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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05222025-195939


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BARANI, MARTINA
URN
etd-05222025-195939
Titolo
Emozione e apprendimento: innovazione metodologica tra neuroscienze e personalizzazione della didattica
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA
Relatori
relatore Prof. Ciambrone, Raffaele
correlatore Prof. Di Giuseppe, Graziano
Parole chiave
  • educazione
  • emozione
  • metodo Modi
  • stili di apprendimento
Data inizio appello
26/06/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/06/2065
Riassunto
Questo elaborato si propone di esplorare la complessa e intrinseca interazione tra gli stili di apprendimento individuali, il ruolo pervasivo delle emozioni nel processo cognitivo e l'applicazione di metodi didattici innovativi, con particolare riferimento al progetto M.O.Di. L'obiettivo primario di questa ricerca è evidenziare come una comprensione approfondita delle diverse modalità attraverso cui ciascun individuo acquisisce, elabora e memorizza le informazioni, unitamente a una gestione consapevole e integrata della sfera emotiva, possa condurre a un'educazione notevolmente più efficace, inclusiva e profondamente personalizzata, superando in modo sostanziale i limiti e le rigidità del modello pedagogico tradizionale ancora ampiamente diffuso. La tesi argomenta la necessità di un paradigma educativo che ponga al centro lo studente nella sua interezza, riconoscendo la sua unicità cognitiva ed emotiva. Il punto di partenza dell'analisi risiede nella fondamentale distinzione tra apprendimento superficiale e apprendimento profondo. Quest'ultimo, a differenza della sola memorizzazione di fatti isolati, richiede un impegno cognitivo significativo, la capacità di stabilire connessioni concettuali autonome e di integrare le nuove informazioni in una rete di conoscenze preesistente. Viene evidenziata la necessità imperativa per i futuri insegnanti di trascendere il ruolo di semplici trasmettitori di contenuti, agendo piuttosto come guide illuminate e facilitatori dello sviluppo, focalizzandosi primariamente sul "come" gli studenti apprendono, piuttosto che sul "cosa" viene insegnato. In questo contesto, la consapevolezza dei propri stili di apprendimento preferenziali e la capacità di autoregolare il proprio processo di acquisizione della conoscenza sono presentati come elementi cruciali per una crescita cognitiva autonoma e duratura. La metacognizione, ovvero la capacità di riflettere sui propri processi di pensiero, emerge come competenza chiave da promuovere. Il documento approfondisce diverse teorie consolidate sugli stili di apprendimento, tra cui la Teoria delle Intelligenze Multiple di Howard Gardner, che sfida l'idea di un'intelligenza unica proponendo molteplici forme (linguistica, logico-matematica, spaziale, musicale, corporeo-cinestesica, intrapersonale, interpersonale, naturalistica, esistenziale). Viene analizzata la teoria dell'Apprendimento Esperienziale di David Kolb, che enfatizza il ciclo continuo di esperienza concreta, riflessione, concettualizzazione astratta e sperimentazione attiva, identificando quattro stili distinti (attivo, riflessivo, teorico, pratico). Si esamina inoltre il metodo VAK (Visivo, Auditivo, Cinestesico), basato sui canali sensoriali predominanti, e il modello di Felder-Silverman, che articola gli stili su quattro dimensioni (sensoria/intuitiva, visiva/verbale, attiva/riflessiva, sequenziale/globale). Nonostante la loro ampia applicazione, viene posta l'attenzione critica sulle potenziali semplificazioni eccessive di tali modelli e sulla mancanza di solide prove empiriche che ne supportino un'efficacia esclusiva e rigida. Si ribadisce come l'apprendimento sia un processo intrinsecamente complesso che coinvolge una combinazione dinamica di diverse modalità sensoriali e molteplici fattori cognitivi. Le recenti scoperte delle neuroscienze, in particolare nel campo della neurodidattica, rivelano come le emozioni influenzino in modi significativi i processi cognitivi, facilitando o ostacolando l'apprendimento a seconda della loro natura. Emozioni positive come