Tesi etd-05092023-160515 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CALAMANO, LARA
URN
etd-05092023-160515
Titolo
Successo e sopravvivenza implantare in pazienti con patologie sistemiche
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof. Barone, Antonio
Parole chiave
- drugs
- fallimento implantare
- farmaci implantology
- implant failure
- implant success
- implantologia
- patologie sistemiche
- successo implantare
- systemic disease
Data inizio appello
30/05/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/05/2093
Riassunto
La branca dell’implantologia, che risulta essere una delle discipline odontoiatriche più antiche, ha compiuto enormi progressi nell’ultimo mezzo secolo. Ad oggi l’utilizzo di impianti dentali rappresenta, quindi, una pratica clinica consolidata e affidabile per un ripristino funzionale ed estetico dell’apparato masticatorio in pazienti parzialmente o totalmente edentuli.
Dagli studi sperimentali di Branemark nel 1965, condotti prima sugli animali e successivamente sugli gli uomini, è nato il concetto dell’implantologia moderna e quindi dell’osteointegrazione.
Da questo momento in poi l’interesse e la richiesta nei confronti della disciplina implantologica aumenterà in modo esponenziale, interessando non solo pazienti sani, ma anche persone affette da malattie sistemiche. Infatti, nell’ultimo secolo, l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da malattie sistemiche è aumentata grazie ai rapidi progressi nell’ambito medico e ad oggi queste condizioni sono nella maggior parte dei casi ben controllate con trattamenti farmacologici associati.
Ne consegue la continua crescita di interesse da parte dei pazienti e dei clinici nei confronti di riabilitazioni implantari sostitutive delle protesi totali o parziali (fisse e mobili), quantunque sottolineando la validità di quest’ ultime per la rifunzionalizzazione dell’apparato masticatorio.
In conseguenza di ciò, per il clinico, risulta di estrema importanza conoscere ed identificare i possibili fattori di rischio che influiscono negativamente sul processo di osteointegrazione.
Nel corso degli ultimi anni sono stati effettuati studi e ricerche con lo scopo di analizzare la possibilità di posizionamento implantare in pazienti affetti da patologie sistemiche o in terapia con determinati farmaci, cercando di evidenziare la possibilità di una correlazione tra la precedente condizione e il fallimento implantare.
Attualmente le informazioni disponibili a riguardo sono scarse e i meccanismi implicati nel fallimento non sono stati esaustivamente chiariti.
Gli studi presenti in letteratura risultano ancora controversi, alcuni inseriscono il diabete e l’osteoporosi tra i fattori di rischio per l’osteointegrazione e la sopravvivenza implantare,
mentre altri, più recenti, non hanno potuto confermare l’associazione tra queste condizioni sistemiche e il minor tasso di osteointegrazione e sopravvivenza implantare.
Per quanto concerne altre problematiche sistemiche come patologie cardiovascolari, HIV, ipotiroidismo, disordini neurologici e artrite reumatoide, non c’è evidenza che vi sia associato un minor tasso di osteointegrazione implantare.
Considerando il trattamento farmacologico associato a determinate patologie, in letteratura sono state evidenziate correlazioni tra l’assunzione di inibitori del re-uptake della serotonina (SSRI) o di inibitori di pompa protonica (PPI) e l’aumento del tasso di fallimento dell’ osteointegrazione.
Nonostante i dati controversi, gli esperti sono concordi sulla possibilità di riabilitazione implantare in pazienti con malattie sistemiche, tenendo in considerazione che la decisione è spesso basata sul livello di controllo della patologia del singolo caso.
Le informazioni di cui disponiamo attualmente portano alla conclusione che, condizione necessaria per determinare il successo implantare in un paziente con stato generale di salute compromesso sia la presenza di un osso di buona qualità, seppur caratteristica necessaria e imprescindibile anche per i pazienti in salute.
Questo studio si pone l’obiettivo di andare ad analizzare il successo e la sopravvivenza implantare in pazienti con differenti patologie sistemiche, il cui trattamento chirurgico implantare è stato effettuato presso la Clinica Odontostomatologica dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, ponendo un certo interesse alla valutazione della soddisfazione del paziente e della qualità della vita correlata alla salute orale.
Dagli studi sperimentali di Branemark nel 1965, condotti prima sugli animali e successivamente sugli gli uomini, è nato il concetto dell’implantologia moderna e quindi dell’osteointegrazione.
Da questo momento in poi l’interesse e la richiesta nei confronti della disciplina implantologica aumenterà in modo esponenziale, interessando non solo pazienti sani, ma anche persone affette da malattie sistemiche. Infatti, nell’ultimo secolo, l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da malattie sistemiche è aumentata grazie ai rapidi progressi nell’ambito medico e ad oggi queste condizioni sono nella maggior parte dei casi ben controllate con trattamenti farmacologici associati.
Ne consegue la continua crescita di interesse da parte dei pazienti e dei clinici nei confronti di riabilitazioni implantari sostitutive delle protesi totali o parziali (fisse e mobili), quantunque sottolineando la validità di quest’ ultime per la rifunzionalizzazione dell’apparato masticatorio.
In conseguenza di ciò, per il clinico, risulta di estrema importanza conoscere ed identificare i possibili fattori di rischio che influiscono negativamente sul processo di osteointegrazione.
Nel corso degli ultimi anni sono stati effettuati studi e ricerche con lo scopo di analizzare la possibilità di posizionamento implantare in pazienti affetti da patologie sistemiche o in terapia con determinati farmaci, cercando di evidenziare la possibilità di una correlazione tra la precedente condizione e il fallimento implantare.
Attualmente le informazioni disponibili a riguardo sono scarse e i meccanismi implicati nel fallimento non sono stati esaustivamente chiariti.
Gli studi presenti in letteratura risultano ancora controversi, alcuni inseriscono il diabete e l’osteoporosi tra i fattori di rischio per l’osteointegrazione e la sopravvivenza implantare,
mentre altri, più recenti, non hanno potuto confermare l’associazione tra queste condizioni sistemiche e il minor tasso di osteointegrazione e sopravvivenza implantare.
Per quanto concerne altre problematiche sistemiche come patologie cardiovascolari, HIV, ipotiroidismo, disordini neurologici e artrite reumatoide, non c’è evidenza che vi sia associato un minor tasso di osteointegrazione implantare.
Considerando il trattamento farmacologico associato a determinate patologie, in letteratura sono state evidenziate correlazioni tra l’assunzione di inibitori del re-uptake della serotonina (SSRI) o di inibitori di pompa protonica (PPI) e l’aumento del tasso di fallimento dell’ osteointegrazione.
Nonostante i dati controversi, gli esperti sono concordi sulla possibilità di riabilitazione implantare in pazienti con malattie sistemiche, tenendo in considerazione che la decisione è spesso basata sul livello di controllo della patologia del singolo caso.
Le informazioni di cui disponiamo attualmente portano alla conclusione che, condizione necessaria per determinare il successo implantare in un paziente con stato generale di salute compromesso sia la presenza di un osso di buona qualità, seppur caratteristica necessaria e imprescindibile anche per i pazienti in salute.
Questo studio si pone l’obiettivo di andare ad analizzare il successo e la sopravvivenza implantare in pazienti con differenti patologie sistemiche, il cui trattamento chirurgico implantare è stato effettuato presso la Clinica Odontostomatologica dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, ponendo un certo interesse alla valutazione della soddisfazione del paziente e della qualità della vita correlata alla salute orale.
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