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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06072024-160115


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCICOLONE, ERIKA
URN
etd-06072024-160115
Titolo
La condizione femminile in Spagna tra Dittatura primoriverista e Seconda Repubblica. Discriminazioni e conquiste.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Prof.ssa Aglietti, Marcella
Parole chiave
  • diritti
  • donne
  • lavoro
  • primoriverismo
  • seconda repubblica
  • Spagna
Data inizio appello
08/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2064
Riassunto
La tesi analizza l'evoluzione della partecipazione femminile nel contesto politico spagnolo tra la
dittatura di Primo de Rivera e la Seconda Repubblica, con particolare attenzione alla situazione
lavorativa delle donne. Utilizzando fonti storiografiche prevalentemente in lingua spagnola, lo studio
ricostruisce la condizione femminile in Spagna negli anni Venti e Trenta del Novecento.
Il primo capitolo descrive la condizione delle donne nella Spagna di fine Ottocento, dove erano viste
principalmente come ángel del hogar con il ruolo di mogli e madri, relegate al focolare domestico.
Le prime iniziative di rivendicazione dei diritti vennero dalle donne dei ceti più colti, che fondarono
associazioni femministe come Residencia de Señoritas, Lyceum Club Femenino e la Asociación
Nacional de Mujeres Españolas (ANME). Fu con la dittatura di Primo de Rivera che le donne
ottennero per la prima volta il diritto di voto amministrativo, con finalità coerenti con il progetto del
nazionalismo autoritario del Directorio, e per poi partecipare all'Assemblea Nazionale Consultiva. Fu
solo con la Seconda Repubblica nel 1931 che giunsero a maturazione le richieste di partecipazione
politica femminile, culminando con l’istituzione del suffragio universale.
Il secondo capitolo analizza la situazione lavorativa femminile nel tornante Otto-Novecentesco, per
poi concentrarsi sui risultati ottenuti in epoca repubblicana. Prima della Repubblica la resistenza
sociale al lavoro delle donne era legata a motivi “morali” e di supposta concorrenza con la forza
lavoro maschile. Nonostante ciò, le donne avevano accesso ad alcune professioni come
l'insegnamento e l'infermieristica. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, furono introdotte
leggi a sostegno e protezione del lavoro femminile, con la limitazione delle ore di lavoro e e il divieto
del lavoro nelle miniere. Con la Seconda Repubblica, furono confermate leggi di tutela e introdotte
riforme significative, tra cui l'assicurazione per la maternità e forme di protezione delle lavoratrici
sposate.
Il terzo capitolo si focalizza sull'associazionismo femminile emerso durante gli anni della Repubblica.
Le principali esponenti del femminismo si organizzarono per promuovere l'emancipazione
femminile, avvicinando le donne all'elettorato e facilitando la loro socializzazione. Questo portò
alcune donne a diventare protagoniste attive nella società spagnola del tempo.
Le principali associazioni femministe esaminate sono Agrupaciones Femeninas Socialistas,
Agrupaciones Femeninas Republicanas, Sección Femenina del Partido Republicano Liberal
Democrático, Sección Femenina del Partido Radical Socialista.
Il capitolo analizza anche l'associazionismo legato ai partiti conservatori, che dovettero riformulare
le loro strategie per includere le donne nella lotta contro il regime repubblicano, concentrandosi anche
sull’uso strumentale della comunicazione giornalistica per plasmare un modello tradizionalconservatore di femminilità. Riviste come Ellas promuovevano una nuova identità femminile
cattolica e antirepubblicana, esaltando le virtù tradizionali e opponendosi all'uguaglianza di genere e
alla laicità.
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