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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05222025-104751


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BALDUINI, MATTEO
URN
etd-05222025-104751
Titolo
Diabete e terapia insulinica in contesti a basse risorse: gestione clinica nel distretto rurale di Iringa, Tanzania con Medici con l'Africa CUAMM
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott.ssa Trifirò, Silvia
Parole chiave
  • diabete
  • gestione clinica
  • insulina Mixtard
  • malattie croniche non trasmissibili (NCDs)
  • Medici con l'Africa CUAMM
  • Paesi a basse risorse
  • Tanzania
Data inizio appello
10/06/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le malattie croniche non trasmissibili (NCDs) rappresentano oggi una delle sfide sanitarie più complesse a livello globale, in particolare nei paesi a basso e medio reddito. Tra queste patologie, il diabete occupa un posto centrale per la sua crescente diffusione, i costi elevati per il trattamento e le gravi complicanze che può causare in assenza di un controllo adeguato. A livello mondiale si stimano 537 milioni di persone affette da diabete, di cui circa il 90% vive in contesti a risorse limitate. Allarmante è anche il dato relativo ai casi non diagnosticati, stimati in oltre 240 milioni, che rappresentano un ostacolo enorme alla prevenzione delle complicanze e alla pianificazione sanitaria.
Il continente africano è tra le aree più colpite. Dal 2000 a oggi, il numero di decessi dovuti a malattie croniche non trasmissibili è più che raddoppiato in Africa. Tale aumento non è attribuibile solo alla crescita demografica, ma anche all’inadeguatezza dei sistemi sanitari, spesso concentrati nelle zone urbane e carenti in risorse, personale, diagnostica e continuità terapeutica. Inoltre, la scarsa consapevolezza della popolazione, l’analfabetismo sanitario e l’accesso limitato alle cure rendono difficile un’efficace gestione del diabete sul territorio.
Per affrontare in modo concreto questa sfida, dal 2016 Medici con l’Africa CUAMM ha avviato un progetto di gestione del diabete e dell’ipertensione presso il Tosamaganga Voluntary Agency Hospital (VAH), in Tanzania, in collaborazione con le autorità locali. A partire dal 2019, il progetto è stato esteso a nove centri sanitari periferici, ampliando così la portata dell’intervento.
Il progetto, ormai consolidato da oltre tre anni, si concentra su un gruppo selezionato di pazienti giovani e malnutriti affetti da diabete insulinodipendente, per i quali non è possibile passare alla terapia orale. Questi pazienti necessitano assolutamente dell’insulina per la sopravvivenza e vivono in condizioni di estrema vulnerabilità. L’intervento si struttura attorno alle “Insulin Days”, giornate organizzate ogni 40 giorni presso l’ospedale, durante le quali i pazienti ricevono forniture gratuite di insulina, glucometri, strisce e aghi, oltre a visite cliniche, educazione sanitaria e monitoraggio metabolico.
I risultati hanno mostrato segnali positivi sul piano clinico:
• Incremento medio di peso di 6 kg, un segnale importante soprattutto nei soggetti inizialmente malnutriti;
• Riduzione della glicemia a digiuno da 12,6 mmol/l a 10,7 mmol/l;
• Diminuzione dell’emoglobina glicata (HbA1c) da 11,1% a 9,7%, pur non essendo ancora entro i valori ottimali;
• Aumento della compliance terapeutica con il crescere della frequenza delle visite.
Questi miglioramenti confermano che anche in contesti a basse risorse è possibile ottenere risultati clinici significativi, a patto che l’approccio sia continuativo, personalizzato e accompagnato da una forte componente educativa.
Nonostante i progressi, sono emerse alcune criticità. È stato registrato un leggero aumento degli episodi ipoglicemici, da 7,3 a 8,2 per paziente, e degli episodi gravi, da 3,3 a 3,6. Alcuni pazienti, a seguito di episodi ipoglicemici severi, hanno ridotto autonomamente il numero di iniezioni di insulina, compromettendo temporaneamente l’equilibrio metabolico.
Queste reazioni non vanno interpretate come un fallimento del progetto, ma come un segnale di un percorso educativo ancora in corso. In contesti caratterizzati da alto tasso di analfabetismo, la comprensione e l’interiorizzazione delle regole della terapia insulinica richiedono tempi più lunghi rispetto a contesti con maggiore alfabetizzazione sanitaria. Il miglioramento progressivo dei parametri clinici suggerisce che il progetto si trovi in una fase di transizione positiva, e che il rafforzamento della componente educativa sia fondamentale per consolidare i risultati.
L’analisi ha inoltre evidenziato una forte correlazione tra la gestione subottimale del diabete e due fattori strutturali:
1. La distanza dal presidio sanitario: i pazienti che vivono più lontano partecipano meno regolarmente alle Insulin Days e hanno un controllo glicemico peggiore;
2. La mancanza di assicurazione sanitaria: in assenza di copertura, è più difficile per i pazienti accedere regolarmente a farmaci e controlli, con conseguente aumento degli episodi di ipoglicemia.
Altri fattori, come la stagionalità (es. stagione delle piogge), la scarsa disponibilità di elettricità (per conservare l’insulina), la malnutrizione, l’ipovisione e l’analfabetismo, complicano ulteriormente la gestione quotidiana della malattia. Tali elementi rendono indispensabile un approccio multidimensionale, che integri l’aspetto clinico con quello educativo, sociale e logistico.
Il progetto sul diabete a Tosamaganga rappresenta un modello di intervento sostenibile ed efficace in contesti a basse risorse. I risultati dimostrano che, anche in presenza di ostacoli strutturali e culturali, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti diabetici, a condizione che si investa su continuità terapeutica, formazione del paziente e adattamento alle condizioni locali.
In particolare, il focus sui pazienti giovani è cruciale: fornire loro strumenti per una gestione autonoma della malattia, migliorare la loro salute e favorire il loro accesso all’istruzione rappresenta un investimento che va oltre la sanità, toccando aspetti economici e sociali. Un giovane in salute e istruito ha maggiori probabilità di essere economicamente autosufficiente, di accedere a un’assicurazione sanitaria e di contribuire attivamente al miglioramento della rete sanitaria nazionale.
Interrompere il circolo vizioso tra povertà e vulnerabilità sanitaria è possibile. Il progetto CUAMM ne è la prova, dimostrando come un approccio integrato e contestualizzato possa fare la differenza nel trattamento di malattie croniche come il diabete in Africa.
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