Tesi etd-06072025-135317 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RADINO, CHIARA BENEDETTA
URN
etd-06072025-135317
Titolo
IL RUOLO DELL'ATTIVITA' FISICA ADATTATA NELLA SCLEROSI MULTIPLA: LA GESTIONE DELLA FATICA
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE E TECNICHE DELLE ATTIVITA' MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE
Relatori
relatore Prof. Franchi, Alberto
Parole chiave
- atleta paralimpica
- Attività Fisica Adattata
- dorso
- fatica
- intervento personalizzato
- nuoto
- Sclerosi Multipla
- sintomi
Data inizio appello
17/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2028
Riassunto
Il mio lavoro di tesi sperimentale si basa sull’osservazione di un singolo caso: un’atleta paraolimpica di 57 anni affetta da sclerosi multipla, seguita per un periodo di sei mesi attraverso un programma di attività fisica adattata. L’obiettivo principale del lavoro è stato comprendere se un intervento personalizzato potesse contribuire in modo concreto alla gestione della fatica, uno dei sintomi più ricorrenti e debilitanti di questa patologia, migliorando al tempo stesso la qualità della vita e il benessere generale della persona.
La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale, caratterizzata da un processo di demielinizzazione che colpisce la mielina, la guaina che riveste le fibre nervose. Questo danneggiamento rallenta o blocca la trasmissione degli impulsi nervosi, generando una grande varietà di sintomi neurologici, tra cui debolezza muscolare, disturbi dell’equilibrio, problemi cognitivi e sensoriali. Tra questi, la fatica si distingue per la sua incidenza e per l’impatto che ha sulla vita quotidiana, rendendo difficile anche svolgere compiti semplici e riducendo l’autonomia individuale.
Nel caso studiato, il protocollo di attività fisica è stato impostato in modo progressivo e adattato nel tempo in base alla risposta soggettiva della paziente. Il programma prevedeva sedute regolari con esercizi mirati al miglioramento della resistenza, del controllo motorio e della percezione corporea, senza mai trascurare la necessità di rispettare i tempi di recupero. L’attenzione all’ascolto del corpo e alla flessibilità del carico è stata centrale durante tutto il percorso.
Per monitorare l’andamento della fatica, sono stati utilizzati due strumenti validati e riconosciuti: la Fatigue Severity Scale (FSS) e la Modified Fatigue Impact Scale (MFIS). Questi questionari sono stati somministrati in più momenti, permettendo di raccogliere dati oggettivi sull’evoluzione del sintomo durante l’intero periodo di osservazione. I risultati hanno mostrato una riduzione della fatica percepita, in particolare dopo le prime settimane di adattamento all’allenamento. La paziente ha riferito una maggiore energia durante la giornata, una miglior tolleranza allo sforzo fisico e un miglioramento della propria motivazione.
Accanto ai dati quantitativi, anche l’osservazione qualitativa ha fornito spunti significativi. L’atteggiamento della paziente è cambiato nel corso del tempo: ha acquisito maggiore fiducia, si è mostrata più motivata e ha sviluppato un approccio più attivo verso la gestione della propria condizione. Questo aspetto emotivo e psicologico, pur non quantificabile con precisione, ha avuto un peso importante sull’andamento complessivo del percorso.
Pur trattandosi di un singolo caso, l’esperienza conferma quanto l’attività fisica, se adattata correttamente, possa rappresentare uno strumento utile nella gestione della sclerosi multipla. È fondamentale però che ogni intervento venga costruito su misura, con un’attenzione costante alle esigenze e ai limiti individuali. L’attività fisica non deve mai essere imposta, ma guidata e condivisa, in modo da diventare parte attiva della strategia di gestione della patologia.
In conclusione, questa tesi ha evidenziato come anche un singolo caso possa offrire indicazioni preziose sull’efficacia dell’attività fisica adattata nella gestione della fatica. L’intervento ha avuto un impatto positivo non solo sui sintomi fisici, ma anche sull’equilibrio psicologico e motivazionale della persona. Questo conferma l’importanza di promuovere un approccio integrato, che consideri l’individuo nella sua globalità, e di includere l’attività motoria come parte integrante dei percorsi riabilitativi nella sclerosi multipla.
La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale, caratterizzata da un processo di demielinizzazione che colpisce la mielina, la guaina che riveste le fibre nervose. Questo danneggiamento rallenta o blocca la trasmissione degli impulsi nervosi, generando una grande varietà di sintomi neurologici, tra cui debolezza muscolare, disturbi dell’equilibrio, problemi cognitivi e sensoriali. Tra questi, la fatica si distingue per la sua incidenza e per l’impatto che ha sulla vita quotidiana, rendendo difficile anche svolgere compiti semplici e riducendo l’autonomia individuale.
Nel caso studiato, il protocollo di attività fisica è stato impostato in modo progressivo e adattato nel tempo in base alla risposta soggettiva della paziente. Il programma prevedeva sedute regolari con esercizi mirati al miglioramento della resistenza, del controllo motorio e della percezione corporea, senza mai trascurare la necessità di rispettare i tempi di recupero. L’attenzione all’ascolto del corpo e alla flessibilità del carico è stata centrale durante tutto il percorso.
Per monitorare l’andamento della fatica, sono stati utilizzati due strumenti validati e riconosciuti: la Fatigue Severity Scale (FSS) e la Modified Fatigue Impact Scale (MFIS). Questi questionari sono stati somministrati in più momenti, permettendo di raccogliere dati oggettivi sull’evoluzione del sintomo durante l’intero periodo di osservazione. I risultati hanno mostrato una riduzione della fatica percepita, in particolare dopo le prime settimane di adattamento all’allenamento. La paziente ha riferito una maggiore energia durante la giornata, una miglior tolleranza allo sforzo fisico e un miglioramento della propria motivazione.
Accanto ai dati quantitativi, anche l’osservazione qualitativa ha fornito spunti significativi. L’atteggiamento della paziente è cambiato nel corso del tempo: ha acquisito maggiore fiducia, si è mostrata più motivata e ha sviluppato un approccio più attivo verso la gestione della propria condizione. Questo aspetto emotivo e psicologico, pur non quantificabile con precisione, ha avuto un peso importante sull’andamento complessivo del percorso.
Pur trattandosi di un singolo caso, l’esperienza conferma quanto l’attività fisica, se adattata correttamente, possa rappresentare uno strumento utile nella gestione della sclerosi multipla. È fondamentale però che ogni intervento venga costruito su misura, con un’attenzione costante alle esigenze e ai limiti individuali. L’attività fisica non deve mai essere imposta, ma guidata e condivisa, in modo da diventare parte attiva della strategia di gestione della patologia.
In conclusione, questa tesi ha evidenziato come anche un singolo caso possa offrire indicazioni preziose sull’efficacia dell’attività fisica adattata nella gestione della fatica. L’intervento ha avuto un impatto positivo non solo sui sintomi fisici, ma anche sull’equilibrio psicologico e motivazionale della persona. Questo conferma l’importanza di promuovere un approccio integrato, che consideri l’individuo nella sua globalità, e di includere l’attività motoria come parte integrante dei percorsi riabilitativi nella sclerosi multipla.
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