Tesi etd-06042024-155423 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CHIMENTI, MARTINA
URN
etd-06042024-155423
Titolo
Il processo di quotazione in borsa e gli effetti sulla gestione d’impresa: il caso ErreDue
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Castellano, Nicola Giuseppe
Parole chiave
- controllo di gestione
- ErreDue
- management control
- quotazione in borsa
- stock market listing
Data inizio appello
15/07/2024
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il motore di sviluppo di una economia è dato dalla propensione delle imprese a crescere e a innovare (Ignazio Visco, 2019). Per prosperare, un sistema economico deve concentrarsi sull’eliminazione dei nodi strutturali che frenano la crescita, ovvero quelle debolezze consolidate negli anni, che in Italia consistono, ad esempio, nella dimensione ridotta delle imprese, nella rigidità del mercato del lavoro; soprattutto la crescita di un sistema economico dipende dalla diversificazione delle soluzioni di finanziamento. In Italia il ruolo del sistema finanziario è sempre stato sminuito, poiché non concepito unitamente al sistema economico, mentre è necessario che questi due aspetti procedano di pari passo.
L’Italia, come il resto dei paesi del mondo, è frutto della sua storia, che incide in particolar modo sulla struttura economica del paese. Il panorama societario italiano, ad oggi, presenta un grande numero di imprese di piccole e medie dimensioni, le cosiddette PMI (Piccole e Medie Imprese), con gestione a prevalenza familiare, che, seppur nelle loro ambizioni di crescita, per impossibilità o per scelta, riscontrano delle difficoltà ad ampliare la propria dimensione. Alla base di questo assunto possono esservi diverse cause, tra le quali la avversione al voler includere nella compagine sociale soggetti estranei e che quindi non godono della totale e piena fiducia dei proprietari; la scarsa competizione e conoscenza del mercato in cui operano, quindi la conoscenza dei propri concorrenti; un’errata concezione di come il capitale possa essere reperito, quali siano le forme di finanziamento più adatte al proprio contesto interno ed esterno, e quindi quali siano le soluzioni più adatte a coprire il proprio fabbisogno aziendale.
La banca è stata, ed è tutt’ora, il principale interlocutore con cui i soggetti economici si sono interfacciati al fine di reperire finanziamenti. Nel contesto economico attuale, la capacità di un’impresa, e quindi del mercato, di crescere, dipende grandemente dall’evoluzione del sistema finanziario. Un sistema finanziario si dice evoluto quando è articolato, ovvero quando offre diverse opportunità a diversi soggetti; quindi, in grado di offrire soluzioni pensate per grandi o piccole realtà. Ad oggi, è impensabile che il sistema bancario da solo possa soddisfare la domanda da parte dell’intero settore produttivo. Si rende necessaria, pertanto, un’articolazione delle soluzioni di finanziamento che tendano ad uno sganciamento dal sistema bancario al fine di abbracciare un più ampio sistema in cui le banche sono affiancate da un altro soggetto: il mercato dei capitali.
Per mercato dei capitali, altresì detto mercato finanziario, si intende il luogo in cui domanda e offerta di investimenti finanziari si incontrano. La domanda è rappresentata da soggetti in deficit, ovvero coloro che necessitano di risorse, mentre per offerta facciamo riferimento a soggetti in surplus, coloro con eccesso di risorse. Questo mercato permette a soggetti in deficit di incontrare soggetti in surplus al fine di soddisfare entrambe le parti attraverso l’emissione e la negoziazione di titoli rappresentativi di prestiti monetari e di finanziamenti, ovvero di titoli obbligazionari e azionari di medio o lungo termine. Le transazioni avvengono generalmente all’interno di mercati regolamentati, come ad esempio Euronext Milan, gestito da Borsa Italiana, i quali si distinguono dai mercati non regolamentati poiché sottoposti alle regole formali del Testo Unico della Finanza e alla vigilanza da parte di CONSOB e Banca d’Italia.
Il mercato finanziario italiano è gestito e supervisionato dalla società privata Borsa Italiana, allo scopo di vigilare sul suo corretto funzionamento. I mercati azionari di Borsa Italiana consentono ad aziende di ogni dimensione di raccogliere importanti risorse finanziarie, sia da investitori domestici che internazionali, e di acquisire visibilità. Poiché il territorio italiano è prevalentemente composto da micro, piccole e medie imprese, uno degli obiettivi che Borsa Italiana si prepone è quello di coinvolgerle, renderle partecipi all’interno del mercato finanziario adattando e creando disposizioni a loro favore. A questo proposito, a partire dal 2018 sono stati introdotti, ad esempio, incentivi sui costi di quotazione per le PMI e sono state semplificate le modalità di accesso al mercato del capitale. Questo ha comportato, già nello stesso anno, un aumento delle società quotate all’Aim (oggi chiamato Euronext Growth), il listino di borsa dedicato alle PMI, in misura del 30%, ma ancora molte società non conoscono questa modalità di finanziamento e per questo, spesso, si interfacciano con problematiche legate all’ottenimento di crediti bancari.
Superata la fase del reperimento di risorse finanziarie destinate alla propria crescita, un’impresa deve necessariamente rideterminare il proprio assetto organizzativo. La struttura di una impresa di dimensioni ridotte non è la stessa adottata da imprese di dimensioni maggiori. Si rende necessaria, pertanto, una ridefinizione delle mansioni, dei ruoli, delle responsabilità, ma anche della gerarchia e della gestione del lato economico e finanziario, che comportano una maggiore attenzione ai vincoli posti dalla legge.
