logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05282025-105632


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MANCUSO, MARTINA
URN
etd-05282025-105632
Titolo
Profilo di rischio cardiovascolare e correlazioni clinico-strumentali della placca carotidea intermedia asintomatica
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Gargani, Luna
relatore Prof. Masini, Gabriele
Parole chiave
  • cardiovascular risk factors.
  • carotid atherosclerosis
  • cerebrovascular disease
  • neuroimaging
  • plaque inflammation
  • vulnerable plaque
Data inizio appello
15/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2095
Riassunto
Introduzione e obiettivo
L’aterosclerosi carotidea rappresenta una delle principali cause di ictus ischemico, patologia con elevato impatto in termini di morbilità, mortalità e disabilità. Una percentuale significativa di questi eventi è attribuibile alla patologia aterosclerotica carotidea, anche in presenza di placche con stenosi non significative ma instabili dal punto di vista della struttura. Le attuali strategie di stratificazione del rischio si basano prevalentemente sul grado di stenosi, trascurando però le caratteristiche morfologiche e funzionali della placca che ne determinano la vulnerabilità. Le tecniche di imaging avanzato, quali l’ecocolordoppler (ECD), l’angio-TC (CTA), l’angio-RM (MRA) e la PET con 18F-FDG, permettono un’analisi multiparametrica della placca e del suo comportamento biologico. Lo studio CAMP si propone di identificare, attraverso un approccio multimodale, i marcatori clinici, bioumorali e di imaging associati a instabilità di placca e a rischio ischemico cerebrale, con l’obiettivo di migliorare la stratificazione del rischio e guidare la gestione terapeutica.
Metodi
Sono stati arruolati 172 pazienti con stenosi carotidea asintomatica, unilaterale, di grado intermedio (40–60%) identificata all’ecocolordoppler. Ogni paziente ha effettuato una valutazione clinica globale, comprensiva di esami laboratoristici, valutazione cardiovascolare, test neuro-cognitivi e imaging multimodale. Le caratteristiche di vulnerabilità della placca sono state analizzate mediante quattro indagini:
• ECD: ipoecogenicità, disomogeneità, superficie irregolare, % stenosi;
• CTA: presenza di ulcerazione (≥1 mm in ampiezza o ≥2 mm in profondità);
• MRA: presenza di emorragia intraplacca, core necrotico ricco di lipidi, calcificazioni;
• PET/TC con 18F-FDG: quantificazione dell’attività infiammatoria tramite indici di captazione del tracciante (SUVmax e TBR). Le regioni di interesse sono state delineate utilizzando le sezioni combinate PET/TC nel segmento più malato (MDS), definito come la singola sezione con il massimo assorbimento di 18F-FDG. Il target-to-background ratio (TBR) è stato calcolato dividendo il valore massimo di assorbimento standardizzato (SUVmax) del MDS per il SUVmax dell'attività del sangue omolaterale (ottenuto dalla vena giugulare).
Sono state eseguite analisi di frequenza, analisi univariate e multivariate (test T, χ²) e regressioni logistiche per identificare associazioni significative tra i diversi parametri. L’analisi di regressione logistica consente di identificare variabili cliniche significativamente associate a caratteristiche di vulnerabilità della placca carotidea.
Risultati
La popolazione analizzata presentava un profilo di rischio cardiovascolare elevato: l’84,8% era dislipidemico, l’83,1% iperteso, l’80% con abitudine tabagica attuale o pregressa, oltre il 60% dei pazienti presentava sovrappeso o obesità. Solo il 17% raggiungeva il target raccomandato per LDL-C e solo il 22% risultava fisicamente attivo.
Le caratteristiche di vulnerabilità erano presenti in una quota significativa di pazienti, anche in placche con stenosi <50%. Nell’intera popolazione analizzata, all’ecocolordoppler il 27,3% presentava placche ipoecogene e il 32,6% placche non calcificate. All’angio-TC, il 27,3% mostrava micro-ulcerazioni. Alla risonanza magnetica, il 19,8% aveva almeno una tra emorragia intraplacca o core necrotico ricco di lipidi. Alla PET, i parametri infiammatori medi (SUVmax 2,23; TBR 1,66) risultavano significativamente associati a marcatori morfologici: valori elevati di TBR erano correlati alla presenza di ulcerazioni (61% vs. 35%, p = 0.03) e di emorragia intraplacca (33% vs. 10%, p = 0.03). Nessuna associazione invece è stata trovata tra i valori PET e il grado di stenosi. I parametri PET (TBR e SUVmax) mostrano un’associazione significativa con marcatori infiammatori sistemici (VES e PCR).
L’età avanzata è risultata associata all’emorragia intraplacca (OR 1,07; p = 0,05) così come il volume di eiezione (OR 0,97; p = 0,02) e la gittata cardiaca (OR 0,63; p = 0,02), suggerendo che una ridotta performance ventricolare possa contribuire a una perfusione subottimale e a una maggiore vulnerabilità di placca. Anche la velocità dell’onda di polso (PWV), indicativa di rigidità della parete arteriosa, è stata associata in modo significativo all’emorragia intraplacca (OR 1,29; p = 0,02). Una ridotta funzione renale, espressa da un più basso eGFR, ha mostrato un’associazione con le placche ipoecogene (OR 0,97; p = 0,06) e le placche ulcerate (OR 0,98; p = 0,04), suggerendo un legame tra disfunzione renale e composizione sfavorevole della placca. Il valore di NT-proBNP è correlato alla placca ulcerata (OR 1,47; p = 0,02) indicando un collegamento tra stress emodinamico e instabilità della lesione carotidea.
Conclusioni
L’approccio multi-imaging dello studio CAMP ha evidenziato come una quota significativa di pazienti con stenosi <50% presenti caratteristiche morfologiche e funzionali di vulnerabilità. Viene dimostrato che, anche in pazienti asintomatici con stenosi carotidea moderata, è possibile identificare caratteristiche di vulnerabilità della placca attraverso tecniche di imaging avanzate. In particolare, l’uso combinato di angio-TC, angio-RM e PET fornisce informazioni complementari sulla morfologia e sull’attività infiammatoria delle lesioni, superando i limiti dell’ecocolordoppler tradizionale. La PET/TC con 18F-FDG si è rivelata particolarmente utile nell’identificare attività infiammatoria di placca, che non risulta associata al grado di stenosi ma è associata a caratteristiche di vulnerabilità e marcatori infiammatori sistemici. Tali risultati confermano l’importanza di superare il paradigma tradizionale basato esclusivamente sulla percentuale di stenosi, promuovendo un modello integrato di stratificazione del rischio che includa imaging avanzato e valutazione biologica della placca. L’approccio multimodale consente di individuare un sottogruppo di pazienti a più alto rischio ischemico, che potrebbero beneficiare di un’intensificazione del trattamento preventivo, anche in assenza di criteri convenzionali per l’intervento.
File