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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06042025-095856


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
CAVALLERO, DILETTA
URN
etd-06042025-095856
Titolo
Screening Mammografico nelle Donne Over 70: esperienza quinquennale nel territorio dell’ex- ASL5
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
RADIODIAGNOSTICA
Relatori
relatore Prof. Neri, Emanuele
relatore Prof.ssa Cioni, Dania
Parole chiave
  • donne over 70
  • mammografia
  • screening mammografico
  • senologia
Data inizio appello
30/06/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo sviluppo di programmi di prevenzione e diagnosi precoce, tra cui lo screening mammografico, ha svolto un ruolo cruciale nella riduzione della mortalità legata al carcinoma della mammella, consentendo il riconoscimento di tumori in stadio iniziale, quando le possibilità di trattamento e di sopravvivenza sono significativamente più elevate. Tradizionalmente, i programmi di screening mammografico si sono concentrati su donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, considerate la fascia con il massimo rapporto costo-beneficio in termini di prevenzione.
Tuttavia, il progressivo allungamento dell'aspettativa di vita e i miglioramenti generali nella qualità della salute delle persone anziane stanno spostando l'attenzione anche verso la popolazione femminile oltre i 70 anni. Considerato anche che la prevalenza del tumore mammario aumenta significativamente con l’età, le donne sopra i 70 anni rappresentano un gruppo particolarmente vulnerabile.
Con la delibera n. 875/2016 della Regione Toscana è stata estesa la fascia dello screening mammografico con cadenza biennale dai 70 ai 74 anni di età, per le donne che abbiano partecipato ai precedenti inviti di screening. Tale estensione è stata adottata in Italia da solo 5 regioni su 20.
Esistono tuttavia diversi aspetti critici da considerare, anche se il beneficio dello screening in termini di diagnosi precoce è chiaro, per le donne più anziane emergono anche preoccupazioni relative al rischio di sovradiagnosi, sovratrattamento e possibili complicanze derivanti da procedure invasive e/o trattamenti non necessari. Da considerare anche che il diverso stato di salute e la presenza di comorbidità rendono indispensabile un approccio più personalizzato e mirato, che tenga conto delle caratteristiche cliniche e degli obiettivi di salute di ogni individuo.Sono state valutate 135 pazienti di età compresa tra i 71 e i 74 anni presso il Centro Senologico di Pontedera tra il Gennaio 2020 e il Gennaio 2025.
Tra queste, 115 pazienti sono state valutate in ambito di screening mammografico, richiamate al II livello di screening e sottoposte ad accertamenti per lesioni considerate dubbie alla mammografia standard bilaterale 2D in due proiezioni (MLO e CC).
Le altre 20 pazienti valutate presso il centro, sono donne che non partecipavano allo screening da almeno 10 anni e si sono sottoposte a valutazione senologica spontaneamente in ambito clinico, al di fuori dello screening mammografico, prenotando in autonomia la prestazione tramite impegnativa del proprio medico curante.Abbiamo valutato in entrambi i gruppi di pazienti: istotipo tumorale, parametri biologici, stadio di malattia, status linfonodale, tipo di intervento chirurgico, terapie adiuvanti, comorbidità delle pazienti, adesioni al trattamento, effetti collaterali delle terapie, prognosi e overall survival.
Del gruppo di 115 pazienti richiamate al II livello di screening e sottoposte a biopsia (eco-guidata o stereotassica), tutte erano asintomatiche e 20 avevano lesioni benigne B2 (17%), mentre delle restanti 95 donne, 15 alla microistologia avevano lesioni a potenziale incerto di malignità B3 (13%), 4 lesioni maligne in situ B5a (3,4%) e 76 carcinomi infiltranti B5b (66%).
I carcinomi infiltranti B5b sono risultati: 60 Carcinomi Non Special Type (78,9%), 9 Carcinomi Lobulari Infiltranti (11,8%), 6 carcinomi mucinosi (7,8%), 1 carcinoma tubulare (1,3%).
In base ai parametri biologici le lesioni infiltranti erano così suddivise: 61 luminal A (80%), 12 luminal B (15,7%), 1 TNBC (Triple Negative Breast Cancer) e 2 HER2+ (2,6%).
La maggior parte delle lesioni aveva dimensioni sotto i 15mm: 6 pT1a (7,8%), 25pT1b (32,8%), 28 pT1c (36,8%), 15 pT2 (19,7%), 1pT3 (1,3%), 1pT4 (1,3%) e la maggior parte delle pazienti aveva i linfonodi loco-regionali negativi 61 N0 (80%), 10 N1a (13%), 3 N1mic (3,9%), 2 N2 (2,6%).
