protezione effettiva dei soggetti più vulnerabili.
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