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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05132025-092152


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MANGANIELLO, NICOLA
URN
etd-05132025-092152
Titolo
Irrazionalità, Ignoranza, Democrazia
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Masala, Antonio
correlatore Dott. Marchetti, Jacopo
Parole chiave
  • democrazia
  • ignoranza
  • irrazionalità
Data inizio appello
28/05/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro affronta in chiave filosofico-politica il rapporto problematico tra democrazia, irrazionalità e ignoranza, mettendo in discussione uno dei dogmi più resistenti della modernità politica: la legittimità incondizionata del suffragio universale. Partendo da una riflessione epistemologica sul funzionamento dei regimi democratici, si indaga il ruolo della conoscenza e della razionalità nei processi decisionali collettivi, con particolare attenzione al comportamento elettorale della cittadinanza. L’assunto di fondo, largamente condiviso nelle teorie democratiche classiche, secondo cui gli individui sono agenti razionali capaci di deliberare nel proprio interesse e in vista del bene comune, viene sottoposto a una critica sistematica. In conclusione, si propone una riflessione critica sulla legittimità del suffragio universale. Lungi dal proporre un ritorno a forme autoritarie, il lavoro invita a considerare l’epistocrazia — il governo dei competenti — come una possibile alternativa normativa. Il lavoro non intende offrire una soluzione definitiva, ma intende rendere filosoficamente legittima la domanda, troppo spesso rimossa, se tutti debbano davvero avere eguale voce nelle decisioni politiche, anche quando ignorano deliberatamente le basi minime per esercitare tale diritto.



This work addresses, from a philosophical and political perspective, the problematic relationship between democracy, irrationality, and ignorance, challenging one of the most enduring dogmas of political modernity: the unconditional legitimacy of universal suffrage. Starting from an epistemological reflection on how democratic regimes function, it investigates the role of knowledge and rationality in collective decision-making processes, with particular attention to the electoral behavior of citizens. The fundamental assumption, widely shared in classical democratic theories—that individuals are rational agents capable of deliberating in their own interest and for the common good—is subjected to systematic critique. In conclusion, the work offers a critical reflection on the legitimacy of universal suffrage. Far from advocating a return to authoritarian forms, it invites consideration of epistocracy—the rule of the knowledgeable—as a possible normative alternative. The work does not aim to provide a definitive solution, but rather to make philosophically legitimate the question, too often dismissed, of whether everyone should truly have an equal voice in political decisions, even when they willfully ignore the minimum foundations required to exercise that right.
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