Per quanto riguarda lo stadio di malattia si evidenzia una netta prevalenza dello stadio Ia:
4 pazienti stadio 0 (5%), 60 stadio Ia (75%), 3 stadio Ib (3,7%), 10 stadio IIb (12,5%), 1 stadio IV (1,3%), 1 stadio IIIa (1,3%), 1 stadio IIIb (1,3%).
Grazie alla diagnosi precoce in stadio iniziale di malattia, nel gruppo di pazienti in screening, ci sono stati 70 interventi conservativi (87,5%) e soltanto 9 mastectomie (11,2%), di cui 6 con ricostruzione immediata e 3 mastectomie semplici. Una sola paziente è risultata metastatica alla diagnosi (stadio IV) quindi inoperabile e sottoposta a cure mediche oncologiche di I linea. 3 pazienti necessitavano di terapie mediche neoadiuvanti in base ai parametri biologici della neoplasia (2 pazienti HER2+ e 1 TNBC), di queste soltanto 1 donna con malattia HER2+ ha eseguito il trattamento personalizzato in base all’età, con farmaci a dosi ridotte, le altre 2 pazienti hanno eseguito il trattamento standard.
Nel gruppo delle pazienti in screening la maggior parte non aveva comorbidità di rilevanza clinica, tali da compromettere l’iter diagnostico-terapeutico; tutte le pazienti sono state valutate dal gruppo multidisciplinare come ECOG PS (Performance Status) 0-1.
Del gruppo di 20 pazienti valutate in ambito clinico e sottoposte a biopsie per lesioni dubbie, 8 avevano lesioni benigne B2, 0 lesioni B3 e 12 hanno ricevuto la diagnosi di carcinoma in situ B5a o carcinoma infiltrante B5b.
Di queste 12 pazienti con diagnosi di carcinoma, 8 pazienti erano sintomatiche (66.6%), 4 asintomatiche (33.3% vs il 100% del gruppo in screening).
Gli istotipi rispetto al gruppo di pazienti di screening mostrano una quota maggiore di carcinomi aggressivi: 5 luminal A (41,6%), 3 luminal B (25%), 3 TNBC (25%) e 1 carcinoma in situ CDIS (8,3%).
Per quanto riguarda lo stadio di malattia c’è una netta inversione: 5 donne in stadio IV (41,6%), 3 stadio III (25%), 2 stadio IIB (16,6%), 1 stadio IA (8,3%), 1 stadio 0 (8,3%).
In particolare sono state diagnosticate 3 mastiti carcinomatose pT4d (25%), 3pT3 (25%), 1pT2 (8,3%), 4 pT1b (33,3%), 1 pTis (8,3%), 0 pT1a (0%). Lo status linfonodale mostra una netta differenza con il gruppo di pazienti in screening, con una elevata percentuale (50%) di linfonodi metastatici alla diagnosi, nel dettaglio: 1 N3 (8,3%), 2N2 (16,6%), 3N1(25%), 6N0 (50%).
Questo trend si riflette sulla tipologia di interventi chirurgici proposti alle pazienti: mastectomia in 6/12 (50%) intervento conservativo in 2 casi (16,6%), 4 casi di pazienti non operabili per metastasi alla diagnosi (33,3%). Una paziente che presentava comorbidità rilevanti è deceduta a causa di effetti collaterali dovuti alla chemioterapia adiuvante. Nella nostra casistica quinquennale abbiamo dimostrato che l’estensione dello screening mammografico alla fascia d’età 70-74 anni con cadenza biennale, ha consentito di diagnosticare 80 carcinomi mammari, di cui oltre l’80% in stadio iniziale di malattia (Early Breast Cancer). Le differenze nei due gruppi di pazienti valutati, seppure con discrepanza numerica in quanto il gruppo in screening è considerevolmente più numeroso, evidenziano che in pazienti con comorbidità lievi/moderate e aspettativa di vita superiore a 10 anni, la diagnosi precoce (75% stadio I e 80% N0 nel gruppo in screening vs 8,3% stadio I e 50% N0 nel gruppo non in screening) si traduce in una prognosi nettamente migliore nel gruppo in screening (100% pazienti ancora vive al follow-up nel gruppo in screening vs 33% nel gruppo al di fuori dello screening). Ulteriori follow-up e l’analisi di un gruppo maggiore di pazienti, sono necessari per una migliore valutazione a lungo termine di eventuali recidive locali e/o a distanza e una corretta valutazione di effetti collaterali dati da terapie adiuvantiIn futuro uno screening stratificato sul rischio individuale e un approccio dinamico in cui adattare la frequenza e la durata dello screening in base all'età e allo stato di salute della paziente, potrebbe ottimizzare i benefici e ridurre i rischi.
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