entusiasmo, curiosità e soddisfazione possono amplificare l'attenzione e la memorizzazione, mentre stati negativi come ansia e frustrazione possono ostacolarlo. L'amigdala e l'ippocampo sono identificate come strutture cerebrali chiave che associano emozioni agli eventi, potenziando la memorizzazione e rendendo i ricordi più vividi e duraturi, come dimostrato dagli studi di Joseph LeDoux. Viene esplorato in profondità il concetto di intelligenza emotiva, intesa come la capacità di identificare, comprendere, utilizzare e gestire le proprie emozioni e di decifrare quelle altrui. Si evidenzia il suo impatto sul benessere interiore, sul successo scolastico e professionale, sulla resilienza e sulla gestione costruttiva dei conflitti. Autori come John Mayer, Peter Salovey e Daniel Goleman sono citati per il loro contributo fondamentale alla concettualizzazione e all'applicazione dell'intelligenza emotiva in ambito educativo, promuovendo l'integrazione equilibrata dello sviluppo emotivo e accademico. Il progetto M.O.Di. viene presentato come un metodo innovativo e integrato per la didattica inclusiva, nato con l'intento di migliorare la qualità dell'offerta formativa e promuovere una continuità educativa significativa tra i diversi ordini di scuola. Questo metodo si basa su tre macroaree interconnesse: la riorganizzazione flessibile del tempo scuola, lo studio approfondito della personalità e degli stili di apprendimento degli alunni, e l'innovazione metodologica costante. La flessibilità nella gestione del tempo scolastico (es. cicli disciplinari), l'attenzione scrupolosa alle differenze individuali (stili cognitivi, tratti temperamentali, personalità) in linea con i Bisogni Educativi Speciali (BES), e l'adozione di strategie didattiche attive e partecipative (laboratori, cooperative learning) sono i pilastri fondamentali del M.O.Di. Si evidenzia come questo metodo promuova un apprendimento profondo e duraturo, favorendo intrinsecamente motivazione, autostima e autonomia negli studenti, trasformandoli in protagonisti attivi del loro percorso formativo. Il concetto di "educazione lenta" è introdotto come filosofia pedagogica che si oppone alla frenesia e alla standardizzazione del vivere moderno, promuovendo un apprendimento che rispetti i tempi soggettivi degli alunni e valorizzi la qualità dell'esperienza formativa. Il M.O.Di. si allinea perfettamente a questa pedagogia della lentezza, riconoscendo il tempo come una variabile pedagogica fondamentale che si intreccia profondamente con gli stili di apprendimento e il temperamento degli studenti. Questo approccio riconosce che la crescita, sia personale che professionale, non può essere forzata dalla fretta, ma necessita di riflessione, calma e serenità per fiorire. Infine, l'elaborato sottolinea la centralità e l'importanza imprescindibile della collaborazione tra docenti per un'efficace pratica educativa. La condivisione di buone pratiche, il supporto reciproco, la riflessione congiunta e la creazione di vere e proprie comunità di apprendimento professionale sono visti come fattori che migliorano significativamente la qualità dell'insegnamento, promuovono lo sviluppo professionale continuo e aumentano il senso di efficacia e il benessere degli insegnanti, con ricadute positive dirette sull'apprendimento degli studenti. Il metodo M.O.Di. promuove attivamente un ambiente di apprendimento non solo efficace dal punto di vista cognitivo, ma anche positivo e supportivo sul piano emotivo e relazionale, dove l'empatia e un clima disteso favoriscono la crescita professionale e personale di tutti gli attori coinvolti. In conclusione, la tesi argomenta con forza che un'educazione realmente efficace e significativa deve riconoscere la complessità intrinseca dell'apprendimento, integrando in modi sinergici la comprensione degli stili individuali, il riconoscimento e la gestione consapevole delle emozioni, e l'adozione di metodi didattici flessibili, inclusivi e collaborativi, come proposto dal progetto M.O.Di., per preparare gli studenti non solo a superare le sfide accademiche, ma anche a prosperare in un mondo in continua e rapida evoluzione.
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