Tesi etd-05172024-154950 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
COSSU, LORENZO
URN
etd-05172024-154950
Titolo
Trattamento del tumore del rene localizzato nel paziente trapiantato di fegato: resezione robotica e crioablazione imaging-guidata a confronto
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Crocetti, Laura
correlatore Dott. Balzano, Emanuele
correlatore Dott. Balzano, Emanuele
Parole chiave
- chirurgia robotica
- crioablazione
- radiologia interventistica
- trapianto
- tumore del rene
Data inizio appello
11/06/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/06/2094
Riassunto
Il tumore del rene, pur essendo una delle patologie più comuni nel campo oncologico, rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica. L’obiettivazione è complessa, vista la bassa presenza di reperti caratteristici clinici e di laboratorio; ci si affida quindi quasi interamente all’imaging con ecografia, tomografia computerizzata e risonanza magnetica. Questi strumenti permettono di visualizzare il tumore e determinare la sua localizzazione, dimensione e stadio. Per quanto riguarda il trattamento, le opzioni terapeutiche più comuni sono la chirurgia, le tecniche ablative, la target-therapy e altre terapie mediche. La scelta dipende da diversi fattori, tra cui lo stadio del tumore, la salute generale del paziente e la sua risposta a eventuali trattamenti precedenti.
Nella presente tesi sperimentale viene trattato uno studio retrospettivo monocentrico, svolto su una particolare popolazione di pazienti affetti da tumore del rene localizzato, sviluppato a seguito di trapianto di fegato.
La peculiarità di questi soggetti è data dal fatto che la loro condizione di salute complessiva e la necessità di mantenere l’organo trapiantato funzionante possono ridurre le opzioni di trattamento a disposizione; nello specifico, non sono candidabili alla chirurgia a cielo aperto, a causa dei rischi associati all’anestesia e alla possibilità di complicanze peri- e post-operatorie.
La chirurgia robotica e la crioablazione percutanea sono tecniche minimamente invasive; nel trattamento del tumore del rene localizzato, offrono, a fronte di equivalenti risultati oncologici, diversi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, tra cui: una minore perdita di sangue, un tempo di recupero più breve, una riduzione del rischio di complicanze.
Per quanto il trattamento immunosoppressivo antirigetto possa portare a un aumento significativo del rischio neoplastico, la specifica situazione presa in analisi dallo studio è relativamente rara; la popolazione in esame è per questo composta da soli 12 pazienti, che sono stati equamente distribuiti in due gruppi: uno trattato con enucleo-resezione robotica, l’altro con crioablazione percutanea TC-guidata.
Lo scopo dello studio è stato quello di confrontare queste due tecniche in modo da stabilire quale possa essere preferibile sotto vari punti di vista: esiti oncologici, complicanze peri- e post-procedurali, benessere del paziente e dei suoi caregivers, costi per il Sistema Sanitario Nazionale e per la collettività.
Nella presente tesi sperimentale viene trattato uno studio retrospettivo monocentrico, svolto su una particolare popolazione di pazienti affetti da tumore del rene localizzato, sviluppato a seguito di trapianto di fegato.
La peculiarità di questi soggetti è data dal fatto che la loro condizione di salute complessiva e la necessità di mantenere l’organo trapiantato funzionante possono ridurre le opzioni di trattamento a disposizione; nello specifico, non sono candidabili alla chirurgia a cielo aperto, a causa dei rischi associati all’anestesia e alla possibilità di complicanze peri- e post-operatorie.
La chirurgia robotica e la crioablazione percutanea sono tecniche minimamente invasive; nel trattamento del tumore del rene localizzato, offrono, a fronte di equivalenti risultati oncologici, diversi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, tra cui: una minore perdita di sangue, un tempo di recupero più breve, una riduzione del rischio di complicanze.
Per quanto il trattamento immunosoppressivo antirigetto possa portare a un aumento significativo del rischio neoplastico, la specifica situazione presa in analisi dallo studio è relativamente rara; la popolazione in esame è per questo composta da soli 12 pazienti, che sono stati equamente distribuiti in due gruppi: uno trattato con enucleo-resezione robotica, l’altro con crioablazione percutanea TC-guidata.
Lo scopo dello studio è stato quello di confrontare queste due tecniche in modo da stabilire quale possa essere preferibile sotto vari punti di vista: esiti oncologici, complicanze peri- e post-procedurali, benessere del paziente e dei suoi caregivers, costi per il Sistema Sanitario Nazionale e per la collettività.
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