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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05082025-190810


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IORDACHE, IRINA
URN
etd-05082025-190810
Titolo
L’azione esterna di Frontex nei Balcani Occidentali e le garanzie per il rispetto dei diritti fondamentali
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof.ssa Poli, Sara
Parole chiave
  • Agenzia Frontex
  • azione esterna dell'Unione europea
  • Balcani Occidentali
  • diritti fondamentali
Data inizio appello
26/05/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/05/2065
Riassunto
L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) sempre più contribuisce ad assolvere agli obiettivi della gestione integrata delle frontiere esterne dell’Unione europea tramite le sue relazioni con i paesi terzi. La Tesi esamina la dimensione esterna del mandato operativo dell’Agenzia sotto il profilo della tutela dei diritti fondamentali, segnatamente per quanto concerne la gestione integrata delle frontiere condivisa fra l’UE e i paesi con “prospettiva europea” dei Balcani Occidentali.
Dopo un’esposizione delle origini e del profilo del modello europeo di gestione delle frontiere, progressivamente attirato verso il livello sovranazionale e imperniato sull’Agenzia, segue l’analisi degli strumenti specifici della sua cooperazione con i paesi terzi: spiccano gli accordi sullo status, conclusi dall’Unione europea con i paesi terzi, a norma dell’art 218 TFUE, e gli accordi di lavoro, conclusi direttamente dall’Agenzia con le autorità competenti per la gestione delle frontiere dei paesi terzi, di carattere non vincolante. A fronte degli obblighi incombenti sull’Agenzia quanto al rispetto dei diritti fondamentali, moltiplicati e rafforzati da ultimo con il Regolamento (UE) 2019/1896, si analizzano i meccanismi di tutela dei diritti umani, evidenziandone i limiti strutturali nonché quelli derivanti dall’attuazione – in particolare quanto alla capacità dell’Agenzia di assolvere all’obbligo di monitorare e prevenire le possibili violazioni dei diritti commesse dai paesi partner nel corso della cooperazione. Si espongono altresì i limiti per la tutela dei diritti discendenti dal difficile accertamento di una responsabilità giuridica dell’Agenzia per le possibili violazioni commesse nel corso di composite operazioni congiunte multi-actors sul territorio di Paesi terzi.
L’ultimo capitolo richiama lo sviluppo dell’estesa cooperazione fra Unione europea e paesi Balcani Occidentali in materia di gestione della migrazione a partire dagli anni duemila, descrivendo l’ampliamento della piattaforma di cooperazione operativa fra Frontex e Balcani occidentali dopo la c.d. “crisi dei migranti” del 2015. Tale cooperazione ha proceduto nell’alveo degli obiettivi della politica di allargamento e del più ampio processo di stabilizzazione e associazione di tali paesi ma si è anche conformata all’orientamento strategico consistente nell’esternalizzazione della gestione della migrazione. La gestione delle frontiere condivisa tra i paesi Balcani Occidentali e Frontex riflette un bilanciamento tra la protezione dei diritti e le necessità di sicurezza, con una maggiore attenzione a quest'ultima. Tale rilievo sembra suffragato dalla modalità di valutazione dei diritti all’interno dei Rapporti annuali della Commissione europea e relativi ai progressi di ciascun paese partner. L’analisi si conclude quindi con il richiamo alle preoccupazioni sollevate dalla società civile sulla situazione dei diritti fondamentali dei migranti, come documentata dalle organizzazioni non governative attive nella c.d. rotta balcanica.

The European Border and Coast Guard Agency (Frontex) is playing an increasingly central role in fulfilling the purposes of the European Integrated Border Management (EIBM) by means of its relations with third countries. This work examines the external dimension of the Agency's operational mandate in light of fundamental rights, with a focus on the shared border management with the Western Balkan countries holding a “European perspective.”
The study begins by outlining the evolution of the EU’s border management model, which has progressively shifted toward a supranational framework centered on Frontex. It then turns to the specific tools governing the Agency’s cooperation with third countries – most notably, status agreements concluded by the EU under Article 218 TFEU, and non-binding working arrangements established directly by Frontex with third-country authorities. Given the reinforced legal obligations incumbent upon Frontex as regards fundamental rights— most recently after Regulation (EU) 2019/1896— attention is drawn upon the functioning and implementation of the monitoring and prevention mechanisms currently in place, together with the shortcomings affecting the Agency’s ability to fulfill its due diligence obligations vis-à-vis human rights violations committed by third countries. Subsequently, the question of Frontex’s liability is investigated in light of the complex, multi-actor cooperation structure that features joint operations conducted on the territory of third states.
The final chapter traces the development of the extensive cooperation between the European Union and the Western Balkan countries in the field of migration management since the early 2000s. The chapter highlights the expansion of the operational cooperation platform between Frontex and the Western Balkans following the so-called 2015 “migration crisis.” This cooperation has evolved within the framework of the EU enlargement policy and the broader Stabilisation and Association Process. At the same time, it has adhered to the strategic approach of externalizing migration management. The resulting framework of shared responsibility established between the Western Balkan countries and Frontex for the purpose of border management reflects a delicate balance between the protection of fundamental rights and security imperatives, with the latter often prevailing. This remark is supported by the European Commission’s evaluative approach to fundamental rights adopted within the annual Reports assessing the progress of each partner country. Finally, attention is drawn to civil society concerns over migrants’ rights violations along the so-called Balkan route, as documented by NGOs active in the region.
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