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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06032025-164347


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CACCAMO, ANGELO PIETRO
URN
etd-06032025-164347
Titolo
UN POEMA PER LA CORTE. L’INAMORAMENTO DE ORLANDO E LA CIVILTÀ ESTENSE
Settore scientifico disciplinare
ITAL-01/A - Letteratura italiana
Corso di studi
STUDI ITALIANISTICI
Relatori
tutor Prof.ssa Cabani, Maria Cristina
relatore Fedi, Francesca
Parole chiave
  • corte
  • Este
  • Matteo Maria Boiardo
  • poema cavalleresco
  • Quattrocento
Data inizio appello
10/06/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto

Il lavoro di tesi studia la costruzione di un paradigma etico-politico nell’Inamoramento de Orlando di Matteo Maria Boiardo, un paradigma che rappresenta gli orizzonti ideologici della corte e del potere estense.
Questo studio nasce da una serie di ipotesi sollevate da Riccardo Bruscagli (Stagioni della civiltà estense, 1983 – da cui si desume il concetto di «civiltà estense» del titolo) sulla «cornice ideologica» in cui si inserisce il poema, un insieme omogeneo di simbologie, rappresentazioni e valori che unificano signore, autore e corte sotto la prospettiva di un modello comune di politica, società e civiltà. Partendo dall’analisi di alcuni significativi proemi, Bruscagli segnalava alcuni caratteri del rapporto fra autore e contesto di ricezione: la primavera estense annunciata all’esordio del secondo libro, una traduzione in termini lirico-cavallereschi di un topos tipicamente politico come quello dell’età dell’oro; il rapporto insistito e complesso con il pubblico di corte, non riducibile al gioco colto sui codici della tradizione canterina; il conflitto tra virtù e fortuna come perno nodale dell’opera: questioni che finora non hanno sollevato risposte d’insieme.
Il presente lavoro vuole ovviare a questa mancanza, realizzando una lettura ad ampio raggio del poema, e incastonando le emergenze del dato testuale in quella cornice storica in cui il poema viene composto, dall’investitura di Ercole d’Este come successore di Borso allo scoppio delle Guerre d’Italia.
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