Tesi etd-06062025-153756 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SIMONI, EUGENIO
URN
etd-06062025-153756
Titolo
Management delle complicanze infettive orbitarie della rinosinusite nel paziente adulto: studio retrospettivo multicentrico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Berrettini, Stefano
correlatore Dott. Dallan, Iacopo
correlatore Dott. Dallan, Iacopo
Parole chiave
- ascesso intraorbitario
- ascesso subperiosteo
- cellulite orbitaria
- cellulite presettale
- complicanze orbitarie
- rinosinusite
- trombosi del seno cavernoso
Data inizio appello
15/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2095
Riassunto
Complicanze orbitarie di sinusite acuta nell’adulto
Le complicanze orbitarie della sinusite acuta insorgono quando l’infezione, originaria dei seni paranasali, passa attraverso vasi venosi privi di valvole o piccole deiscenze ossee fino a coinvolgere lo spazio orbitario. Questo processo può dare luogo a diverse manifestazioni cliniche, la cui gravità è tradizionalmente classificata secondo Chandler: dal grado I, che comprende la cellulite pre-settale (localizzata anteriormente al setto orbitario), al grado II, detto cellulite orbitaria o post-settale, fino ai gradi III e IV, caratterizzati da ascessi subperiostei e intraconali. Il grado V, infine, corrisponde alla trombosi del seno cavernoso, un’estensione intracranica potenzialmente letale. I pazienti colpiti lamentano tipicamente dolore e edema perioculare, gonfiore palpebrale, arrossamento e, nei casi più severi, diplopia o riduzione del visus. Poiché l’orbita è uno spazio chiuso, l’accumulo di liquido infiammatorio o purulento può rapidamente elevare la pressione interna, causando danni irreversibili al nervo ottico e favorendo la propagazione verso le strutture craniche, con possibili complicanze quali neuropatia ottica, meningiti o ascessi cerebrali.
Sintesi dello studio
Per colmare la mancanza di dati sistematici sull’adulto, è stato condotto uno studio retrospettivo multicentrico che ha coinvolto 216 pazienti adulti trattati tra gennaio 2010 e dicembre 2024 in nove centri di riferimento di terzo livello. Il campione era composto per il 64,4% da maschi, con età mediana di 48 anni. Dopo l’insorgenza dei sintomi nasali, mediamente i pazienti giungevano in ospedale dopo cinque giorni, mentre per quelli oftalmologici il tempo mediano era di tre giorni. A tutti è stata effettuata una valutazione di imaging (TC e/o RM) per stabilire il grado di coinvolgimento orbitario secondo Chandler, con una revisione che divideva il grado I in forma cellulitica pre-settale e ascesso pre-settale, ossia in due entità distinte per meglio rappresentarne il comportamento clinico.
Il trattamento è stato definito in base alla classificazione: complessivamente il 31,8% dei pazienti è stato gestito con sola terapia medica, basata su antibiotici mirati (i più usati sono risultati essere ceftriaxone associato a metronidazolo, amoxicillina/clavulanato e ampicillina/sulbactam) e, in molti protocolli, con corticosteroidi intranasali. Il restante 68,2% ha ricevuto un intervento chirurgico, effettuato nell’86,8% dei casi con approccio endoscopico endonasale; in una minoranza sono stati adottati accessi esterni o combinati, accompagnati dal posizionamento di drenaggi nel seno paranasale (23,4% dei casi) e nell’orbita (30,1%).
L’analisi dei fattori che guidano la scelta terapeutica ha evidenziato, tramite regressione logistica univariata e multivariata, che i predittori più robusti di ricorso alla chirurgia sono la classificazione di Chandler modificata (p < 0,001) e la presenza di complicanze aggiuntive, come estensioni intracraniche o trombosi (p = 0,015). Al contrario, la semplice opacizzazione dei seni e un calo del visus iniziale, pur significativi nell’analisi univariata, non hanno mantenuto il loro peso nel modello multivariato.
Per quanto riguarda l’esito dell’infezione, l’impiego dei corticosteroidi intranasali ha mostrato un’associazione significativa con la risoluzione definitiva del quadro patologico (p = 0,037), suggerendo un effetto protettivo nella fase di guarigione. Dopo un follow-up mediano di dieci mesi, gli esiti oftalmologici sono risultati ottimi e sovrapponibili in tutte le categorie di Chandler, con diplopia persistente e deficit visivi permanenti verificatisi in una minima percentuale di casi, confermando l’efficacia del protocollo basato su diagnosi radiologica accurata, classificazione dettagliata e trattamento personalizzato.
In conclusione, questo studio rappresenta la casistica più ampia finora descritta sulle complicanze orbitarie da sinusite acuta nell’adulto. La distinzione tra cellulite e ascesso pre-settale migliora la stratificazione del rischio e guida in modo più preciso la scelta tra approccio medico e chirurgico.
L’emergere dei corticosteroidi intranasali come fattore protettivo supporta il loro utilizzo complementare. Grazie all’analisi multicentrica e al rigore metodologico, i risultati offrono solide basi per future linee guida e per uniformare la gestione di questa patologia tra otorinolaringoiatri, oftalmologi e infettivologi.
