Tesi etd-05272022-102253 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
CAPPAGLI, ORIANA
URN
etd-05272022-102253
Titolo
Cura, salute e morte nell'Islam: tra passato e modernità
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE POLITICHE
Relatori
relatore Prof. Tamburini, Francesco
Parole chiave
- bioetica
- islam
- religione
Data inizio appello
11/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2092
Riassunto
Da qualsiasi prospettiva lo si osservi, l’islam non può essere considerato qualcosa di unico rispetto alle altre religioni. Nello stesso tempo, è una religione diversa da tutte le altre. Nell’islam sono compresenti aspetti non estranei alle altre religioni, ma che soltanto qui si combinano tra loro fino a risultare indissolubili l’uno dall’altro. È la ragione per cui, contrariamente a quanto si sente ripetere, nell’islam continua ad agire una forza centrifuga molto più forte di qualsiasi eventuale spinta centripeta.
Quando si parla di mondo musulmano, infatti, non si parla di un blocco monolitico culturale e religioso, ma di una realtà vasta e dinamica, di un pluralismo culturale molto esteso, poiché nel corso della storia l’Islam si è legato a popoli, lingue e culture molto diversi, dando origine a sintesi particolari e singolari all’interno di realtà sociali eterogenee. Per questo motivo anche gli immigrati di fede musulmana non possono essere ritenuti una realtà indifferenziata, proveniente da un unico tessuto sociale e culturale. Quindi l’Islam è un mosaico connotato da enormi diversità al suo interno. E’ una religione senza centro, nel senso che manca una autorità gerarchica universalmente riconosciuta dai credenti in grado di fissare in modo univoco e tendenzialmente stabile i dogmi di fede. Per certi versi, non è falso che l’Islam sia quello che i musulmani vogliono che sia. Fin dall’inizio, l’Islam è dotato di un centro, che possiamo individuare nella penisola arabica, rispetto al quale le altre declinazioni locali sono consapevoli di trovarsi in una condizione periferica. Già nel Medioevo, un musulmano della Spagna, dell’Asia centrale o del Nordafrica sapeva di occupare una posizione letteralmente eccentrica, lontana dal cuore dell’Islam. Eppure, non esiste nel mondo islamico un solo centro decisore, una autorità unica che decide cosa è giusto è cosa è sbagliato, cosa è ortodosso da cosa non lo è.
Quando si parla di mondo musulmano, infatti, non si parla di un blocco monolitico culturale e religioso, ma di una realtà vasta e dinamica, di un pluralismo culturale molto esteso, poiché nel corso della storia l’Islam si è legato a popoli, lingue e culture molto diversi, dando origine a sintesi particolari e singolari all’interno di realtà sociali eterogenee. Per questo motivo anche gli immigrati di fede musulmana non possono essere ritenuti una realtà indifferenziata, proveniente da un unico tessuto sociale e culturale. Quindi l’Islam è un mosaico connotato da enormi diversità al suo interno. E’ una religione senza centro, nel senso che manca una autorità gerarchica universalmente riconosciuta dai credenti in grado di fissare in modo univoco e tendenzialmente stabile i dogmi di fede. Per certi versi, non è falso che l’Islam sia quello che i musulmani vogliono che sia. Fin dall’inizio, l’Islam è dotato di un centro, che possiamo individuare nella penisola arabica, rispetto al quale le altre declinazioni locali sono consapevoli di trovarsi in una condizione periferica. Già nel Medioevo, un musulmano della Spagna, dell’Asia centrale o del Nordafrica sapeva di occupare una posizione letteralmente eccentrica, lontana dal cuore dell’Islam. Eppure, non esiste nel mondo islamico un solo centro decisore, una autorità unica che decide cosa è giusto è cosa è sbagliato, cosa è ortodosso da cosa non lo è.
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