Tesi etd-05212025-111218 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
NARDUCCI, ELISA
URN
etd-05212025-111218
Titolo
TECNICHE DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA E OUTCOMES NEONATALI
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Mannella, Paolo
Parole chiave
- lga (large for gestational age)
- medically assisted procreation)
- pma (procreazione medicalmente assistita
- sga (small for gestational age)
Data inizio appello
10/06/2025
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Background: Le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), in particolare FIVET e ICSI, sono oggi largamente utilizzate per il trattamento dell'infertilità. È emerso da diversi studi una possibile associazione tra PMA e anomalie della crescita fetale, come la nascita di neonati Small for Gestational Age (SGA) o Large for Gestational Age (LGA), con conseguenti implicazioni cliniche nei confronti della salute materna e neonatale.
Obiettivo: valutare l’associazione tra PMA e l’incidenza di neonati SGA e LGA, distinguendo inoltre tra trasferimenti embrionali freschi e crioconservati, e analizzando gli outcome ostetrici e neonatali correlati.
Materiali e Metodi: È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP), che ha incluso tutti i parti singoli avvenuti tra il 1° gennaio 2020 e il 31 luglio 2024. Sono stati esclusi i casi con fattori noti per influenzare la crescita fetale, tra cui gravidanze gemellari, diabete materno, preeclampsia e inserzione velamentosa del funicolo. I neonati sono stati classificati come SGA o LGA secondo le curve di crescita INeS. Il campione finale è risultato composto da 6.199 parti singoli, di cui 352 concepiti tramite PMA. All’interno del gruppo PMA, è stata effettuata un’ulteriore distinzione tra trasferimenti freschi e trasferimenti di embrioni crioconservati. Sono stati infine analizzati gli outcome materno-fetali nei sottogruppi SGA e LGA. L’analisi statistica ha incluso il test del chi quadro e il calcolo dell’odds ratio (OR), con significatività fissata a p < 0,05.
Risultati: I neonati concepiti mediante PMA, in particolare tramite FIVET e ICSI, hanno mostrato un’incidenza più elevata sia di SGA che di LGA rispetto ai concepiti spontaneamente. Nello specifico i trasferimenti crioconservati hanno mostrato una maggiore incidenza di LGA, mentre non è risultata una differenza significativa per gli SGA, che hanno invece mostrato una maggiore incidenza a seguito del concepimento con ICSI. Inoltre, nei sottogruppi SGA e LGA, la PMA si è associata a una gestione ostetrica più interventistica e ad una più alta frequenza di ipoglicemia neonatale soprattutto nel gruppo SGA.
Conclusioni: I risultati confermano che la PMA rappresenta un potenziale fattore di rischio per alterazioni della crescita fetale, anche in gravidanze fisiologiche. La modalità di trasferimento embrionale risulta particolarmente rilevante, influenzando in modo differenziale il rischio di SGA e LGA. Queste evidenze sottolineano l’importanza di una sorveglianza ostetrica attiva e di una programmazione del parto individualizzata nelle gravidanze da PMA, anche in considerazione del fatto che si tratta spesso di gravidanze preziose, da gestire con particolare attenzione clinica ed emotiva.
Background: Medically Assisted Procreation (MAP) techniques, particularly IVF and ICSI, are now widely used for the treatment of infertility. Several studies have shown a possible association between MAP and fetal growth abnormalities, such as the birth of Small for Gestational Age (SGA) or Large for Gestational Age (LGA) newborns, with consequent clinical implications for maternal and neonatal health.
Objective: To evaluate the association between MAP and the incidence of SGA and LGA newborns, also distinguishing between fresh and frozen embryo transfers, and analyzing the related obstetric and neonatal outcomes.
Materials and Methods: A retrospective observational study was conducted at the Pisan University Hospital (AOUP), including all singleton deliveries that took place between January 1, 2020, and July 31, 2024. Cases with known factors influencing fetal growth—such as twin pregnancies, maternal diabetes, preeclampsia, and velamentous cord insertion—were excluded. Newborns were classified as SGA or LGA according to INeS growth charts. The final sample included 6,199 singleton deliveries, of which 352 were conceived through MAP. Within the MAP group, a further distinction was made between fresh transfers and frozen embryo transfers. Maternal-fetal outcomes were then analyzed in the SGA and LGA subgroups. Statistical analysis included chi-square tests and calculation of odds ratios (OR), with significance set at p < 0.05.
Results: Newborns conceived through MAP, particularly via IVF and ICSI, showed a higher incidence of both SGA and LGA compared to those conceived spontaneously. Specifically, frozen transfers showed a higher incidence of LGA, while no significant difference was found for SGA, which instead showed a higher incidence following conception with ICSI. Furthermore, in the SGA and LGA subgroups, MAP was associated with more interventional obstetric management and a higher frequency of neonatal hypoglycemia, especially in the SGA group.