Il presente elaborato ha lo scopo di analizzare come una piccola e media impesa si evolve dal punto di vista della gestione interna, con particolare riferimento al controllo di gestione e ai doveri cui il sistema amministrativo contabile deve adempiere, a seguito dell’offerta pubblica iniziale. In particolare, verrà affrontato il processo che porta dalla definizione di una strategia per poi giungere alla quotazione, evidenziando i vantaggi, le opportunità e le eventuali difficoltà che una azienda italiana di dimensioni ridotte può trovarsi ad affrontare durante il percorso che la condurrà a suonare la campanella di Piazza Affari.
L’Italia, come il resto dei paesi del mondo, è frutto della sua storia, che incide in particolar modo sulla struttura economica del paese. Il panorama societario italiano, ad oggi, presenta un grande numero di imprese di piccole e medie dimensioni, le cosiddette PMI (Piccole e Medie Imprese), con gestione a prevalenza familiare, che, seppur nelle loro ambizioni di crescita, per impossibilità o per scelta, riscontrano delle difficoltà ad ampliare la propria dimensione. Alla base di questo assunto possono esservi diverse cause, tra le quali la avversione al voler includere nella compagine sociale soggetti estranei e che quindi non godono della totale e piena fiducia dei proprietari; la scarsa competizione e conoscenza del mercato in cui operano, quindi la conoscenza dei propri concorrenti; un’errata concezione di come il capitale possa essere reperito, quali siano le forme di finanziamento più adatte al proprio contesto interno ed esterno, e quindi quali siano le soluzioni più adatte a coprire il proprio fabbisogno aziendale.
La banca è stata, ed è tutt’ora, il principale interlocutore con cui i soggetti economici si sono interfacciati al fine di reperire finanziamenti. Nel contesto economico attuale, la capacità di un’impresa, e quindi del mercato, di crescere, dipende grandemente dall’evoluzione del sistema finanziario. Un sistema finanziario si dice evoluto quando è articolato, ovvero quando offre diverse opportunità a diversi soggetti; quindi, in grado di offrire soluzioni pensate per grandi o piccole realtà. Ad oggi, è impensabile che il sistema bancario da solo possa soddisfare la domanda da parte dell’intero settore produttivo. Si rende necessaria, pertanto, un’articolazione delle soluzioni di finanziamento che tendano ad uno sganciamento dal sistema bancario al fine di abbracciare un più ampio sistema in cui le banche sono affiancate da un altro soggetto: il mercato dei capitali.
Per mercato dei capitali, altresì detto mercato finanziario, si intende il luogo in cui domanda e offerta di investimenti finanziari si incontrano. La domanda è rappresentata da soggetti in deficit, ovvero coloro che necessitano di risorse, mentre per offerta facciamo riferimento a soggetti in surplus, coloro con eccesso di risorse. Questo mercato permette a soggetti in deficit di incontrare soggetti in surplus al fine di soddisfare entrambe le parti attraverso l’emissione e la negoziazione di titoli rappresentativi di prestiti monetari e di finanziamenti, ovvero di titoli obbligazionari e azionari di medio o lungo termine. Le transazioni avvengono generalmente all’interno di mercati regolamentati, come ad esempio Euronext Milan, gestito da Borsa Italiana, i quali si distinguono dai mercati non regolamentati poiché sottoposti alle regole formali del Testo Unico della Finanza e alla vigilanza da parte di CONSOB e Banca d’Italia.
Il mercato finanziario italiano è gestito e supervisionato dalla società privata Borsa Italiana, allo scopo di vigilare sul suo corretto funzionamento. I mercati azionari di Borsa Italiana consentono ad aziende di ogni dimensione di raccogliere importanti risorse finanziarie, sia da investitori domestici che internazionali, e di acquisire visibilità. Poiché il territorio italiano è prevalentemente composto da micro, piccole e medie imprese, uno degli obiettivi che Borsa Italiana si prepone è quello di coinvolgerle, renderle partecipi all’interno del mercato finanziario adattando e creando disposizioni a loro favore. A questo proposito, a partire dal 2018 sono stati introdotti, ad esempio, incentivi sui costi di quotazione per le PMI e sono state semplificate le modalità di accesso al mercato del capitale. Questo ha comportato, già nello stesso anno, un aumento delle società quotate all’Aim (oggi chiamato Euronext Growth), il listino di borsa dedicato alle PMI, in misura del 30%, ma ancora molte società non conoscono questa modalità di finanziamento e per questo, spesso, si interfacciano con problematiche legate all’ottenimento di crediti bancari.
Superata la fase del reperimento di risorse finanziarie destinate alla propria crescita, un’impresa deve necessariamente rideterminare il proprio assetto organizzativo. La struttura di una impresa di dimensioni ridotte non è la stessa adottata da imprese di dimensioni maggiori. Si rende necessaria, pertanto, una ridefinizione delle mansioni, dei ruoli, delle responsabilità, ma anche della gerarchia e della gestione del lato economico e finanziario, che comportano una maggiore attenzione ai vincoli posti dalla legge.
Il presente elaborato ha lo scopo di analizzare come una piccola e media impesa si evolve dal punto di vista della gestione interna, con particolare riferimento al controllo di gestione e ai doveri cui il sistema amministrativo contabile deve adempiere, a seguito dell’offerta pubblica iniziale. In particolare, verrà affrontato il processo che porta dalla definizione di una strategia per poi giungere alla quotazione, evidenziando i vantaggi, le opportunità e le eventuali difficoltà che una azienda italiana di dimensioni ridotte può trovarsi ad affrontare durante il percorso che la condurrà a suonare la campanella di Piazza Affari.
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