Orbital Complications of Acute Sinusitis in Adults
Orbital complications of acute sinusitis arise when infection from the paranasal sinuses extends into the orbital cavity through valveless venous channels or small bony defects, leading to a spectrum of clinical entities. These range from preseptal cellulitis (Chandler grade I) to orbital cellulitis (grade II), and further to subperiosteal (grade III) and intraconal abscesses (grade IV), with grade V representing cavernous sinus thrombosis. Patients typically present with periocular pain, eyelid swelling, redness, and sometimes impaired ocular motility or visual loss. Since the orbit is a confined anatomical compartment, accumulation of inflammatory fluid or pus elevates intraorbital pressure, risking optic nerve damage and intracranial spread, which can culminate in persistent diplopia, optic neuropathy, meningitis, or brain abscesses.
Study Summary
To address the lack of large-scale adult data, a retrospective multicenter study was carried out between January 2010 and December 2024 across nine tertiary centers, enrolling 216 adult patients with orbital complications from acute sinusitis. The cohort was 64.4% male, with a median age of 48 years. Following nasal symptom onset, patients typically presented after five days; ophthalmic complaints appeared after a median of three days. All participants underwent CT or MRI to determine orbital involvement and were classified according to Chandler’s scale, with grade I subdivided into non-suppurative preseptal cellulitis (Ia) and preseptal abscess (Ib) to better reflect clinical behavior.
Treatment decisions followed this stratification: 31.8% of cases were managed medically with targeted antibiotics, most commonly ceftriaxone plus metronidazole, amoxicillin/clavulanate, and ampicillin/sulbactam, and frequently with adjunctive intranasal corticosteroids. The remaining 68.2% underwent surgical drainage, predominantly via endoscopic endonasal approach in 86.8% of cases; some required external or combined approaches, with sinus drains placed in 23.4% and orbital drains in 30.1%.
Logistic regression analyses identified the revised Chandler subclassification (p < 0.001) and the presence of additional complications - such as intracranial extension or venous thrombosis (p = 0.015) - as the strongest predictors of surgical intervention. Simple sinus opacification and initial visual impairment, although significant in univariate analysis, lost predictive power in multivariate models.
Regarding infection resolution, intranasal corticosteroid use was significantly associated with definitive cure (p = 0.037), suggesting a protective role during recovery. After a median follow-up of ten months, rates of persistent diplopia and permanent visual deficit were low and did not differ significantly across Chandler grades.
In conclusion, this study represents the largest series to date on adult orbital complications of acute sinusitis. Distinguishing between cellulitis and abscess in the preseptal category refines risk stratification and guides medical versus surgical management. The identification of intranasal corticosteroids as a protective adjunct supports their complementary use. Through its multicenter design and methodological rigor, these findings lay a strong foundation for future guidelines and the harmonization of care among otolaryngologists, ophthalmologists, and infectious disease specialists.
Le complicanze orbitarie della sinusite acuta insorgono quando l’infezione, originaria dei seni paranasali, passa attraverso vasi venosi privi di valvole o piccole deiscenze ossee fino a coinvolgere lo spazio orbitario. Questo processo può dare luogo a diverse manifestazioni cliniche, la cui gravità è tradizionalmente classificata secondo Chandler: dal grado I, che comprende la cellulite pre-settale (localizzata anteriormente al setto orbitario), al grado II, detto cellulite orbitaria o post-settale, fino ai gradi III e IV, caratterizzati da ascessi subperiostei e intraconali. Il grado V, infine, corrisponde alla trombosi del seno cavernoso, un’estensione intracranica potenzialmente letale. I pazienti colpiti lamentano tipicamente dolore e edema perioculare, gonfiore palpebrale, arrossamento e, nei casi più severi, diplopia o riduzione del visus. Poiché l’orbita è uno spazio chiuso, l’accumulo di liquido infiammatorio o purulento può rapidamente elevare la pressione interna, causando danni irreversibili al nervo ottico e favorendo la propagazione verso le strutture craniche, con possibili complicanze quali neuropatia ottica, meningiti o ascessi cerebrali.
Sintesi dello studio
Per colmare la mancanza di dati sistematici sull’adulto, è stato condotto uno studio retrospettivo multicentrico che ha coinvolto 216 pazienti adulti trattati tra gennaio 2010 e dicembre 2024 in nove centri di riferimento di terzo livello. Il campione era composto per il 64,4% da maschi, con età mediana di 48 anni. Dopo l’insorgenza dei sintomi nasali, mediamente i pazienti giungevano in ospedale dopo cinque giorni, mentre per quelli oftalmologici il tempo mediano era di tre giorni. A tutti è stata effettuata una valutazione di imaging (TC e/o RM) per stabilire il grado di coinvolgimento orbitario secondo Chandler, con una revisione che divideva il grado I in forma cellulitica pre-settale e ascesso pre-settale, ossia in due entità distinte per meglio rappresentarne il comportamento clinico.