Conclusions: The results confirm that MAP represents a potential risk factor for fetal growth abnormalities, even in physiologic pregnancies. The mode of embryo transfer is particularly relevant, differentially influencing the risk of SGA and LGA. These findings highlight the importance of active obstetric surveillance and individualized birth planning in MAP pregnancies, also considering that these are often highly valued pregnancies, requiring special clinical and emotional care.
Obiettivo: valutare l’associazione tra PMA e l’incidenza di neonati SGA e LGA, distinguendo inoltre tra trasferimenti embrionali freschi e crioconservati, e analizzando gli outcome ostetrici e neonatali correlati.
Materiali e Metodi: È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP), che ha incluso tutti i parti singoli avvenuti tra il 1° gennaio 2020 e il 31 luglio 2024. Sono stati esclusi i casi con fattori noti per influenzare la crescita fetale, tra cui gravidanze gemellari, diabete materno, preeclampsia e inserzione velamentosa del funicolo. I neonati sono stati classificati come SGA o LGA secondo le curve di crescita INeS. Il campione finale è risultato composto da 6.199 parti singoli, di cui 352 concepiti tramite PMA. All’interno del gruppo PMA, è stata effettuata un’ulteriore distinzione tra trasferimenti freschi e trasferimenti di embrioni crioconservati. Sono stati infine analizzati gli outcome materno-fetali nei sottogruppi SGA e LGA. L’analisi statistica ha incluso il test del chi quadro e il calcolo dell’odds ratio (OR), con significatività fissata a p < 0,05.
Risultati: I neonati concepiti mediante PMA, in particolare tramite FIVET e ICSI, hanno mostrato un’incidenza più elevata sia di SGA che di LGA rispetto ai concepiti spontaneamente. Nello specifico i trasferimenti crioconservati hanno mostrato una maggiore incidenza di LGA, mentre non è risultata una differenza significativa per gli SGA, che hanno invece mostrato una maggiore incidenza a seguito del concepimento con ICSI. Inoltre, nei sottogruppi SGA e LGA, la PMA si è associata a una gestione ostetrica più interventistica e ad una più alta frequenza di ipoglicemia neonatale soprattutto nel gruppo SGA.
Conclusioni: I risultati confermano che la PMA rappresenta un potenziale fattore di rischio per alterazioni della crescita fetale, anche in gravidanze fisiologiche. La modalità di trasferimento embrionale risulta particolarmente rilevante, influenzando in modo differenziale il rischio di SGA e LGA. Queste evidenze sottolineano l’importanza di una sorveglianza ostetrica attiva e di una programmazione del parto individualizzata nelle gravidanze da PMA, anche in considerazione del fatto che si tratta spesso di gravidanze preziose, da gestire con particolare attenzione clinica ed emotiva.
Background: Medically Assisted Procreation (MAP) techniques, particularly IVF and ICSI, are now widely used for the treatment of infertility. Several studies have shown a possible association between MAP and fetal growth abnormalities, such as the birth of Small for Gestational Age (SGA) or Large for Gestational Age (LGA) newborns, with consequent clinical implications for maternal and neonatal health.
Objective: To evaluate the association between MAP and the incidence of SGA and LGA newborns, also distinguishing between fresh and frozen embryo transfers, and analyzing the related obstetric and neonatal outcomes.
Materials and Methods: A retrospective observational study was conducted at the Pisan University Hospital (AOUP), including all singleton deliveries that took place between January 1, 2020, and July 31, 2024. Cases with known factors influencing fetal growth—such as twin pregnancies, maternal diabetes, preeclampsia, and velamentous cord insertion—were excluded. Newborns were classified as SGA or LGA according to INeS growth charts. The final sample included 6,199 singleton deliveries, of which 352 were conceived through MAP. Within the MAP group, a further distinction was made between fresh transfers and frozen embryo transfers. Maternal-fetal outcomes were then analyzed in the SGA and LGA subgroups. Statistical analysis included chi-square tests and calculation of odds ratios (OR), with significance set at p < 0.05.
Results: Newborns conceived through MAP, particularly via IVF and ICSI, showed a higher incidence of both SGA and LGA compared to those conceived spontaneously. Specifically, frozen transfers showed a higher incidence of LGA, while no significant difference was found for SGA, which instead showed a higher incidence following conception with ICSI. Furthermore, in the SGA and LGA subgroups, MAP was associated with more interventional obstetric management and a higher frequency of neonatal hypoglycemia, especially in the SGA group.
Conclusions: The results confirm that MAP represents a potential risk factor for fetal growth abnormalities, even in physiologic pregnancies. The mode of embryo transfer is particularly relevant, differentially influencing the risk of SGA and LGA. These findings highlight the importance of active obstetric surveillance and individualized birth planning in MAP pregnancies, also considering that these are often highly valued pregnancies, requiring special clinical and emotional care.
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