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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05082025-155559


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
ROSA, MATTEO
URN
etd-05082025-155559
Titolo
Trapianto renale con tecnica robotica: l’esperienza pisana e confronto con la chirurgia tradizionale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Panichi, Vincenzo
Parole chiave
  • Trapianto Rene Robotico Robotic Kidney Transplant
Data inizio appello
10/06/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/06/2095
Riassunto
La malattia renale cronica rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità a livello globale, e il trapianto renale è considerato il trattamento di scelta nei pazienti con insufficienza renale terminale. Negli ultimi anni, la chirurgia robotica ha suscitato sempre più interesse nell’ambito dei trapianti.
Questa tesi confronta due approcci chirurgici al trapianto renale da donatore vivente,
tradizionale a cielo aperto e robotico-assistito, analizzando gli outcome clinici e chirurgici a lungo termine presso il centro trapianti di Pisa.
Si tratta di uno studio retrospettivo e monocentrico, che ha incluso 110 pazienti (15 robotici e 95 di controllo) con un follow-up minimo di sei anni.
I risultati confermano un buon profilo di efficacia e sicurezza per entrambi gli approcci, con tendenze favorevoli alla chirurgia robotica per proteinuria più bassa, assenza di complicanze perioperatorie e riospedalizzazioni precoci.
La creatinina è risultata lievemente più elevata nei pazienti robotici, ma l’eGFR, non
significativamente diverso tra i gruppi, suggerisce una funzione renale sostanzialmente
sovrapponibile; per di più l’esclusione dei casi più gravi (deceduti e tornati in dialisi)
per mancanza di documentazione, tutti appartenenti al gruppo open, potrebbe aver influito sui risultati della creatinina più alta nel gruppo robotico.
I vantaggi tecnici dell’approccio robotico, associati a un basso tasso di complicanze
osservate, ne sostengono l’adozione come tecnica promettente, sicura e innovativa per
il futuro del trapianto renale.
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