Il trattamento è stato definito in base alla classificazione: complessivamente il 31,8% dei pazienti è stato gestito con sola terapia medica, basata su antibiotici mirati (i più usati sono risultati essere ceftriaxone associato a metronidazolo, amoxicillina/clavulanato e ampicillina/sulbactam) e, in molti protocolli, con corticosteroidi intranasali. Il restante 68,2% ha ricevuto un intervento chirurgico, effettuato nell’86,8% dei casi con approccio endoscopico endonasale; in una minoranza sono stati adottati accessi esterni o combinati, accompagnati dal posizionamento di drenaggi nel seno paranasale (23,4% dei casi) e nell’orbita (30,1%).
L’analisi dei fattori che guidano la scelta terapeutica ha evidenziato, tramite regressione logistica univariata e multivariata, che i predittori più robusti di ricorso alla chirurgia sono la classificazione di Chandler modificata (p < 0,001) e la presenza di complicanze aggiuntive, come estensioni intracraniche o trombosi (p = 0,015). Al contrario, la semplice opacizzazione dei seni e un calo del visus iniziale, pur significativi nell’analisi univariata, non hanno mantenuto il loro peso nel modello multivariato.
Per quanto riguarda l’esito dell’infezione, l’impiego dei corticosteroidi intranasali ha mostrato un’associazione significativa con la risoluzione definitiva del quadro patologico (p = 0,037), suggerendo un effetto protettivo nella fase di guarigione. Dopo un follow-up mediano di dieci mesi, gli esiti oftalmologici sono risultati ottimi e sovrapponibili in tutte le categorie di Chandler, con diplopia persistente e deficit visivi permanenti verificatisi in una minima percentuale di casi, confermando l’efficacia del protocollo basato su diagnosi radiologica accurata, classificazione dettagliata e trattamento personalizzato.
In conclusione, questo studio rappresenta la casistica più ampia finora descritta sulle complicanze orbitarie da sinusite acuta nell’adulto. La distinzione tra cellulite e ascesso pre-settale migliora la stratificazione del rischio e guida in modo più preciso la scelta tra approccio medico e chirurgico.
L’emergere dei corticosteroidi intranasali come fattore protettivo supporta il loro utilizzo complementare. Grazie all’analisi multicentrica e al rigore metodologico, i risultati offrono solide basi per future linee guida e per uniformare la gestione di questa patologia tra otorinolaringoiatri, oftalmologi e infettivologi.
Orbital Complications of Acute Sinusitis in Adults
Orbital complications of acute sinusitis arise when infection from the paranasal sinuses extends into the orbital cavity through valveless venous channels or small bony defects, leading to a spectrum of clinical entities. These range from preseptal cellulitis (Chandler grade I) to orbital cellulitis (grade II), and further to subperiosteal (grade III) and intraconal abscesses (grade IV), with grade V representing cavernous sinus thrombosis. Patients typically present with periocular pain, eyelid swelling, redness, and sometimes impaired ocular motility or visual loss. Since the orbit is a confined anatomical compartment, accumulation of inflammatory fluid or pus elevates intraorbital pressure, risking optic nerve damage and intracranial spread, which can culminate in persistent diplopia, optic neuropathy, meningitis, or brain abscesses.
Study Summary
To address the lack of large-scale adult data, a retrospective multicenter study was carried out between January 2010 and December 2024 across nine tertiary centers, enrolling 216 adult patients with orbital complications from acute sinusitis. The cohort was 64.4% male, with a median age of 48 years. Following nasal symptom onset, patients typically presented after five days; ophthalmic complaints appeared after a median of three days. All participants underwent CT or MRI to determine orbital involvement and were classified according to Chandler’s scale, with grade I subdivided into non-suppurative preseptal cellulitis (Ia) and preseptal abscess (Ib) to better reflect clinical behavior.
Treatment decisions followed this stratification: 31.8% of cases were managed medically with targeted antibiotics, most commonly ceftriaxone plus metronidazole, amoxicillin/clavulanate, and ampicillin/sulbactam, and frequently with adjunctive intranasal corticosteroids. The remaining 68.2% underwent surgical drainage, predominantly via endoscopic endonasal approach in 86.8% of cases; some required external or combined approaches, with sinus drains placed in 23.4% and orbital drains in 30.1%.
Logistic regression analyses identified the revised Chandler subclassification (p < 0.001) and the presence of additional complications - such as intracranial extension or venous thrombosis (p = 0.015) - as the strongest predictors of surgical intervention. Simple sinus opacification and initial visual impairment, although significant in univariate analysis, lost predictive power in multivariate models.
Regarding infection resolution, intranasal corticosteroid use was significantly associated with definitive cure (p = 0.037), suggesting a protective role during recovery. After a median follow-up of ten months, rates of persistent diplopia and permanent visual deficit were low and did not differ significantly across Chandler grades.
In conclusion, this study represents the largest series to date on adult orbital complications of acute sinusitis. Distinguishing between cellulitis and abscess in the preseptal category refines risk stratification and guides medical versus surgical management. The identification of intranasal corticosteroids as a protective adjunct supports their complementary use. Through its multicenter design and methodological rigor, these findings lay a strong foundation for future guidelines and the harmonization of care among otolaryngologists, ophthalmologists, and infectious disease specialists.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi non consultabile. |