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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06072016-165649


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PERCO, DINO
URN
etd-06072016-165649
Titolo
IL PROBLEMA DELLA MESTICAGEM. Razzismo e mescolanza razziale negli sviluppi dell'antropologia fisica portoghese.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Battini, Michele
Parole chiave
  • antropologia fisica
  • Colonialismo
  • Estado Novo
  • Luso-Tropicalismo
  • Portogallo
  • razzismo
Data inizio appello
27/06/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel primo capitolo di questo lavoro ho cercato di illustrare gli esordi dell'antropologia fisica, mostrando come l'emergere di questa disciplina corrisponda ad un periodo di “decadenza nazionale”. Per questo motivo la letteratura, la storia, ma anche l'antropologia fisica, concentrandosi nell'investigare le origini della “razza” portoghese, sono servite principalmente per una, usando la dicotomia proposta da Stocking “nation-building”. L'antropologia fisica tra i suoi studi investiga le origini paleoantropologiche della “razza” e ne investiga le manifestazioni della sua decadenza come la popolazione criminale con i metodi e strumenti antropometrici ispirati alla scuola francese di Broca e Topinard. Negli ultimi decenni, spinti da quel desiderio di volere realizzare un “nuovo Brasile in Africa” sorgono società scientifiche che accompagnano l'esplorazione e lo sfruttamento delle colonie, alla ricerca. Nel campo dell'antropologia gli esempi di un orientamento coloniale di stampo “empire-building” sono troppo pochi, ma di certo hanno posto le basi per futuri sviluppi. Ad ogni modo come ha detto Cleminson, parafrasando Almeida, invece che studiare la storia della disciplina come un tipo di antropologia che segue ad un'altra: “we should understand the construction of the «other» in colonial terrains as an integral and contemporaneous part of the process of the construction of the «self» in the homeland.1 Dando uno sguardo al settore “culturalista o storicista”, nel quale si dilettano promiscuamente anche esperti della nuova disciplina biologica, è interessante la particolare idea di “razza” portoghese. Ispirandosi ad Herculano, autori come Braga e Martins, muovendosi sempre tra ottimismo e pessimismo, “decadência e regeneração”, sono convinti che non si possa parlare di una “razza” pura portoghese. Unendo idee positiviste a quelle storiche, culturali, la “razza” portoghese è l'insieme di diversi popoli che hanno contribuito alla costruzione di un'originalità fatta di tradizioni, costumi unici.
La possibilità che emerga una concreta antropologia coloniale viene data dall'Estado Novo di Salazar. Dopo un periodo di grande instabilità politica ed economica che ha rafforzato i sentimenti pessimisti bisognosi di una rigenerazione nazionale questa nuova forma di governo si sente capace di poter finalmente costruire quel “Terzo Impero Portoghese” in Africa. La manifestazione pratica di questa rinnovata volontà è lo Statuto dell'Indigenato che idealmente vuole garantire ai popoli colonizzati la possibilità di “civilizzarsi”. Seppur non vietando di fatto gli incroci tra “razze” diverse e non proponendo alcun programma eugenetico radicale questo statuto si manifesta come il più esplicitamente razzista. Concretamente si riduce ad una sorta di apartheid dove i nativi vengono separati dai bianchi e solo una piccola fetta può venire “assimilata”. Anche l'antropologia, che ancora si basa sulle misurazioni antropometriche e ora anche ematologiche, viene coinvolta in questo processo. Correia e Tamagnini continuano ad investigare sui grandi dilemmi nazionali aggiornandoli ora con una prospettiva coloniale ed eugenetica. Di particolare importanza è l'ambiguità delle teorie usate per spiegare la formazione della razza, tra tendenze “lamarckiane” che dubitano dell'omogeneità “genetica” del popolo portoghese, e certezze “mendeliane” quando si parla della continuità storica di valori e della morale della “razza” portoghese. È una disciplina che pur rimanendo con gli stessi dubbi di fine Ottocento risulta funzionale ai progetti del governo e per questo ne segue fedelmente le direttive politiche.
Queste tendenze si evidenziano nello studio della mestiçagem nei due grandi congressi scientifici organizzati tra il '34 e il '40. Analizzando i lavori presentati dai due maggiori esponenti dell'antropologia fisica, Tamagnini e Correia, solo il primo sembra fin da subito non nutrire dubbi sulla pericolosità dell'ibridazione razziale con le razze inferiori, sulla base degli studi dell'eredità. Correia invece su queste teorie rimane sempre piuttosto scettico, ma sconsiglia la mescolanza per evitare di diluire lo “spirito” nazionale. Come si è verificato, analizzando il Congresso di Scienza delle Popolazioni, i toni si inaspriscono quando si parla di una presunta identità e se accusati di mescolanze con razze inferiori, di purezza della “razza” portoghese.
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